in

Farsi un tè può rimuovere piombo e altri metalli pesanti dall’acqua

Una tazza di tè al giorno toglie il medico di torno? Forse no, ma ai già noti benefici di una delle bevande più diffuse e consumate sul pianeta si aggiunge una proprietà finora molto poco conosciuta: le foglie di tè assorbono ioni di metalli pesanti, come il piombo, dall’acqua, contribuendo a depurarla e – almeno questa è l’ipotesi – a ridurre il rischio di patologie cardiovascolari connesse all’esposizione. Qualche evidenza c’era già, ma adesso un team della Northwestern University (Illinois, Usa) ha prodotto uno degli studi sistematici più completi, arrivando anche a stabilire le condizioni ottimali per ottenere la più pura tazza di tè. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Acs Food Science & Technology.

Come spiegano gli autori dell’indagine, la stessa proprietà che fa sì che le foglie di tè rilascino nell’acqua sostanze aromatiche contribuisce alla capacità di attrarre e intrappolare ioni metalli pesanti, come piombo, cadmio e arsenico. Chiarito il motivo, gli scienziati si sono però chiesti se esistessero delle differenze tra vari tipi di tè, metodi e tempi di infusione.

Unione Europea

Ue, da oggi vietato usare Bisfenolo A nei contenitori per alimenti

20 Gennaio 2025

Quello che hanno scoperto è che il tipo di tè più efficiente nel rimuovere i metalli pesanti dall’acqua è il tè nero, soprattutto se macinato fine. Ciò dipende dalla struttura delle foglie e dal fatto che sminuzzandole aumenta la superficie di scambio con l’acqua. Altre tipologie di tè, come quello verde, bianco e oolong, hanno comunque effetti simili. Meno bene, invece, i risultati per rooibos e soprattutto per i fiori di camomilla.

La capacità di filtrare l’acqua, inoltre, varia anche se si utilizza il tè sfuso o il tè in bustina. E il tipo di bustina non è indifferente: quelle di nylon, oltre a rilasciare microplastiche, non contribuiscono quasi per nulla all’assorbimento dei metalli pesanti, così come quelle di cotone; le migliori (che poi sono anche le più utilizzate) sono quelle in cellulosa, una fibra vegetale naturale che è innocua per l’essere umano, compostabile e che appunto contribuisce anche da sola a pulire l’acqua dai metalli pesanti.

Moda

Shein, un test tedesco rivela sostanze tossiche sui vestiti

28 Agosto 2024

Tuttavia, il fattore che fa davvero la differenza nella capacità di filtrazione è il tempo di infusione: più a lungo si lasciano le foglie di tè in acqua, più ioni metallici di piombo verranno rimossi, indipendentemente dalla loro concentrazione iniziale, fino alla soglia di 10 parti per milione (una quantità estremamente tossica, tant’è che il limite di legge per l’acqua potabile stabilito dal D.Lgs.18/2023 è di 10 microgrammi per litro, ossia 0,01 parti per milione). Per questo la migliore tecnica per eliminare i metalli pesanti dall’acqua è quella con cui si fa il tè freddo, quando le foglie rimangono in infusione per 24 ore.

In ogni caso i ricercatori hanno scoperto che col tipico metodo con cui si fa una tazza di tè classica, ossia con acqua poco al di sotto del punto di ebollizione e una bustina di tè lasciata in infusione per 3-5 minuti, si riesce a ridurre la concentrazione di piombo del 15% circa. Anche le concentrazioni di cromo e cadmio risultano ridotte in questo modo.

L’inquinamento da metalli “morde” le arterie e potrebbe aumentare il rischio di infarto ed ictus

18 Ottobre 2024

“Non stiamo suggerendo che tutti inizino a usare le foglie di tè come filtro per l’acqua”, ha affermato Vinayak P. Dravid della Northwestern, tra gli autori dello studio, che sottolinea come i filtri a carbone siano molto più indicati per questo specifico scopo e consentano di rimuovere anche altri inquinanti. Come aggiunge il suo collega Benjamin Shindel, tuttavia, a concentrazioni di piombo simili a quelle che si trovano in Paesi ad alto reddito prepararsi una semplice tazza di tè dovrebbe riuscire a rimuovere dall’acqua una quantità di piombo significativa per la salute: “In una popolazione, se le persone bevessero una tazza di tè in più al giorno, forse nel tempo vedremmo un calo delle malattie strettamente correlate all’esposizione ai metalli pesanti – commenta – Oppure potrebbe aiutare a spiegare perché le popolazioni che bevono più tè abbiano tassi di incidenza inferiori di malattie cardiache e ictus rispetto alle popolazioni che ne consumano meno”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

Sensori autonomi e biodegradabili, l’idea di una startup veneta

Dagli imballaggi al trasporto, come organizzare un trasloco green