I pesticidi, o meglio gli agrofarmaci, continuano a genere preoccupazioni anche e soprattutto per la salute umana: pericolosi singolarmente ma anche e soprattutto nella loro reazione con altre sostanze chimiche, che ne può amplificare gli effetti, creando un potenziale cocktail tossico”.
A rilanciare l’allarme è ora il Guardian, partendo dai risultati già noti di uno studio che ha esaminato la polvere delle case di dieci paesi europei, Italia compresa, rilevando più di 200 tipi diversi di pesticidi, il 40% dei quali dagli effetti altamente tossici. “Il numero dei pesticidi – spiega lo studio – variava di casa in casa, da un minimo di 25 e un massimo di 121, con numeri tendenzialmente più elevati nelle case degli agricoltori”.
Inquinamento
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Mix di pesticidi
“Diverse analisi epidemiologiche dimostrano che le malattie sono associate a miscele di pesticidi”, annota Paul Scheepers del Radboud Institute for Biological and Environmental Sciences. A favorire la penetrazione delle sostanze negli ambienti “indoor” sono anche la mancanza di alcune precauzioni (togliersi le scarpe o spolverare il giubbotto, per esempio) e il contributo degli animali domestici. “Del resto è da tempo noto che i pesticidi siano sostanze persistenti e pervasive. – spiega Franco Ferroni, responsabile agricoltura Wwf Italia – Ancora oggi i report Ispra restituiscono la presenza, nell’ambiente, di sostanze vietate da anni, dal para-diclorodifeniltricloroetano o DDT all’atrazina (diserbante clorotriazinico in passato usato per il mais, bandito in Italia a causa dell’inquinamento delle falde freatiche, ndr). Né si può dire che i sistemi di irrorazione digitale legati all’agricoltura di precisione, peraltro usati ancora molto marginalmente, stiano risolvendo il problema. Il punto – aggiunge – è come spiega lo studio citato dal Guardian, che il rischio di contaminazione investe anche aree limitrofe, come documentato per il Trentino Alto-Adige dallo studio di parchi pubblici e aree gioco vicine alle zone agricole con colture intensive. E, del resto, si sono trovati pesticidi anche ad altissima quota”.
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Sostanze trovate lontane dai campi agricoli
Di recente, il Pesticide Action Network ha reso noto un recente studio condotto in 78 diverse località della Germania: anche in questo caso i dati mostrano come i pesticidi si diffondano molto più lontano dal campo di quanto si è creduto finora, anche a diverse centinaia di metri dai terreni agricoli. Non solo: lo studio ha attestato come anche aree remote, decisamente lontane dai campi trattati con pesticidi, non sono risultate prive di residui.
Lo studio
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“Questo non è solo un problema agricolo, ma una realtà che riguarda tutte le persone che possono entrare in contatto con i pesticidi mentre fanno una passeggiata nei parchi giochi o nei giardini. – denuncia WWF Italia – Gli agricoltori, le loro famiglie e i vicini di casa sono particolarmente a rischio, così come i gruppi sensibili come bambini, donne incinte e anziani”. Enti di ricerca come l’Istituto Ramazzini hanno condotto studi tossicologici sui rischi del glifosato e degli erbicidi a base di glifosato, evidenziando che la sostanza è pericolosa anche a basse dosi.
L’aiuto dell’intelligenza artificiale
“Occorre la giusta attenzione, ma senza allarmismi, anche perché in Italia la situazione è meno critica che in Gran Bretagna. – sottolinea Matteo Guidotti, ricercatore all’Istituto di scienze e tecnologie chimiche del Cnr – Prima ancora delle norme, bisognerebbe investire nello sviluppo di sistemi analitici o di sensori di semplice utilizzo e a buon mercato: oggi la scienza è ampiamente in grado di cercare sostanze inquinanti fino a livelli minimi, anche molto al di sotto di un pericolo immediato per la salute umana, ma quanto è pensabile farlo tutti i giorni, in ogni area del Paese? E ancora: bisogna puntare sempre di più sull’uso di un’agricoltura che faccia affidamento di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, che consentirebbe un uso mirato e oculato dei fitofarmaci, con una riduzione degli sprechi, anche in termini di consumi idrici. Una piccola rivoluzione che in Italia, dove l’agricoltura abbraccia una costellazione di aziende soprattutto di piccole dimensioni, è particolarmente difficile”.
Le preoccupazioni italiane
Ma anche nel nostro Paese le pressioni aumentano. E la preoccupazione c’è. “Il nostro Paese è ancora senza un Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi, scaduto dal 2019 e mai rinnovato con disposizioni più stringenti come l’obbligo della distanza di sicurezza inderogabile di almeno 50 metri dalle abitazioni per i trattamenti fitosanitarie”, denuncia ancora Franco Ferroni, responsabile agricoltura Wwf Italia. “I singoli stati europei sono tenuti a recepire le direttive Ue, come la Direttiva 2009/128/CE che stabilisce le regole per un uso sostenibile dei pesticidi nell’Unione europea, soprattutto dopo il ritiro del regolamento europeo SUR che prevedeva la riduzione dell’uso del 50% dei pesticidi entro il 2030. – aggiunge – In più, si continua a ignorare il problema del multiresiduo: chiediamo da tempo che i limiti massimi per i pesticidi non riguardino i singoli principi attivi ma la somma dei trattamenti, anche per prevenire possibili escamotage degli agricoltori”.