Affrontare la crisi climatica e promuovere la sostenibilità ambientale. Nel panorama degli investimenti europei, il settore del Climate Tech, sta emergendo sempre più come un driver chiave della trasformazione economica e tecnologica del Continente. Abbiamo fatto il punto con Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti, che sarà ospite del G&B Festival di Milano il 7 giugno alle ore 16:30.
Nonostante le turbolenze economiche globali, si parla di crescita del mercato cleantech. Vigliotti, a che punto siamo?
“L’Europa è oggi leader nel cleantech, grazie a politiche climatiche ambiziose e a un ecosistema innovativo che genera il 30% dei brevetti mondiali. Nel 2024, gli investimenti hanno superato gli 8,8 miliardi di euro, pari al 22% dei flussi globali. È la fase di scale-up che resta un nodo critico: servono strumenti finanziari più forti e mirati per trasformare le tecnologie verdi in industrie su larga scala. Per questo il ruolo degli attori pubblici è essenziale per attrarre capitali e rafforzare la fiducia del mercato”.
Il cleantech europeo sta guadagnando slancio. Qual è il vostro ruolo?
“Negli ultimi 5 anni, tramite il FEI, abbiamo investito 2,7 miliardi in 75 fondi specializzati di cleantech, ai quali si aggiungono i circa 18 miliardi di euro investiti dalla BEI in progetti che hanno una forte componente climatica-tecnologica. Tuttavia, notiamo che molte delle startup più promettenti faticano a trovare capitali adeguati per crescere in Europa e finiscono per essere acquisite da investitori esteri. Per invertire questa tendenza, abbiamo creato la European Tech Champions Initiative: un programma che punta a sostenere la creazione di 10-15 grandi fondi VC – ciascuno con almeno un miliardo di euro – per finanziare la crescita dei talenti tecnologici e ad assicurarsi che questi abbiano le risorse per crescere e restare in Europa”.
In Italia emergono segnali incoraggianti. Qual è la scena Cleantech?“Secondo i dati di Cleantech for Italy, i finanziamenti sono cresciuti negli ultimi 5 anni, toccando un picco nel 2023 e restando solidi anche nel 2024 con circa 230 milioni di euro raccolti. L’Italia vede le sue startup cleantech nascere soprattutto nei settori agrifood, chimico e dei materiali. Per valorizzare questi punti di forza, è cruciale supportare spin-off universitari e partnership industriali, favorendo la scalabilità e l’adozione delle tecnologie pulite. Con la maturazione dell’ecosistema, crescerà anche il bisogno di finanziamenti per la fase di scale-up e commercializzazione: servono equity late-stage di massa critica e soluzioni di debito per sostenere investimenti industriali più consistenti”.
Quali sono le iniziative di BEI per l’innovazione del clima?
“In uno scenario geopolitico complesso, con il clima ormai ai margini dell’agenda internazionale, BEI ribadisce il suo ruolo di banca del clima Ue: lo scorso anno abbiamo destinato il 60% della nostra attività – oltre 50 miliardi di euro – a favore della transizione verde. E stiamo sviluppando nuovi pacchetti finanziari per sostenere i produttori europei di reti elettriche, oltre che gli investimenti delle PMI in efficienza energetica. Inoltre, a breve lanceremo TechEU: il più grande programma europeo a favore dell’innovazione tecnologica che mira ad attivare investimenti per 250 miliardi di euro entro il 2027, con un forte focus su investimenti in intelligenza artificiale, cleantech, healthtech”.
In che altro modo supportate il climate tech?“Abbiamo avviato partnership pubblico-private per finanziare tecnologie climatiche, tra cui Breakthrough Energy Catalyst di Bill Gates. Inoltre, un esempio di successo finanziato tramite questa partnership è Energy Dome, startup milanese che ha sviluppato una batteria basata sulla conversione della CO?: i 25 milioni in Venture Debt della BEI e i 35 milioni in sovvenzioni Breakthrough Energy Catalyst stanno contribuendo alla costruzione del primo impianto su larga scala in Sardegna”.
Altri esempi di sostegno in Italia?“L’anno scorso abbiamo investito in BeDimensional, startup genovese nata dall’IIT che sviluppa cristalli bidimensionali con proprietà termiche ed elettriche avanzate, e in Tau Group, startup torinese attiva nella produzione di filo ecosostenibile ad alte prestazioni per l’automotive. Inoltre, grazie agli investimenti FEI nei fondi MITO e Linfa Ventures, abbiamo sostenuto indirettamente i-Foria — che ricicla prodotti in cellulosa con soluzioni innovative – e Soplaya, che digitalizza e aggrega ordini per i ristoranti, riducendo sprechi alimentari ed emissioni di CO?”.