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Tutela degli animali: introdotta nella Costituzione, ma non è sufficiente

Su 617 atti legislativi definitivamente approvati da febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, 91 sono quelli in cui si parla di animali. Appena il 14,7%. Eppure sono tre anni che la tutela degli animali è stata inserita tra i principi fondamentali della Costituzione (l’art.9). Quello che l’11 febbraio 2022 era stato salutato come il “primo passo positivo” per adeguare la legislazione italiana ai principi introdotti dalla modifica costituzionale, tale è restato. Solo un passo. Perché secondo Legambiente di quei famosi 91 atti legislativi approvati in questi tre anni di cui si parla di animali, quasi l’80% non ha dato seguito al principio costituzionale. In particolare, il 67,1% dei provvedimenti non ha tenuto conto di questa novità e il 12,3% è andato addirittura contro, peggiorando la tutela per gli animali. Solo il 20,5% è andato nella direzione indicata dall’art. 9 della Costituzione. Insomma, un’occasione mancata. Per non parlare dello stallo in cui si trovano nuove proposte e disegni di legge: quelli migliorativi (64 proposte di legge e 10 disegni di legge) sono quasi tutti bloccati.

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10 Febbraio 2025

I politici poi, guardando il report stilato da Legambiente sulla base delle banche-dati della Camera dei deputati e del Senato se proprio devono prendere in esame la tutela degli animali preferiscono parlare di quelli d’affezione. “Gli animali selvatici sono invece più quelli ‘sotto attacco’ a causa del bracconaggio e ancora privi di un’efficace e proporzionata tutela penale, a partire dalle specie protette”, si legge nel report.

Insomma, i nuovi principi fondamentali costituzionali sono riusciti almeno a farsi almeno nelle norme approvate oppure non riescono ancora ad entrare nella consuetudine della vita parlamentare? Per rispondere, Legambiente ha preso in esame atti e norme (proposte o varate) dal 12 febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, dai Governi presieduti sia da Mario Draghi che da Giorgia Meloni; dai Gruppi parlamentari, dai singoli parlamentari e da iniziative di legge popolare o dei Consigli regionali. Tra gli atti approvati, ci sono leggi, decreti legislativi, decreti-legge, decreti del presidente del Consiglio dei ministri e decreti ministeriali. Qualche esempio? Tra le leggi migliorative ci sono la legge del 17 maggio 2022, n. 60, la cosiddetta “Salvamare”, che prevede disposizioni per tutelare l’ecosistema marino dall’abbandono dei rifiuti e la legge 25 novembre 2024 n.177, sugli interventi di messa in sicurezza stradale con delega al Governo per la revisione del codice stradale, che prevede pene – come il carcere e il ritiro della patente – per l’abbandono degli animali. Tra le leggi peggiorative, ad esempio, la legge di bilancio 2022 che ha previsto la caccia in parchi, aree protette e zone urbane e la legge di bilancio 2024 che ha aumentato i rischi di caccia a specie in cattivo stato di conservazione e in periodi di migrazione.

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07 Febbraio 2025

Gli animali d’affezione i più tutelati

Guardando ai differenti gruppi di animali (d’affezione, da reddito, selvatici) interessati dagli atti legislativi approvati è emerso che per gli animali d’affezione un terzo (il 33,3%) è stato migliorativo, oltre la metà (il 55,5%) non ha tenuto conto della novità costituzionale e solo uno su dieci (l’11,1%) è stato peggiorativo. Per gli animali da reddito, meno di 2 su dieci (il 18,8%) sono stati migliorativi, sette su dieci (il 71,7%) non hanno tenuto conto della novità costituzionale e il 15,3% è stato peggiorativo. Per gli animali selvatici, meno di 2 su dieci (il 16,6%) sono stati migliorativi, quasi sette su dieci (il 69,4%) non hanno tenuto conto della novità costituzionale e il 13,8% è stato peggiorativo.

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03 Febbraio 2025

La piaga del bracconaggio

In Italia, ricorda Legambiente, le specie animali selvatiche, anche quando particolarmente protette e a rischio di estinzione, sono prive di efficace tutela penale dal bracconaggio e dai traffici illeciti. Come prevede, invece, la direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente. Nella Penisola la più grave fattispecie di reato di bracconaggio prevista dalla normativa vigente, ossia l’uccisione dell’Orso bruno marsicano, prevede un’ammenda da 4mila a 10mila euro. Per tutte le altre specie animali protette, a chi commette bracconaggio in Italia, lo Stato “minaccia”, al massimo, ammende da 1.000 e 2.000 euro. Nel resto mondo, sono diversi gli Stati che fanno meglio dell’Italia in fatto di tutela di animali selvatici: l’Indonesia per bracconaggio prevede condanne fino a 12 anni di pena detentiva, il Sudafrica fino a 29 anni di reclusione e la Thailandia addirittura fino a 40 anni di carcere.

