Dalle paludi del cibo (food swamp) in cui si rischia di rimanere impantanati tra fast food e fornitori di cibo spazzatura, alla smart fashion che creerà un nuovo abbigliamento in grado di monitorare i parametri corporei e al tempo stesso attento alla sostenibilità dei materiali: sono due dei lemmi presenti nel nuovo glossario della sostenibilità, rigorosamente in inglese, con tutti i termini della sostenibilità, in particolare della moda, il primo glossario che si occupa di moda e food sostenibili, pensato per quelle che sono due industrie che hanno fortemente a che fare con la vita quotidiana delle persone; un glossario progetto per la moda e la ristorazione di domani. Il glossario è una vera meta-risorsa di tipo accademico, perché per ogni lemma c’è un’ampia indicazione bibliografica. È pensato non solo per gli studenti universitari, ma per tutta la comunità, in particolare per la cosiddetta “generazione green”, quei giovani che pur professando di vivere sostenibilmente, in realtà non sono veramente consapevoli e partecipi di quali possano essere le scelte sostenibili in fatto di alimentazione e moda.
Si tratta di uno dei risultati di un progetto di educazione alla sostenibilità guidato da ModaCult-Centro per lo Studio della Moda e della produzione culturale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha portato, tra il 2023 e il 2024, a curare lo sviluppo e la sperimentazione di strumenti formativi per l’educazione alla sostenibilità nei due settori, oggi disponibili anche su EDUOPEN, piattaforma online che offre corsi universitari gratuiti e aperti a tutti in Italia, realizzata da un network di università e supportata dal Ministero dell’Istruzione. L’iniziativa si è svolta nell’ambito di un progetto europeo che ha coinvolto 8 partner in 6 Paesi dell’Unione Europea, tra università, imprese e realtà del terzo settore e dimostra, come riferito nel contributo curato dalla prof.ssa Silvia Mazzucotelli Salice pubblicato nel volume “Nuevos aprendizajes tecnologizados con aplicaciones culturales y didácticas”, che l’apprendimento collaborativo online oltre a favorire l’acquisizione di nuove competenze possa incidere positivamente sulle attitudini e, in alcuni casi, anche sui comportamenti degli studenti verso la sostenibilità, rafforzando l’apprendimento attivo e consapevole. Si tratta di un progetto COIL (Collaborative Online International Learning), risultato di grande utilità pratica ai fini dell’apprendimento dei temi della sostenibilità.
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“Il nostro obiettivo, condiviso con un ampio team internazionale di docenti, ricercatori e professionisti, non era solo trasmettere conoscenze, ma creare le condizioni perché gli studenti potessero confrontarsi con altri punti di vista, rivedere criticamente le proprie abitudini e iniziare a trasformarle. È in questa connessione tra consapevolezza, scelte quotidiane e responsabilità sociale che si gioca oggi l’educazione alla sostenibilità” – sottolinea Mazzucotelli Salice, a nome del gruppo di lavoro coordinato da ModaCult nell’ambito della rete europea del progetto Fashion & Food for Sustainability.
Il progetto Fashion & Food 4 Sustainability – ha avuto un approccio formativo sistemico, volto a ripensare l’offerta formativa universitaria e rafforzare le competenze di diversi attori nei settori moda e food, spiega Mazzucotelli Salice. Il progetto comprende anche lo sviluppo di materiali didattici, moduli formativi e strumenti innovativi per la sensibilizzazione e la formazione sui temi della sostenibilità nei settori moda e agroalimentare. Finora ha portato a una serie articolata di risultati, tra cui sei moduli didattici interdisciplinari e multilingue sulla sostenibilità (oggi disponibili gratuitamente sulla piattaforma EDUOPEN), il glossario della sostenibilità, una guida metodologica per docenti interessati a integrare questi strumenti nei propri percorsi formativi, materiali formativi pensati anche per target extra-universitari (giovani imprenditori, funzionari pubblici, professionisti locali), spiega Mazzucotelli Salice.
Nella sua fase iniziale pilota, il progetto ha coinvolto i primi 100 studenti di varie nazionalità da 4 università europee (Italia, Spagna, Paesi Bassi e Polonia) che per sei settimane hanno lavorato insieme su attività didattiche collaborative online e progetti interdisciplinari finalizzati alla riflessione critica sui temi della sostenibilità nei settori della moda e della produzione alimentare, attraverso lavori di gruppo interdisciplinari, forum di discussione, presentazioni finali, tutto tramite web. Gli studenti, attualmente quelli coinvolti sono quasi 400, hanno anche compilato dei questionari sia all’inizio, sia alla fine dello studio. “Ebbene, dai questionari e dai focus group è emerso che, al termine delle sei settimane, una parte significativa degli studenti ha dichiarato di aver maturato una maggiore consapevolezza riguardo all’impatto delle proprie scelte quotidiane in ambito alimentare e di consumo, e di aver compreso meglio come orientarsi verso pratiche più sostenibili. In particolare, il 33% ha affermato di aver cambiato il proprio modo di pensare alla sostenibilità, mentre il 23% ha dichiarato di aver modificato alcuni comportamenti concreti. Inoltre, l’82% degli studenti ha riscontrato un miglioramento delle proprie competenze comunicative in contesti internazionali, e il 79% ha riferito una maggiore flessibilità mentale, dimostrando come l’esperienza abbia favorito anche lo sviluppo di soft skill trasversali”, rileva l’esperta.
“Molti studenti si riconoscono nella cosiddetta ‘generazione green’, ma il percorso formativo ha fatto emergere quanto questa identificazione sia spesso ancora superficiale. Solo confrontandosi con contenuti e pratiche della sostenibilità in modo strutturato, è stato possibile per loro iniziare a tradurre i valori in scelte quotidiane concrete. Questo ci ricorda che la sostenibilità, per diventare davvero parte della vita, deve essere sostenuta da strumenti culturali e formativi capaci di connettere riflessione critica e cambiamento degli stili di vita” – conclude Mazzucotelli Salice.