La sassifraga è una scelta molto diffusa per dare un tocco di colore a giardini, balconi e interni. Si tratta di una splendida pianta erbacea dalle tonalità delicate, apprezzata per la sua bellezza e la sua grande resistenza, visto che si adatta anche alle condizioni più avverse. Estremamente robusta e avvolta in un fascino unico, la sassifraga è semplice da coltivare e richiede una bassa manutenzione.
Dove piantare la sassifraga?
Parte della famiglia delle Saxifragaceae, la sassifraga è originaria delle regioni montuose dell’Asia, del Nord America e dell’Europa e il suo nome botanico è saxifraga. Nota anche come spacca sasso, i suoi fiori colorati danno vitalità a luoghi freddi e aspri e proprio da questo deriva il suo nome, dal latino saxifraga, che significa “pianta che spacca le rocce”.
Questa pianta si presta per decorare interni e balconi e donare colore in aiuole e giardini rocciosi, vista la sua capacità di crescere tra le fessure delle rocce. Presente in tantissime specie differenti, alcune annuali mentre altre perenni, tutte le varietà della sassifraga si sviluppano al meglio in ambienti dal clima fresco.
Per quanto riguarda il luogo dove coltivarla, è bene sceglierne uno dalla parziale esposizione solare e che sia riparato dal vento: la luce solare indiretta stimola la fioritura della pianta e la rende rigogliosa. Proprio per questo, un’ottima soluzione è collocare la sassifraga all’esterno sotto piante più alte, in modo da filtrare i raggi solari diretti, mentre negli interni è indicato sistemarla su un davanzale che sia rivolto a nord, per un’esposizione moderata, oppure a est, consentendo di contare su una luce delicata al mattino. La pianta si adatta anche all’ombra, ma questa determina una sua minore crescita, e le temperature che preferisce vanno dai 7 ai 18 gradi. Nelle zone con estati calde è consigliato fare in modo che la pianta si trovi in un luogo ombreggiato al pomeriggio per proteggerla dalle temperature alte, tenendo conto che non tollera bene il caldo intenso, a differenza del freddo che non teme. La resistenza della sassifraga la rende capace di prosperare in molteplici ambienti anche se predilige un terreno ben drenato e fertile.
Coltivazione in giardino e in vaso della sassifraga
La sassifraga ha un portamento tappezzante o strisciante, è bassa, compatta e presenta foglie pelose e fiori di piccole dimensioni, che di solito sono raggruppati in grappoli e i cui colori vanno dal rosa, al rosso, al giallo per giungere al bianco.
Tendenzialmente la pianta fiorisce durante la primavera, anche se alcune delle sue specie sbocciano durante l’estate o l’autunno. Il periodo ideale per piantarla è la primavera oppure l’autunno. Prima di procedere con la semina in giardino, è necessario preparare il terreno, eliminando eventuali detriti ed erbacce per poi aggiungere del compost decomposto allo scopo di rendere il terreno più fertile: visto che la pianta ama i terreni rocciosi, si può inserire nel substrato della ghiaia in modo tale da renderlo ancora più drenante. I semi vanno piantati a 1-2 centimetri di profondità, premendoli sul terreno, lasciando tra ciascuno 30 centimetri di distanza.
La sassifraga è adatta anche alla coltivazione in vaso: la pianta è molto scenografica se posta sul balcone in cesti appesi, con rami pendenti. Prima di procedere con la semina, è necessario porre sul fondo del vaso scelto uno strato di argilla espansa in modo da drenare l’eventuale acqua in eccesso, e ricorrere a un terriccio per pianta da fiore. Ogni 2 settimane si può aggiungere del fertilizzante liquido all’acqua impiegata per l’irrigazione. Per quanto riguarda il rinvaso, questo va eseguito ogni anno all’inizio della primavera, ricorrendo a un contenitore un po’ più grande di quello precedente.
La sassifraga può essere prorogata durante la primavera tramite varie tecniche, tra cui la talea, metodo semplice che prevede di tagliare le punte di stoloni sani con giovani gruppi di foglie, per poi farle radicare in un terreno drenato e umido, garantendo luce indiretta e un’irrigazione adeguata.
Come irrigare la sassifraga e quali altri interventi eseguire
La manutenzione della sassifraga è facile e richiede poche e semplici azioni. Dalla crescita vigorosa, nella sua cura l’irrigazione riveste un ruolo cruciale, dovendo essere svolta regolarmente e in modo abbondante: se è fondamentale che il terreno sia sempre umido e non risulti mai asciutto, dall’altro lato è altrettanto importante non renderlo neanche zuppo, evitando così i ristagni idrici responsabili del marciume radicale. Nel corso dell’inverno le irrigazioni vanno moderate, assicurandosi che tra una e l’altra il terreno sia effettivamente asciutto, aumentando la frequenza delle annaffiature in primavera e in estate, periodi in cui dare da bere alla pianta più volte alla settimana.
In merito alla concimazione, questo intervento può essere eseguito durante il periodo vegetativo, in primavera o in estate, ricorrendo a del fertilizzante liquido contenente azoto, fosforo e potassio, da aggiungere nell’acqua di irrigazione.
La sassifraga non richiede particolari operazioni di potatura, dovendosi limitare a rimuovere i fiori appassiti e le foglie all’inizio della primavera, in modo tale da stimolare la formazione di nuovi fiori. Qualora la pianta diventi molto grande nel corso del tempo, in autunno e primavera può essere divisa: per svolgere questo intervento è necessario sollevarla in modo delicato per poi dividerla con un coltello in diverse sezioni, da piantare in un altro luogo.
Cura della sassifraga: malattie e parassiti
Nella cura della sassifraga è importante tenere conto di come possa essere incline a diverse problematiche tra le quali il marciume radicale, criticità da prevenire assicurandosi sempre un terreno drenato e non irrigandolo mai in modo abbondante.
Inoltre, la pianta è soggetta all’attacco di afidi, che succhiano la sua linfa vitale, come anche le cocciniglie: i primi vanno trattati con antiparassitari sistemici per rimuoverli, mentre le seconde ricorrendo a un batuffolo di cotone imbevuto con alcol oppure a un prodotto ad hoc. Tra i rimedi naturali per eliminare i parassiti ci si può affidare all’olio di neem, da nebulizzare sulle foglie, oppure a uno spray con pomodoro o aglio o ancora a pesticidi a base di sapone biologico. Nel caso di infestazioni gravi è necessario usare pesticidi specifici.