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Dal rossetto allo smalto, i consigli per smaltire i cosmetici

Una cipria in frantumi, un mascara secco, uno smalto ormai solidificato. Capita che alcuni cosmetici usati di rado vengano dimenticati e, col tempo, diventino inutilizzabili. Tra polveri e gel, tubetti e flaconi, non è sempre facile capire dove conferire i prodotti e le loro confezioni. Ecco allora una mini-guida al corretto smaltimento, ricordando che ogni Comune ha regole specifiche per la raccolta differenziata ed è pertanto utile controllare le indicazioni locali.

La normativa

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I residui non sono innocui

Prima regola: mai svuotare quel che resta dei cosmetici nel lavandino o nel wc. Questi ultimi contengono, infatti, molti ingredienti sintetici e derivati del petrolio, che non devono essere dispersi nell’ambiente. Non possono finire nello scarico neppure i prodotti che vantano l’etichetta “vegetale” o “biologico”, dato che di rado si tratta di composti al 100% naturali. In generale, gli articoli di bellezza esausti non sono riciclabili e vanno perciò destinati al cestino dell’indifferenziata. Prima di buttarli, meglio raccoglierli in un contenitore chiuso, come un barattolo con coperchio. Attenzione a smalti, solventi, tinte per capelli che, data la loro aggressività, potrebbero richiedere lo smaltimento tra i rifiuti speciali, al pari dei medicinali scaduti.

Il rebus della plastica

Una volta eliminato il contenuto, resta da gestire l’imballaggio. Non sempre è semplice, perché quest’ultimo è spesso formato da più materiali e componenti, come specchietti, pennelli, tappi, spugnette. La maggior parte dei packaging è, comunque, in plastica. In tal caso, è importante verificare la presenza del simbolo del riciclo e conferirli nel bidone corretto.

“Le materie plastiche garantiscono resistenza, flessibilità e protezione ai cosmetici deperibili”, spiegano Ana M. Martins e Joana M. Marto, ricercatrici alla Facoltà di Farmacia dell’Università di Lisbona, in Portogallo, in uno studio pubblicato nel 2023 su Sustainable Chemistry and Pharmacy. “Nel confezionamento dei prodotti di bellezza si usa soprattutto plastica petrolchimica, perché è economica, vanta buone prestazioni ed è facilmente reperibile. Per questi motivi, nonostante il grave impatto ambientale, questo materiale rimane difficile da sostituire. Tuttavia, esistono varie iniziative globali per ridurne l’impiego, anche nel settore cosmetico, tra cui la Ellen MacArthur Foundation e l’Alliance to End Plastic Waste”.

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Anche vetro, metallo, carta

Oltre alla plastica, negli imballaggi vengono utilizzati anche altri materiali. Tra questi il vetro usato soprattutto per le boccette dei profumi (rappresenta circa l’89% del packaging del settore) o per alcune creme di fascia alta, in virtù della sua estetica sofisticata – che va conferito nella relativa raccolta. Lo stesso vale per le confezioni in alluminio o metallo, impiegate per esempio nei rossetti o nei deodoranti in spray, da smaltire nel bidone dei metalli oppure insieme alla plastica, a seconda delle regole comunali. Infine, le scatole e i cartoncini che avvolgono i cosmetici possono essere gettati nella raccolta della carta.

Sulle etichette alcune volte sono riportate le indicazioni per lo smaltimento 

La (lunga) strada verso il packaging sostenibile

A fornire dei dati su questo tema è il report 2024 Osservatorio sulla sostenibilità del settore cosmetico in Italia. Secondo il documento, nei prodotti viene impiegato il 76% di materie prime vergini e il 24% di ingredienti sostenibili, mentre è marginale la quota derivante dal commercio equo e solidale o da materie prime riciclate. Per quanto riguarda le confezioni, l’89% deriva da materie prime vergini e solo l’11% da materiali riciclati. “Non bisogna dimenticare”, si legge nel rapporto, “che tra le materie prime vergini sono incluse anche quelle organiche prive di componenti fossili e quelle certificate sostenibili, come carta e cartone provenienti da foreste gestite secondo gli standard Programme for the Endorsement of Forest Certification (Pefc) o Forest Stewardship Council (Fsc). In ogni caso, le aziende stanno investendo molto nella sostenibilità del packaging, un aspetto cruciale per limitare l’impatto del settore sull’ambiente”.

L’auspicio – come sottolinea anche Erika Colombo, ricercatrice del Laboratorio di Chimica e tossicologia dell’ambiente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, in un articolo del 2022 – è che ai proclami seguano azioni concrete, evitando biasimevoli pratiche di greenwashing.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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