Qualcosa nell’edilizia scolastica italiana si sta muovendo. Layout circolari e specifiche tecniche innovative, scuole progettate con sistemi costruttivi a secco, come grandi Lego, per spingere sull’acceleratore della circolarità, raggiungere la massima flessibilità e la possibilità di smantellare l’edificio a fine vita, riciclando i materiali di costruzione. Questi i principi alla base di quattro edifici, che potrebbero diventare veri e propri prototipi: una scuola primaria in costruzione a Conegliano (Treviso), una scuola per l’infanzia appena inaugurata ad Alzano Lombardo (Bergamo), un altro asilo a Venaria Reale (Torino) e un istituto tecnico a Cervignano del Friuli (Udine) in fase di progettazione, tutti edifici nZEB (nearly Zero Energy Building, ovvero ad altissima efficienza energetica), immersi nel verde e inondati di luce naturale.
I due architetti che li hanno progettati sono Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini (studio C+S Architects, con sedi a Treviso e a Londra). Lavorano a progetti di edilizia scolastica dal 1998, le loro scuole sono note a livello internazionale e nel recente passato sono state utilizzate dal ministero dell’istruzione come best practice per formulare le linee guida per i concorsi di progettazione. Il fatto che non siano proprio gli ultimi arrivati lo certificano anche istituzioni di assoluto rilievo internazionale che hanno esposto i loro progetti: il MoMa di New York, il RIBA di Londra, la Triennale di Milano, la Biennale di Venezia e altri prestigiosi luoghi espositivi a Parigi, Vienna, Oslo. “Il tema della sostenibilità ambientale in una scuola ha un indubbio valore pedagogico”, sostengono Cappai e Segantini, la cui ricerca è indirizzata verso un’architettura green, innovativa. E bella. Per Alessandra Segantini “la bellezza è una delle componenti fondamentali che può salvare la nostra società. Negli ultimi anni in Italia sono state costruite troppe scuole brutte, abbiamo una normativa ferma al 1975 (non è cambiato niente da allora?). È tempo di cambiare strada e noi ce la stiamo mettendo tutta”. Proviamo ora a immergerci nei quattro edifici scolastici e a descriverne dettagliatamente le caratteristiche.
Scuola primaria Gianni Rodari, cascate di luce naturale e aule aperte sul parco
A Conegliano, nella parte settentrionale di un lotto precedentemente occupato da un parcheggio, la nuova scuola a pianta circolare, in costruzione, si sviluppa su un unico livello. Il progetto conserva gli alberi esistenti nel giardino pubblico (due filari di tigli e due grandi cedri) e aggiunge nuovi tigli, alberi di cachi, siepi di lavanda, salvia e rosmarino, betulle nelle corti interne. “La lavanda in primavera e i cachi in autunno porteranno i colori della natura dal parco all’interno delle aule”, dice Segantini. L’ingresso principale conduce a un ampio atrio illuminato da una serie di lucernari scavati nel volume del tetto. Dall’atrio, un sistema di spazi collettivi, articolato attorno a due corti centrali, si dirama in tutte le direzioni. È un sistema fluido, si contrae e si espande, generando spazi flessibili e disponibili anche alle esigenze della comunità.
Mutuando la tipologia delle scuole all’aperto, le dieci aule sono disposte lungo il perimetro dell’edificio in stretta continuità visiva e fisica con il giardino e definiscono l’involucro della scuola con un profilo frastagliato al di sotto di un tetto aggettante, che circoscrive un ampio portico perimetrale. In questo modo, ogni aula ha un accesso diretto al giardino e uno spazio esterno coperto, utilizzabile per attività en plein air. Le pareti perimetrali, costituite da uno strato di policarbonato alveolare traslucido all’esterno e da vetro stratificato all’interno, permettono alla luce di filtrare e diffondersi morbidamente nelle aule, che potranno così godere di un’illuminazione naturale ottimale. Grandi vetrate fisse, all’interno, si affacciano sugli spazi collettivi. L’involucro edilizio è altamente performante ed è dotato di un sistema impiantistico in grado di minimizzare i fabbisogni energetici. Il progetto prevede l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, grazie all’installazione di un’ampia superficie di pannelli fotovoltaici sul tetto. La scuola è in classe energetica nZEB e gli impianti sono gestibili da remoto. La struttura in acciaio è riciclabile a fine vita dell’edificio. Il sughero utilizzato per la pavimentazione è una materia prima naturale biodegradabile, riciclabile e rinnovabile al 100%.
