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Il ciclone negazionista di Trump si abbatte sull’ambiente

Il 22 aprile, Giorno internazionale della Terra, il sito della Casa Bianca ha pubblicato un post in cui vantava la presenza di un “presidente che finalmente segue la scienza”. “Con il presidente Donald Trump – scrivevano – le politiche ambientali mettono radice nella realtà per promuovere la crescita economica, garantendo acqua e aria pulita per generazioni”. In realtà da quando Trump è tornato alla Casa Bianca sono state smontate tutte le politiche a difesa dell’ambiente, cancellate le agenzie che si occupavano di controlli sugli inquinamenti e affidato i ruoli chiave a manager negazionisti del cambiamento climatico. E tutto questo è avvenuto fin dal primo giorno quando, il 20 gennaio Trump ha firmato l’ordine esecutivo che ha ordinato l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima. È la seconda volta. La prima risale a quando il tycoon è entrato alla Casa Bianca, nel 2017. Poi Joe Biden aveva fatto tornare gli Usa nell’accordo.

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La fine della politica climatica di Biden

L’amministrazione Trump è andata molto oltre, toccando tutti gli aspetti del settore green, ma non nel modo in cui sognavano gli ambientalisti: il presidente ha proposto un piano che prevede l’abrogazione dei crediti d’imposta per l’energia pulita, la riduzione dei fondi per veicoli elettrici ed energie rinnovabili, la rescissione di sussidi per programma di giustizia climatica e riduzione delle emissioni. Trump ha firmato inoltre un ordine esecutivo con cui ha abolito le misure previste dal suo predecessore, per favorire lo sviluppo dei veicoli elettrici. Tra queste, c’erano i fondi per la realizzazione di 500 mila stazioni di ricarica in tutto il Paese. Il tycoon ha annunciato fin dal primo giorno l’emergenza energetica nazionale, una formula scelta apposta per giustificare l’estrazione di combustibili fossili su terre federali e acque costiere. Era il famoso “drill, baby, drill”, “trivella, baby, trivella”, che aveva galvanizzato la base Maga durante la campagna elettorale, e che Trump ha declinato in molti altri modi, per rendere ancora più eccitante la sua crociata contro l’ambiente: così è nato il “log, baby, log”, legato alla deregulation nell’abbattimento di alberi per fare a meno dei prodotti arrivati dal Canada, e il “drip, baby, drip”, con cui il tycoon ha tolto il limite alla potenza del gettito d’acqua dalla docce. Ha poi licenziato 800 ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Un colpo alla ricerca internazionale visto che i dati raccolti vengono utilizzati non solo dagli Stati Uniti, ma da tutta la comunità scientifica nel mondo.

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L’agenda anti-green

L’amministrazione ha oscurato la pagina della National Oceanic and Atmospheric Administration, che mostrava il monitoraggio dei valori dell’anidride carbonica a livello globale e firmato quaranta ordini esecutivi per eliminare le agenzie scientifiche. Ma l’agenda anti-green di Trump non sembra avere limiti: con la firma di un altro ordine esecutivo, il presidente ha sospeso le concessioni federali per nuovi progetti di energia eolica offshore, mettendo fine allo sviluppo di parchi eolici marini e limitando le opportunità di espansione dell’energia rinnovabile. Nel frattempo, Lee Zeldin, il negazionista del clima messo a capo dell’agenzia per la protezione ambientale, ha annunciato l’eliminazione o lo svuotamento di trentuno regolamenti ambientali, tra cui i limiti alle emissioni di gas serra delle centrali elettriche. E se non bastasse, c’è anche lo spazio: Trump ha smantellato le ricerche federali sull’inquinamento nello spazio causato dall’affollamento di satelliti e razzi, dando una mano ai suoi amici e finanziatori Elon Musk e Jeff Bezos, che guidano l’assalto alle stelle e temevano di dover moltiplicare gli investimenti per rispettare le norme a protezione dello spazio, e contro l’affollamento di satelliti.

L’articolo è tratto dal numero di Green&Blue in edicola il 4 giugno, allegato a Repubblica e dedicato al Festival di Green& Blue (Milano, 5-7 giugno)


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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