Un quadro allarmante. Città italiane e inquinamento atmosferico: l’inversione del trend sembra lontana. Numeri impietosi “fotografano” le concentrazioni di polveri sottili e biossido di azoto: nessun Paese, in Europa, conta più decessi prematuri all’anno riconducibili all’inquinamento rispetto ai 50 mila dell’Italia. L’ultima denuncia arriva dall’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (Isde Italia), che ha ricavato e diffuso i dati dell’inquinamento in Italia dall’attività dell’Osservatorio sulla mobilità urbana sostenibile promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, che monitora la situazione della mobilità nei 14 comuni capoluogo di città metropolitana e nelle 9 città che partecipano alla “Missione: 100 città climaticamente neutre e intelligenti entro il 2030” della Commissione Europea. Pubblicando tutti i giorni notizie relative alla mobilità urbana nelle 18 città monitorate, ricavate dai media e dalle informazioni di amministrazioni locali, agenzie e aziende di mobilità: un “termometro” puntuale dell’inquinamento su e giù per Stivale.
Unione Europea
In Europa ridotto l’inquinamento atmosferico, ma i livelli restano alti
03 Marzo 2025
L’impatto del traffico
Il focus è sulle medie giornaliere relative alle polveri sottili ed al biossido di azoto, inquinanti per i quali le linee guida dell’Oms del 2021 e una nuova direttiva europea (la numero 2881 del 2024) individuano limiti più restrittivi da non superare. Dai dati del primo trimestre del 2025 emerge, in particolare, che per le polveri sottili le criticità sono sostanzialmente concentrate nella Pianura Padana ma che, per quanto riguarda il biossido di azoto, valori elevati sono stati rilevati, complici i problemi legati alla mobilità, anche in molte città del Sud. Nel dettaglio, a Padova, Brescia, Milano, Torino, Vicenza, Bergamo, Modena, Parma i livelli di polveri sottili (PM2.5) hanno già superato i limiti annuali previsti dalla nuova direttiva Ue, mentre il biossido di azoto – strettamente legato alle emissioni del trasporto stradale e di quello navale – si trova in una situazione analoga a Napoli, Palermo, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano e Vicenza.
Le città
Green City Network, la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero: “Rigenerando, regaliamo bellezza”
02 Giugno 2025
Un rischio per la salute
«Dati che confermano una realtà preoccupante, e cioè che in molte aree urbane italiane la qualità dell’aria resta lontana dagli standard raccomandati dall’Oms e dai nuovi limiti introdotti dalla direttiva europea. – sottolinea Roberto Romizi, presidente di Isde Italia – Limiti che entreranno in vigore a gennaio 2030, vero, ma i cittadini di oggi devono avere lo stesso diritto dei cittadini del 2030 a respirare un’aria che non li faccia ammalare». Già, perché le conseguenze dirette dell’inquinamento atmosferico, denuncia l’Isde – si traducono in un rischio diffuso per la salute di milioni di cittadini, in particolare quella di bambini, anziani e persone con patologie croniche. «Proprio così – annuisce Romizi – l’inquinamento atmosferico è un killer silenzioso. Per questo ribadiamo l’urgenza di un cambio di passo: occorre rafforzare le politiche di prevenzione primaria, ridurre il traffico veicolare nelle città, potenziare il trasporto pubblico elettrico, eliminare progressivamente i combustibili fossili, vietare la combustione domestica della legna nelle aree già critiche e promuovere città più verdi e più sane. Serve una risposta politica all’altezza della crisi ambientale in corso, con interventi strutturali, equi e tempestivi. La transizione ecologica deve partire dalla difesa della salute, a cominciare proprio dall’aria che respiriamo».
Inquinamento
“Mal’aria di città”: migliora, anche se di poco, l’inquinamento. Cosa fare entro il 2030
04 Febbraio 2025
Il report di Legambiente “Mal’Aria 2025”
Non dissimili i risultati del report “Mal’Aria 2025” di Legambiente, che ha analizzato nei capoluoghi di provincia le concentrazioni di polveri sottili e biossido di azoto: 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Rispetto ai nuovi target europei, sarebbe fuorilegge, oggi, il 71% delle città per il PM10 e il 45% per l’NO2. “Con soli 5 anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare il passo. – dice Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Servono azioni strutturali non più rimandabili: dalla mobilità, con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull’elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, molto critico nel bacino padano. Le misure da adottare sono chiare e le tecnologie pronte: manca il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città”.