Scuola dell’infanzia “Arca di Noè”, con gli animali di Enzo Mari
Inaugurato il 7 gennaio nel parco storico di Villa Paglia, la nuova scuola dell’infanzia “Arca di Noè” ad Alzano Lombardo è all’avanguardia per l’innovazione spaziale e la sostenibilità energetica. Il progetto è profondamente radicato nel territorio e nella storia del design italiano. Per Alessandra Segantini “questa scuola rappresenta un approccio innovativo alla progettazione di spazi educativi. Abbattendo le barriere e lavorando sulla trasparenza e la visibilità tra i diversi spazi, si favorisce la creatività e la socializzazione tra i bambini, i loro insegnanti, le famiglie e l’intera comunità”.
Il nuovo asilo è rivestito in mosaico di vetro bianco, è dotato di vetrate con serramenti in bronzo, scandito da una serie di shed in copertura ed è immerso nel parco. La copertura a shed è un omaggio al passato industriale di Alzano, cittadina famosa per il suo cemento bianco e costituisce anche una metafora della scuola come fabbrica della conoscenza. Realizzato grazie a un co-finanziamento di Regione Lombardia, GSE, Fondazione Cariplo e Comune di Alzano Lombardo, è costato 5,5 milioni di euro. Grazie all’uso di fonti energetiche alternative, il fabbricato raggiunge i massimi livelli di efficienza energetica, diventando il primo edificio pubblico classificato come nZEB per la comunità di Alzano Lombardo. La particolarità più originale della scuola è il riferimento a un maestro del design del Novecento: sul muro esterno in calcestruzzo disattivato rosso, che costeggia la rampa d’accesso, sono incise le figure degli animali del puzzle che Enzo Mari progettò per Danese nel 1957. “La domenica, mia mamma e mia nonna spargevano i pezzi del puzzle su un tavolo davanti al camino e mia sorella ed io giocavamo a ricostruirlo. Amavo quel gioco, amavo toccare il legno, vedere come tutti i pezzi si univano per formare un tutto in cui le figure si abbracciavano. Il calore di quel momento è rimasto con me e volevo che ogni bambino di Alzano sentisse quel calore nella sua scuola, quella gioia di giocare mentre si impara. Per questo motivo ho proposto di incidere gli animali di Mari lungo il sentiero che porta all’asilo, come se la scuola fosse una moderna Arca di Noè, che salva il mondo, un luogo in cui tutti, animali, bambini, piante, si abbracciano”, spiega Alessandra Segantini. L’ippopotamo ospita il deposito per passeggini e tricicli, il maiale e il toro diventano l’aerazione della centrale termica.
Nonostante si sviluppi su un unico livello, la scuola esplode in altezza all’interno, grazie a una sezione complessa che cattura la luce non solo dalle grandi finestre della facciata ma anche dalla copertura a shed. Tutti gli spazi interni possono essere facilmente trasformati in laboratori d’arte, aree per attività digitali e teatrali, palestre. La stessa flessibilità consente anche alla comunità di utilizzare la scuola oltre l’orario regolare. Ampie vetrate sembrano invitare il verde del parco circostante a fluire verso l’interno da tutte le direzioni. Due corti scavano l’edificio come stanze speciali, consentendo anche ai più piccoli di stare all’aperto senza pericoli. Le corti sono pavimentate con un tappeto anti-shock morbido dove ritroviamo, colorati, gli animali di Enzo Mari. La luce naturale indiretta e diffusa, che scende dall’alto, bilancia la luminosità delle vetrate e delle corti. Sul lato ovest, le sei sezioni della scuola si affacciano sul parco di Villa Paglia, con i suoi alberi secolari e il pergolato storico. Tutte le aule hanno un’uscita diretta sul portico esterno.
