in

Nonostante i treni gratis, i potenti di Davos continuano a usare i jet privati e ad emettere CO2

C’era perfino il treno gratis. Eppure niente, anche quest’anno tantissimi potenti della Terra riuniti a Davos hanno preferito il jet privato, a volte per coprire appena 240 chilometri, quel mezzo che a livello di emissioni inquina almeno 50 volte più degli spostamenti su rotaia. Diciamocela tutta, l’anno non è iniziato un granché bene per le questioni climatiche: prima i giganteschi incendi californiani, poi i dati che certificano sia il 2024 come anno più caldo di sempre sia il record di emissioni a livello globale e infine le politiche anti-clima annunciate da Donald Trump, con tanto di bye bye dall’Accordo di Parigi. Larga parte delle emissioni e delle responsabilità antropiche sull’ambiente sono legate soprattutto alle persone più ricche della Terra, quell’1% di multimiliardari che da solo inquina più di miliardi di persone.

A inizio anno, precisamente il 10 gennaio 2025, secondo le analisi di Oxfam quell’1% ha già emesso infatti una quantità di CO2 tale che, seguendo la media di una persona comune, avrebbero dovuto invece produrre in un anno. Fa strano dunque sapere che in Svizzera, a Davos, dove si riuniscono leader, economisti, potenti, amministratori delegati e magnati e dove da anni viene denunciato il problema del massiccio utilizzo dei jet privati per raggiungere il World Economic Forum, poco o nulla sia cambiato: a Zurigo, il più grande aeroporto vicino alla sede del vertice, all’inizio di questa settimana sono atterrati 54 jet privati , con un incremento del 170% alla media della settimana precedente. Eppure gli organizzatori di Davos avevano tentato in tutti i modi, su spinta di diverse Ong, di avvertire i partecipanti sulla necessità di un minore impatto ambientale, soprattutto a livello di trasporti che, riconoscono dal WEF, sono la fonte principale di inquinamento nella settimana del forum economico.

“Il World Economic Forum riunisce le parti interessate per contribuire ad affrontare la più grande crisi ecologica dei nostri tempi” si legge nella presentazione delle iniziative di sostenibilità di Davos di quest’anno. No plastica monouso, compensazione delle emissioni, perfino riciclo dei tessuti usati nelle passate edizioni come arredi. E poi, appunto, la parte sui trasporti dove viene offerto ai partecipanti sia uno “sconto del 100% per chi arriva all’Annual meeting in treno”, sia addirittura ciaspole o scarpe invernali antiscivolo per chi punta a camminare. Nonostante la buona volontà, mossa anche dalla spinta di diverse Ong che da anni chiedono ai potenti un cambiamento nelle pratiche e nell’impatto ecologico legato a Davos, i jet privati continuano però ad essere uno dei mezzi preferiti dei delegati presenti.

https://x.com/wideawake_media/status/1881269435052224515

Così i jet vanno e vengono e, come fanno notare alcuni giornalisti presenti all’aeroporto, talvolta ospitano soltanto tre persone. Alcuni degli aerei monitorati da Flightradar24 hanno compiuto tratte di appena 240 chilometri (per esempio da Milano) per raggiungere Davos. Almeno tre quelli dalla Lombardia, poi jet da Genova e ovviamente diversi mezzi privati arrivati dagli Stati Uniti, anche se da Transport & Environment ricordano per esempio come un delegato che arriva da New York potrebbe ridurre le sue emissioni dell’87% se solo viaggiasse su un volo commerciale anziché un jet, o uno da Berlino di quasi il 99% se prendesse il treno. Un portavoce dell’aeroporto di Zurigo ha spiegato che in media prima e dopo la settimana del WEF ci sono quasi 1000 movimenti di voli aggiuntivi rispetto al solito, con mezzi che possono essere jet aziendali, aerei di stato o elicotteri. Anche gli aeroporti più piccoli rispetto a Zurigo, come Saint Moritz, Friedrichshafen e St. Gallen-Alternheim vedono atterrare e ripartire jet privati: a Friedrichshafen per esempio lunedì scorso c’è stato il 33% di jet in più rispetto alla media. Mezzi, dei super ricchi, che arrivano persino dalle Hawaii (come quello giunto lunedì da Kailua-Kona nelle Hawaii operato dalla compagnia charter NetJets dopo quasi 15 ore di volo). Dalle tracce dei movimenti risulta inoltre che diversi aerei abbiano coperto una distanza inferiore ai 500 chilometri, come quelli atterrati a Zurigo da Parigi.

Emissioni

Negli ultimi cinque anni i jet privati hanno inquinato il 46% in più

19 Novembre 2024

Un bel controsenso in un Forum dove i potenti sono anche chiamati a discutere dei problemi globali – come la crisi del clima – più urgenti. Un controsenso che va avanti da anni: nel 2023 per esempio erano 660 i jet privati utilizzati per arrivare a Davos. Nel tentativo di diminuire l’impatto degli aerei privati e sensibilizzare i super ricchi sul problema quest’anno la campagna “Travel Smart” chiedeva di viaggiare il più possibile con aerei commerciali o treni, ma sono pochissime le multinazionali che hanno aderito, appena 2 ( Saint-Gobain e KPMG) su 100. “Ancora un altro mese di gennaio in cui stiamo assistendo all’eccessivo afflusso di jet privati che volano verso il World Economic Forum (WEF) a Davos, in Svizzera. E ancora un altro anno in cui ci si chiede se questi leader, che affermano di modellare il futuro delle nostre società verso la sostenibilità climatica, saranno mai autocritici e valuteranno se stanno davvero dando l’esempio” si legge nel sito di Travel Smart. “Evitando l’uso di un jet privato, le aziende che viaggiano da diverse località europee, come KPMG, risparmieranno circa sette tonnellate di CO2. Ciò significa che risparmierebbero più emissioni di un viaggio in auto intorno al mondo!” aggiunge l’associazione. Una ricerca della Linnaeus University stima come i jet privati siano il mezzo di trasporto più inquinante per passeggero al chilometro e tra il 2019 (proprio l’anno in cui Greta Thunberg fece il suo famoso discorso sulla “nostra casa che brucia” a Davos) al 2023, secondo le loro analisi le emissioni dei jet privati sono aumentate addirittura del 46%.

Anche per questo – senza però avere ottenuto finora risposte – associazioni come Greenpeace e altre, con tanto di blitz al WEF, da anni chiedono riforme per tassare i super ricchi per finanziare un futuro equo e verde. Però finora a viaggiare tutti in treno o su aerei commerciali proprio non se ne parla. Eppure, visto che si parla di ricchi e di World Economic Forum, se guardassero solo al risparmio passare a mezzi meno inquinanti sarebbe decisamente più conveniente anche per il portafoglio: noleggiare un jet privato da New York a Davos costa 130mila euro, da Berlino al Forum circa 13mila, ma lo stesso viaggio persino in “business” su un volo commerciale costerebbe rispettivamente 15 o 10 volte di meno.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

Moda sostenibile: fibre riciclate o rigenerate, qual è la differenza?

L’anguilla europea sull’orlo dell’estinzione