Uno scoiattolo curiosa dentro il tronco di un albero alla ricerca di cibo. Talmente intraprendente che per sporgersi ancora di più, non riesce a tenere la presa sul ramo e finisce con le zampe e la coda all’aria. Uno scatto divertente che racconta una piccola storia, s’intitola “Stuck Squirrel” ed è firmata da Milko Marchetti, 56 anni, fotografo naturalista e docente ferrarese, 12 volte campione del mondo di fotografia naturalistica, autore di molte copertine di magazine sia italiani che internazionali. La foto di Marchetti ha vinto Il “Comedy Wildlife Photography Awards 2024” a Londra.
Nato nel 2005 con l’idea di sensibilizzare le persone alla conservazione delle specie selvatiche attraverso l’empatia che una risata può suscitare, il concorso londinese premia le immagini più divertenti sul tema dell’ambiente e nel 2024 ne sono arrivate migliaia. “Ero già felice di essere stato selezionato tra i primi 40 scatti, tra i 9mila arrivati da tutto il mondo, che quando durante la sera di gala hanno annunciato che il vincitore ero io è stata un’emozione incredibile”, racconta Marchetti che ha visto la foto del suo scoiattolo esposta alla galleria Oxo a Londra. “Servizi sono apparsi anche sulla Bbc e la Cnn, mentre la foto sui social è diventata virale”. In effetti, lo scoiattolo immortalato nell’oasi naturalistica a Bagnacavallo in Romagna apparentemente incastrato nel tronco, è una piccola star della rete.
Con quella foto è riuscito a colpire il proverbiale spirito umoristico britannico?
“In realtà, il filo conduttore del concorso era molto serio. Credo infatti che raccontare la Natura con un approccio ironico, perfino comico, che non sia solo di denuncia, dia un taglio inconfondibile all’immagine che si vuole catturare, un messaggio che arriva dritto a chi l’osserva. E poi sono complicate. Come per lo scoiattolo ferrarese. Per pizzicarlo in quella situazione ci ho messo ore”.
Ci racconta il backstage di quella foto
“Ero appostato in un capanno nell’oasi Pantaleone a Bagnocavallo che condivido con un altro fotografo. È un set perfetto per chi vuole cogliere immagini di animali senza dargli fastidio. Avevo tenuto d’occhio lo scoiattolo e sapevo che sarebbe arrivato prima o poi a curiosare di nuovo in quel tronco, che in realtà è la tana abbandonata di un picchio. Lo scoiattolo è un animale molto abitudinario, e ogni giorno ripete lo stesso giro andando a dare un’occhiata negli stessi posti per vedere se c’è qualcosa da mangiare. Conosceva quella tana ed è tornato”.
Quando ha capito di aver realizzato lo scatto perfetto?
“In laboratorio. Quando ho sviluppato le foto che ho scattato a raffica, all’improvviso mi è apparso quell’attimo: lo scoiattolo che per spingersi ancora più a fondo nel tronco, ha lasciato l’appoggio con le gambe posteriori. Rimasto per qualche istante bloccato, si è liberato. Ho sorriso quando l’ho vista così l’ho scelta per il concorso di Londra”.
Come è nata la sua passione per la fotografia naturalistica?
“Abito vicino al delta del Po un luogo unico per la biodiversità, anche se molto antropizzato. Fin da ragazzo andavo sul fiume nei capanni attrezzati per il birdwatching e per osservare gli uccelli usavamo il binocolo. Poi, un giorno davanti all’ennesima scena fantastica mi sono detto ‘certo sarebbe bello avere una macchina fotografica per bloccare questo momento’. Avevo 16 anni e mi sono fatto regalare dai miei genitori una fotocamera. Da quel momento non ho più smesso di studiare e fotografare la Natura. Da ragazzo me ne andavo quasi ogni giorno sul delta in bicicletta a filmare e scattare”.
Può dare qualche consiglio a chi vuole avvicinarsi a questo settore così particolare della fotografia?
“Oggi questa attività ha molto successo, ma va tenuto presente che ha un impatto sulla Natura. Spiegare se il comportamento di un fotografo naturalista sia etico o meno, è oggi molto difficile. Sicuramente, tanto per fare un esempio, usare richiami o emettere suoni per attirare uccelli, non lo è perché vuol dire solo spaventarli. Bisogna invece sapere come poterli avvicinare senza disturbarli. E questo è possibile se, prima di uscire a fotografare un paesaggio o un animale, studiamo, ci prepariamo: è fondamentale conoscere sia il territorio che il comportamento della specie che vogliamo riprendere. L’eccesso di disturbo infatti potrebbe causare un cambiamento di comportamento. C’è una linea che non si può superare e che bisogna conoscere, perché può essere dannosa e pericolosa. Anche per il fotografo. E poi, è importante non avere fretta. Volere la foto subito, è molto spesso il motivo che spinge a comportamenti poco rispettosi dell’ambiente”.
Sul suo sito è possibile vedere bellissimi reportage che ha realizzato in Brasile, Islanda e in Africa. Perché ha scelto proprio quelle mete?
“La fotografia deve raccontare i luoghi e le loro storie. E quelli dove vado più spesso per lavoro sono luoghi che, secondo me, raccontano la storia del Pianeta. Così, il Botswana, un paese dell’Africa, posto di passaggio di decine di specie minacciate dall’estinzione, uno degli habitat più ricchi del continente africano. Poi Pantanal, in Brasile, il luogo migliore del Sud America per osservare gli animali in libertà, è anche la più grande zona umida del mondo. Lì dove si può avvistare il giaguaro. L’ho fotografato spesso e ogni volta provo un’emozione enorme. E poi l’Islanda, mi piace il suo panorama invernale con il ghiaccio sulla sabbia nera e d’estate con i suoi pini selvatici viola. L’Islanda è un luogo di nidificazione per tante specie”.
E adesso è in viaggio?
“Sono nel nord della Grecia sul lago di Kerkini, una delle mete preferite per chi ama la Natura e la fotografia perché sulle sponde passano centinaia di specie di uccelli, alcuni molto rari. Gennaio è un mese speciale, ci sono fotografi da tutto il mondo su questo lago. Vengono per immortale la colonia dei pellicani ricci che arrivano tutti insieme a Kerkini per nidificare e nutrirsi. Sono bellissimi, hanno un’apertura alare fino a tre metri. Restiamo ore sulla barca a guardarli. Spesso mettiamo via anche la macchina fotografica e assistiamo allo spettacolo che ci dona la Natura. Senza fretta”.