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Lampioni che ascoltano il traffico: -65% dei consumi energetici

Il rumore del traffico cittadino è una risorsa che può essere sfruttata per ridurre i consumi energetici dei lampioni, monitorare l’ambiente e potenziare la smart city. Ne è convinto Massimo Rebernig, CEO e co-fondatore di Trailslight, startup innovativa bolognese specializza in sistemi di illuminazione adattiva per strade urbane ed extraurbane. “Il segreto è in un dispositivo che assomiglia a una capsula per il caffè, ma leggermente più grande. Si aggancia al lampione tramite la base da 40 mm nel rispetto dello standard Zhaga, ormai ampiamente diffuso nel settore. E così si può trasformare un comune lampione in una sorta di orecchio intelligente addestrato a riconoscere alcune firme sonore”, spiega Rebernig. La “capsula” è già impiegata sul mercato ma solo per ospitare la tradizionale diagnostica dei sistemi di illuminazione; la startup italiana ha aggiunto altri elementi, fra cui la porta sonora e reti di intelligenza artificiale.

Riduzione dei consumi fino al 60%

L’ecosistema Trails – così si chiama la linea dei prodotti smart (da Traffic Recognition by AI on Lamps via Sound) – si basa infatti sull’analisi dei rumori generati dalle auto mentre percorrono una strada e la conseguente regolazione dell’intensità luminosa dei lampioni secondo la norma italiana UNI 11248 “che permette di regolare il flusso luminoso delle lampade stradali in tempo reale, in relazione al traffico e alle condizioni meteo”. La piattaforma rileva i trend e agisce di conseguenza contribuendo così ad abbattere i consumi energetici.

Il concetto teorico non è una novità assoluta, ma fino ad ora anche a livello europeo l’illuminazione adattiva per le reti viarie è stata frenata dagli alti costi di implementazione poiché si è sempre affidata a telecamere a circuito chiuso, magari radar o anche spire interrate. “Molti non sono andati oltre la sperimentazione anche a causa delle norme sulla privacy e gestione del dato, perché non si può montare una telecamera liberamente come e dove vuoi”, sottolinea l’ingegnere.

Lo studio

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Il sistema bolognese è già in funzione in fase di test su diverse strade, di diversa tipologia, di grandi e piccole città, nonché in zone. E stanno per essere siglati altri accordi strategici per implementare ulteriormente il progetto pilota su tutto il territorio italiano. “Fino ad ora possiamo confermare che a seconda delle condizioni esterne, abbiamo riscontrato una riduzione, dei consumi energetici compresa, tra il 40% e il 60%”, assicura Rebernig.

Il tema di fondo è che l’efficienza si raggiunge personalizzando la riduzione di illuminazione davvero in base alle condizioni ambientali e l’utenza: le variabili sono legate alla stagione, il traffico, il tipo di strada e altri elementi, in piena ottemperanza delle normative di riferimento.

L’orecchio intelligente della smart city

Oltre al risparmio, un altro vantaggio è quello della riduzione dell’inquinamento luminoso e anche l’aumento della sicurezza. Già, perché “l’ascolto” – ma sarebbe meglio dire classificazione – consente anche di rilevare condizioni meteorologiche critiche (si pensi a piogge intense, grandinate o vento) e quindi magari segnalare emergenze per agevolare gli interventi. Ma si parla anche di mappare l’inquinamento rumoroso per attuare progetti pubblici ad hoc oppure riconoscere il suono di ambulanze e allarmi per abilitare azioni collaterali.

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L’intero spettro sonoro di possibilità può dar vita a nuove opportunità di classificazione e correlazione tra eventi sonori e nuovi servizi e funzionalità utili alla comunità. E su questo Rebernig può giocare la sua esperienza, poiché l’azienda madre del progetto Trailslight è Rebernic Supervisioni: una specialista in sistemi di supervisione e controllo, raccolta e analisi di dati eterogenei, con particolare attenzione all’integrazione di tecnologie IoT e alla transizione verso modelli di Industria 4.0 e 5.0.

Trails si occupa della raccolta dei dati sonori e la loro classificazione in una modalità che rispetta il GDPR (by design) e assicura la salvaguardia del dato. L’ecosistema impiega un sistema di controllo per ogni lampione, un altro per l’interconnessione wireless fra i vari nodi e una piattaforma di gestione che è interoperabile con le soluzioni smart city della città e sistemi terzi.

“Oggi stiamo già lavorando al riconoscimento di nuove firme sonore come per esempio le frenate e l’impatto sui guard rail, e questo contribuirà a migliorare gli algoritmi inaugurando nuove prospettive di monitoraggio e analisi per la maggior tutela del cittadino”, conclude Rebernig. “Siamo di fronte ad uno scenario nuovo e molto promettente di indagine dello spazio sonoro urbano per la creazione di nuovi servizi basati sulla analisi sonora distribuita su larga scala a basso costo, ed è solo l’inizio”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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