Centro per l’infanzia Andersen, cassa di risonanza per la pioggia
Il centro per l’infanzia Andersen, in fase di progettazione definitiva, sarà costruito all’interno del giardino del quartiere di edilizia popolare APC Fiordaliso a Venaria Reale. L’area su cui è prevista la costruzione interessa una porzione di circa 6mila metri quadrati, dove attualmente è presente un vecchio asilo, che verrà demolito. La scuola è concepita come una spirale che dalla città arriva allo spazio intimo del bambino, lo protegge, ma al tempo stesso lo ispira e dunque può essere vista anche in senso opposto: come il percorso educativo che guida il bambino a essere parte di una comunità. “Vorremmo rivestire gli ambienti interni con superfici porose, delicate: il sughero sarà posato sui pavimenti e rivestirà anche le pareti, fino all’altezza dei bambini”, spiega Segantini.
Il progetto propone un grande tetto a falde, ventilato, che circonda una corte centrale porticata, il fulcro del centro per l’infanzia. Il nuovo Andersen è progettato come un padiglione immerso in un giardino: l’edificio, a pianta circolare, è allo stesso tempo intimo, perché un muro in terra cruda lo difende dall’esterno, creando un recinto, e pubblico perché tutti gli spazi si affacciano sulla piazza-giardino centrale. Una sequenza regolare di pilastri lignei accoppiati e di finestre scorrevoli ritma lo spazio del porticato, filtro tra esterno e interno. Il tetto a falde, in zinco, è disegnato dalle nervature della struttura e diventerà la cassa di risonanza per il suono della pioggia. Si è deciso di non tagliare nessuno degli alberi di valore presenti sul lotto. Il giardino sarà realizzato con piccole differenze orografiche e piantumato con orti urbani, anche per uso comunitario. Pilastri accoppiati in legno, un sistema di capriate rovesce e pannelli in X-LAM, solai interni in sughero, muri in terra cruda: tutti materiali naturali e riciclabili. La struttura è progettata completamente a secco e pertanto facilmente smontabile al termine del ciclo di vita dell’edificio. L’involucro edilizio ad alte prestazioni e un sistema impiantistico in grado di ridurre al minimo il fabbisogno energetico, consentono la realizzazione di un altro edificio in classe energetica nZEB.
Istituto Tecnico Malignani, piazza interna con materiali industriali e naturali smontabili
Ancora in primo piano la sostenibilità energetica e ambientale del progetto, con materiali ecocompatibili e smontabili per garantire la circolarità costruttiva: strutture metalliche; blocchi in calcestruzzo cellulare tipo Ytong, costituiti da calcestruzzo aerato autoclavato, un materiale che ha proprietà di isolamento termico ed è in grado di assorbire e imprigionare nella sua struttura fino a 70 kg di CO2 per ogni metro cubo; solai in pannelli portanti X-LAM; rivestimenti e pavimenti in sughero. Il nuovo Istituto Malignani di Cervignano del Friuli, in fase di progettazione esecutiva, è finanziato dal ministero dell’Istruzione per un costo complessivo di 7,5 milioni di euro. Il ministero sta gestendo direttamente il processo di costruzione. Anche in questo caso la certificazione nZEB è assicurata dal progetto architettonico. L’area aperta circolare, una sorta di piazza coperta interna, è il centro della composizione. Su questo spazio a doppia altezza, inondato di luce zenitale e coperto da un’elegante struttura in acciaio, si affacciano le aule e gli ambienti pubblici, accessibili alla comunità dopo l’orario scolastico: una sala polivalente/auditorium, una piccola biblioteca, una sala studio e vari laboratori. Questi ultimi, tutti situati al piano terra, possono diventare micro-incubatori in grado di collegare gli studenti all’industria.
Ampie vetrate garantiscono gli affacci delle aule sul giardino. Una scala a chiocciola, un ascensore e una seconda scala di sicurezza conducono alla galleria a sbalzo del primo piano. La galleria serve dieci aule, un blocco di servizi igienici, gli uffici amministrativi. “Abbiamo progettato uno spazio-struttura modellato sulle forze in gioco: le travi in acciaio aumentano di spessore quando sono sottoposte a maggiori sollecitazioni, dando forma a una danza strutturale leggera e trasparente”, afferma Alessandra Segantini. La ricerca progettuale di Cappai e Segantini compie un passo importante nella costruzione di scuole innovative, sostenibili nel loro ciclo di vita e nel risparmio di materia ed energia, flessibili, a servizio della didattica contemporanea e aperte alle comunità locali, in un rapporto stretto con il verde urbano.