Percorsi ciclopedonali a tre livelli, che collegheranno le mura con il centro città e poi aree sportive e alberi, molti alberi. Siamo a Ferrara dove andare in bici non è solo una scelta etica, ma uno stile di vita collaudato da decenni. Proprio qui, nella terra delle due ruote, sorgerà un nuovo parco urbano di oltre 55 mila metri quadrati con 1500 alberi chiamato “Central Bosc”. Obiettivo: bruciare 142 tonnellate all’anno di anidride carbonica prodotte soprattutto dalle auto. Il segno di quanto molte città in Italia stiano facendo non solo verso la mobilità sostenibile, ma per migliorare la qualità dell’aria dei centri urbani, soffocati da un trasporto pubblico e privato, fonte prima di inquinamento. Come confermano i dati del report redatto da Legambiente “Mal’Aria delle città” appena pubblicati. “Bosco e piste ciclabili serviranno a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. È stato dimostrato che in un’area verde urbana, rispetto a dove c’è cemento, la differenza di temperatura arriva ad essere anche di cinque gradi”, conferma l’amministrazione ferrarese.
Pedalare fa bene all’aria e alla salute
Ma Ferrara non è la sola città a puntare per il 2025 sulle due ruote e il verde pubblico. Pesaro ad esempio. Per l’ottavo anno consecutivo la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ha confermato la città delle Marche “Comune Ciclabile 2025”: si tratta di un riconoscimento che Fiab attribuisce alle amministrazioni più virtuose in termini di mobilità sostenibile. Non è un caso che il riconoscimento sia andato a Pesaro “Città della Bicicletta” da anni, un Comune che sta investendo molto sulla promozione della mobilità dolce. È la città della Bicipolitana, l’infrastruttura nata inizialmente per collegare i diversi quartieri del centro al mare, ma che negli anni si è trasformata in una rete di collegamenti strategica. Ed è così che la Fiab ha attribuito a Pesaro il punteggio massimo di 5 “bike smiles”.
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Bike smiles: uno strumento non solo un riconoscimento
Ma cosa sono i bike smiles? Anche quest’anno è partito il progetto ComuniCiclabili, l’iniziativa promossa dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta con l’obiettivo di valutare l’impegno dei comuni italiani nell’incoraggiare la ciclabilità come modello di mobilità sostenibile. Sì perché se da una parte aumentano di chilometri di piste ciclabili, dall’altra bisogna convincere i cittadini a lasciare a casa l’auto. Per questo la Fiab è a disposizione delle amministrazioni comunali. I bike smiles riconoscono questo legame e i passi avanti fatti insieme. Spiegano alla Fiab: “Ma non si tratta solo di un riconoscimento, ma di uno strumento che offre ai comuni indicazioni concrete per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini e promuovere stili di vita sostenibili. Le bandiere gialle non sono semplici simboli, ma segnali tangibili di un cambiamento concreto nelle politiche urbane e nel modo di vivere la città”. Nel 2024 sono stati coinvolti 180 Comuni e, attraverso il progetto, sono stati assegnati dei “bike smile”, delle bandiere gialle che attestano il miglioramento della qualità della vita urbana.
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Andare in bici nelle città
Aosta ad esempio è passata da per il suo impegno nella realizzazione nel 2024 di 15 chilometri di piste ciclabili che uniscono tutti i quartieri della città: con le zone periferiche ricucite al centro. “Erano molti anni che non si viveva un impatto così forte” ha detto il sindaco Gianni Nuti. E poi Ascoli Piceno, che ha ottenuto il terzo bike smile, confermando un forte impegno nella promozione della bicicletta come mezzo di trasporto urbano: ha appena inaugurato un ponte ciclopedonale sul torrente Lama che porta verso i Colli del Tronto. Infine, un’importante novità: Rocca San Giovanni (CH), comune abbracciato dalla Via Verde dei Trabocchi, fa il suo debutto nel programma con il massimo riconoscimento di bike smiles. E poi le grandi città.
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La sfida al Sud Italia
“Venti comuni hanno confermato il loro impegno nel migliorare la mobilità sostenibile e nella creazione di città bike-friendly. Tra questi, spiccano città come Firenze, Bologna, Piacenza, Sestri Levante, Merano. A questo proposito Fiab lancia una sfida ai Comuni del Sud, dove la mobilità ciclistica è meno diffusa. L’intenzione della Fiab è di affrontare questo divario: “Bisogna portare avanti un vero e proprio cambiamento culturale, trasformando la mobilità sostenibile in una priorità per tutte le amministrazioni, con un focus speciale sulle infrastrutture ciclabili e sul potenziamento del cicloturismo”. Alessandro Tursi, Presidente della Fiab: “Le amministrazioni del Mezzogiorno hanno una grande opportunità: le infrastrutture ciclabili richiedono investimenti relativamente contenuti rispetto ad altre opere pubbliche e, con l’introduzione delle bici elettriche, anche i dislivelli possono essere facilmente superati. Il turismo in bicicletta sta registrando numeri impressionanti e può rappresentare un volano economico di enorme valore per i territori”. I comuni italiani hanno ancora tempo fino al 15 febbraio per aderire a questa edizione di ComuniCiclabili.
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Diritti e salute delle giovani generazioni: Fiab e Unicef insieme
Secondo il report sul climate change di Unicef, un miliardo di bambini nel mondo vive in paesi ad altissimo rischio e il 99% di tutti i bambini è esposto ad almeno uno dei principali rischi, shock o stress climatici e ambientali. Per questo Unicef ha deciso di stringere una collaborazione con Fiab. Le due associazioni cercheranno insieme di promuovere iniziative per far comprendere alle amministrazioni locali quanto sia necessaria una trasformazione delle nostre città e sui rischi reali legati alla crisi climatica. Obiettivo: trovare strategie per affrontare transizione ecologica, sfruttando l’enorme potenziale offerto della bicicletta, che fa bene all’ambiente e alla salute. Chiara Ricci, direttrice dell’Ufficio Sostenibilità e Climate Change di Unicef Italia: “La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini e degli adolescenti, più vulnerabili e più colpiti. Proprio loro che sono i meno responsabili delle cause del cambiamento climatico”.