Allenarsi tonifica l’organismo, migliora l’umore, tiene alla larga molte malattie. E potrebbe anche aiutare l’ambiente. È ciò che accade nelle palestre ecologiche, che si stanno gradualmente diffondendo, dove sono presenti luci Led, soffioni per la doccia a risparmio idrico, rubinetti a basso flusso, bidoni per differenziare i rifiuti, bottigliette per l’acqua riutilizzabili. Alcune strutture, poi, vanno oltre, proponendo macchine e attrezzi green.
Produrre energia elettrica pedalando
Una nuova generazione di macchinari sfrutta, per esempio, il movimento degli utenti per generare elettricità. Pare che i primi tentativi in tal senso risalgano al 2007, quando il California Fitness Club di Hong Kong impiegò una tecnologia in grado di convertire l’energia cinetica in energia elettrica. Su questa scia, l’anno successivo, il personal trainer Adam Boesel fondò, in Oregon, negli Stati Uniti, The Green Microgym, la cui sfida era quella di avvicinarsi il più possibile all’autosufficienza energetica proprio attraverso l’allenamento dei clienti. Così creò una spin bike capace di trasformare, tramite il collegamento a un generatore, le pedalate in corrente. “Le mie palestre consumano circa l’85% in meno di elettricità e hanno un’impronta di carbonio che ammonta a circa un decimo rispetto a quella di una palestra tradizionale”, quantifica il proprietario.
Oggi lo stesso meccanismo della bicicletta viene applicato anche a step, cyclette, tapis roulant. Tra le aziende che producono attrezzature di questo tipo c’è anzitutto SportsArt, che offre anche prodotti eco-friendly per la riabilitazione.
Dal legno alla gomma, fino al sughero
Un’altra sfida è quella dei materiali. Dalle balance ball ai rulli addominali, molti attrezzi prodotti in serie e di plastica possono, in realtà, essere realizzati anche con materiali naturali, rinnovabili, riciclabili e a basso impatto. L’azienda Nohrd crea, per esempio, vari macchinari con legni duri, come ciliegio, noce, quercia, provenienti da foreste degli Appalachi gestite in modo sostenibile. Tra le proposte, SlimBeam, attrezzo a cavi con sistema a doppia puleggia; WaterGrinder, macchina che simula il lavoro del velista; WaterRower, vogatore che utilizza una tecnologia basata sul principio della resistenza dell’acqua.
Anche il produttore finlandese FitWood punta, come suggerisce il nome stesso, sul legno: con questo materiale, derivante da foreste scandinave sostenibili, crea anelli da arrampicata e spalliere di alta qualità. A partire da gomma di pneumatici recuperati, plastica riciclata, acciaio, il marchio svedese Eleiko produce, invece, pesi per un allenamento a 360 gradi.
E ancora, Paragon propone corde in pelle per saltare, mentre Casall realizza tappetini da yoga in sughero, estratto a mano senza danneggiare o abbattere gli alberi. In più, per chi volesse, molti di questi attrezzi sono perfetti anche da utilizzare a casa.
Abbigliamento sportivo eco-friendly
Importante pure scegliere l’abbigliamento giusto. Si calcola che ogni anno la produzione di capi sportivi in poliestere provoca oltre 700 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio e utilizza una quantità di petrolio pari a quella che servirebbe per alimentare 47mila navi da crociera. Ma le alternative, per fortuna, non mancano. Allbirds, per esempio, realizza scarpe da ginnastica utilizzando fibre naturali come lana, canna da zucchero, eucalipto. Inoltre, i suoi lacci vengono creati a partire da bottiglie di plastica riciclata, mentre le solette contengono olio di ricino.
Community Clothing, impresa con sede nel Regno Unito, ha di recente messo a punto la linea Organic Athletic, che comprende indumenti di cotone biologico certificato, elastici in gomma naturale, istruzioni per manutenzione e lavaggio scritte con un inchiostro non tossico a base d’acqua. L’azienda sta, inoltre, collaborando con varie università per sviluppare nuovi materiali sostenibili. Tra questi, l’acetato di cellulosa, una fibra di origine vegetale che può essere facilmente riciclata.