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Unione europea tra dazi e nuovi equilibri politici: Green Deal a rischio

Quale sarà l’impatto di Trump sulle politiche climatiche e ambientali dell’Unione europea? Anche i più ottimisti tra i sostenitori del Green Deal, lanciato da Bruxelles nel 2019, ammettono che la situazione da allora si è complicata. La guerra dei dazi dichiarata dal presidente statunitense Donald Trump potrebbe rallentare la transizione energetica del Vecchio Continente, con nuvole che si addensano sulla “rottamazione” dei motori endotermici a partire dal 2035. Mentre i nuovi equilibri politici all’interno dell’Europa potrebbero rimettere in discussione le norme agro-ambientali. “In estrema sintesi”, spiega Mauro Albrizio, che dirige l’ufficio europeo di Legambiente, “si può dire che la Ue sta cedendo sulla parte agricola, mentre tiene il punto sulle politiche energetiche e industriali. Anche se c’è l’incognita del gas naturale di Trump”.

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Le semplificazioni alla Politica agricola comune

Ma vediamo più nel dettaglio. Lo scorso 14 maggio la Commissione europea ha proposto una serie di “semplificazioni” della Politica agricola comune (Pac). Secondo le associazioni ambientaliste, la proposta prevede un indebolimento delle misure di protezione per pascoli, torbiere e zone umide (fondamentali per lo stoccaggio della CO2): “La Commissione europea ha ancora una volta trascurato la protezione della natura e del clima nel bilancio più consistente d’Europa, la Politica agricola comune. Decisioni così miopi non solo ostacoleranno la resilienza delle aziende agricole, ma metteranno anche in discussione la legittimità della Politica agricola comune, allontanandosi ulteriormente dagli obiettivi ambientali e climatici che l’Unione si era data”.

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23 Maggio 2025

A spingere per una maggiore flessibilità sono soprattutto Germania e Polonia, i cui governi in carica godono del sostegno delle organizzazioni che rappresentano gli imprenditori agricoli. Ma non si può non cogliere una contraddizione: da una parte si vogliono evitare nelle proprie imprese misure per la prevenzione della crisi climatica, dall’altra si chiede un sostegno pubblico sull’assicurazione contro i rischi da eventi meteo estremi.

Nonostante il tanto discuterne, non dovrebbe essere stravolto il bando europeo alle auto endotermiche dal 2035. L’unica vera novità è che le multe (per i produttori che non rispettano i limiti di emissioni per le nuove auto vendute dal 2025) non saranno annuali, ma si farà una media triennale delle emissioni.

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La road map dell’energia.

Ed è soprattutto sull’energia che può incidere il fattore Trump. Il 6 maggio la Commissione Ue ha presentato la road map per il phasing out dei combustibili fossili e dell’uranio provenienti dalla Russia. Il documento è stato criticato, perché non accelera sulle rinnovabili, l’efficienza energetica e l’elettrificazione. Indica piuttosto una diversificazione delle fonti di approvvigionamento: ci si libera della Russia ma ci si mette nelle mani di altri, principalmente degli Stati Uniti.

D’altra parte il presidente Donald Trump ha chiesto portare a 350 miliardi di dollari le importazioni europee di gas naturale liquefatto statunitense, tre volte l’attuale valore del mercato mondiale del gnl. Tuttavia, pur di chiudere un accordo sui dazi, l’Unione europea sembra disposta a tagliare le importazioni dal Nordafrica e dai Paesi dell’Est per comprarne 50 miliardi in più dagli Usa. Rallentando la transizione e aumentando la dipendenza dal gas.

L’articolo è tratto dal numero di Green&Blue in edicola il 4 giugno, allegato a Repubblica e dedicato al Festival di Green& Blue (Milano, 5-7 giugno)


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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