L’intelligenza artificiale ha iniziato a dialogare con l’acqua di Bruges, grazie al progetto Blue4Green, sostenuto da circa 5 milioni di euro del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (ERDF) e pensato per rendere la città fiamminga più resiliente di fronte alle sfide urbane più urgenti. C’è una leggenda, a Bruges, che dice: se i cigni sparissero dai canali, la città sarebbe maledetta. E allora, ogni anno, si contano i loro colli bianchi: devono essere almeno 52. È un patto tra storia e natura, stretto nel 1488 dopo l’esecuzione del funzionario imperiale Pieter Lanchals. Ma oggi non è più una maledizione a minacciare Bruges, bensì il cambiamento climatico: ondate di calore, siccità, piogge torrenziali e acque sempre più calde che alimentano la proliferazione di alghe tossiche.
Un laboratorio d’innovazione
A raccontare i dettagli del progetto è Astrid Stroobandt, coordinatrice del Comune di Bruges, che ha presentato i primi risultati al Cities Forum di Cracovia, evento della European Urban Initiative (EUI) e della Commissione Europea – DG REGIO. “Quando penso a Bruges mi viene in mente un’immagine generata dall’intelligenza artificiale: cioccolato, birra, merletti e cigni. Ma oggi vogliamo trasformarla in una smart water city, una città balneabile dove la natura è ascoltata in tempo reale”.
Blue4Green nasce per affrontare un paradosso: una città che sembra galleggiare sull’acqua ma che fatica a gestirla. Bruges è storica, impermeabilizzata, vincolata, con un solo punto d’ingresso e uno di uscita per l’acqua. Non si possono scavare serbatoi sottoterra, e i vecchi sistemi idraulici – fatti ancora di travi di legno mosse a mano – non bastano più.
Le soluzioni per vivere con l’acqua
Il cuore del progetto si fonda su tre pilastri operativi:
- Automazione dei flussi idrici: l’installazione di sensori e l’uso di algoritmi permetteranno di aprire e chiudere le chiuse in modo automatico, in base a parametri aggiornati su qualità dell’acqua, quantità, inquinanti e rischio di overflow.
- Qualità e previsione: verranno posizionati piattaforme galleggianti (pontoons) per la depurazione naturale dei canali e si analizzeranno campioni per anticipare le fioriture di alghe blu, tossiche per persone e animali. In questo lavoro è coinvolta anche l’Università di Gent, partner scientifico del progetto. E’ il professor Peter Goethals a condurre gli esperimenti per migliorare la qualità delle acque.
- Un’unica piattaforma per dati e persone: oggi, molte informazioni sono sparse in file Excel tra vari dipartimenti. Blue4Green le raccoglie in un’unica dashboard, accessibile anche ai cittadini. “Vogliamo dire chiaramente quando si può nuotare nei canali e quando no” spiega Stroobandt.
Un “Tinder” della natura
Non solo acqua. Blue4Green prevede sensori anche nel terreno e sugli alberi per misurare lo stress idrico delle piante urbane. L’obiettivo? Intervenire prima che sia troppo tardi. “Quello che stiamo facendo è mettere tutta la natura online e darle una voce. È un po’ come un ‘Tinder’ della natura” spiega Stroobandt, “facciamo incontrare domanda e offerta: un albero che è in stress idrico e un pozzo che può aiutarlo”.
Una rete intelligente che collega dati ambientali, scelte operative e bisogni delle persone, con uno sguardo a lungo termine. Bruges sta costruendo un digital twin: un modello digitale della città e dei suoi flussi idrici, da usare per simulare scenari e ottimizzare gli interventi.
Una best practice replicabile
Grazie a un accordo regionale, Bruges lavora in sinergia con altre città fiamminghe, come Leuven e Roeselare, condividendo infrastrutture, piattaforme e costi. È un esempio concreto di cooperazione urbana, dove l’innovazione non è solo tecnologia, ma anche condivisione e governance. E mentre si contano i cigni, Bruges dimostra che anche i simboli possono trovare nuova vita nel digitale. Che una leggenda può convivere con i sensori. E che una città medievale può essere pioniera nell’affrontare – con creatività e rigore – le conseguenze della crisi climatica.