Biodiversità

Droni, trovato un sistema per tenere lontani gli orsi dalle case

30 Gennaio 2025

“L’Italia in fatto di tutela degli animali – sottolinea Antonino Morabito, responsabile nazionale benessere animale di Legambiente – con il voto parlamentare all’unanimità nel 2022 ha dato un bellissimo segnale all’Europa e al mondo intero: l’ha pienamente integrata nei principi fondamentali della Costituzione, accendendo il faro che deve illuminare la strada da seguire per tutta la produzione legislativa. Purtroppo, sino ad oggi, non stato così e i dati che emergono da questa ricerca lo dimostrano. A tutte le forze politiche chiediamo un’assunzione di responsabilità per la piena attuazione del principio costituzionale richiamato dall’art.9, a partire dal ridurre l’enorme divario esistente tra noi e altri Paesi nel deciso contrasto normativo al bracconaggio e alle organizzazioni criminali che vi lucrano. L’effettiva ed efficace tutela degli animali coincide anche con la tutela della salute delle persone e dell’ambiente”.

Governi a confronto

Dall’analisi di Legambiente emerge che il Governo Draghi (finora) “batte” il Governo Meloni per rispetto dei principi costituzionali a tutela degli animali. Di 73 atti complessivi (che ricomprendono i 18 decreti leggi approvati e successivamente convertiti in legge), 20 atti legislativi sono stati approvati negli ultimi otto mesi del Governo Draghi (il 27,4%), mentre 53 sono stati approvati nei primi ventiquattro mesi del Governo Meloni (il 73,6%). Il Governo Draghi (in 8 mesi) ha approvato il 40% di atti legislativi migliorativi per la tutela degli animali, il 60% privi di variazione dello status quo e nessun atto peggiorativo. Il Governo Meloni (in 24 mesi) ha approvato il 13,2% di atti legislativi migliorativi, il 69,8% senza variazione dello status quo ma ben il 16,9% peggiorativi per la tutela degli animali.

Dal Gruppo Misto maggiore sensibilità

Alla Camera dei deputati, al primo posto, con il 60,9% dei testi presentati con taglio migliorativo, è il Gruppo Misto, seguito al secondo posto e a pari merito con il 7,8%, da Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle, al terzo posto, con il 6,25%, dalla Lega Salvini Premier (Lega). Accorpando le proposte di legge che non incidono sullo status quo con quelle peggiorative, al primo posto si trova, con il 27,7% delle proposte presentate, il Gruppo di Fratelli d’Italia, seguito al secondo posto, con il 22,2%, dalla Lega Salvini Premier e al terzo posto, con l’11,1% di proposte presentate, dal Partito Democratico.

L’appello a Governo e Parlamento

“Con questa analisi, Legambiente vuole lanciare un chiaro invito a Governo e Parlamento per il rispetto del principio costituzionale in fatto di tutela degli animali, superando i ritardi accumulati in questi tre anni per la sua concreta attuazione e sbloccando l’iter delle diverse proposte di legge migliorative in stallo alla Camera e al Senato”, spiegano i promotori dell’indagine.

Tre le azioni prioritarie legislative che indica l’associazione chiedendo: 1) lo stop al bracconaggio con l’inserimento nel Codice penale del delitto di bracconaggio con pene da tre a sei anni di reclusione, estendendo la sanzioni anche ai traffici di specie protette, come previsto dalla direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente; 2) un’etichetta “Cage Free” per i prodotti di origine animale che, con chiarezza e trasparenza, permetta la libera scelta ai consumatori e aiuti gli allevatori che investono in pratiche più rispettose del benessere degli animali; 3) cure veterinarie accessibili a tutti attraverso un Piano nazionale, approvato in Conferenza Stato-Regioni, per l’assunzione di veterinari pubblici, il sostegno alle cure veterinarie delle famiglie e la sterilizzazione dei randagi, come previsto dalla legge 281/1990 ma mai efficacemente attuato.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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