Materiale di origine naturale, anche noto come asbesto, l’amianto presenta una struttura cristallina, composta da fasci di fibre molto fini. Appartenente alla classe dei silicati, questo minerale si distingue per la sua notevole durata e la resistenza al calore e al fuoco, peculiarità che lo hanno reso ampiamente diffuso. Tuttavia, negli anni è stato scoperto come rappresenti una minaccia per la salute dell’uomo a causa del possibile rilascio di fibre microscopiche nell’ambiente che, se inalate, portano all’insorgere di gravi patologie, in particolare a carico degli organi respiratori. Da oltre 30 anni vietato, vista la sua pericolosità, è molto importante saper riconoscere l’amianto e come smaltirlo correttamente.
Amianto: le caratteristiche e gli effetti dannosi
L’amianto è un silicato dall’aspetto fibroso composto da fasci di fibre finissime. Il suo nome deriva dal greco “asbestos”, che significa “indistruttibile” o “che non si spegne mai”, riferendosi alla sua capacità di resistere al fuoco. Minerale naturale dalla struttura microcristallina, si può trovare sotto forma di eternit, composto di cemento-amianto.
L’amianto si distingue per la notevole flessibilità: non infiammabile, è praticamente indistruttibile, resistendo a calore, fuoco, abrasione, usura e agenti biologici e chimici. Inoltre, è facilmente friabile, si lega con diversi materiali da costruzione e polimeri e racchiude proprietà termoisolanti e fonoassorbenti.
In passato largamente diffuso, questo materiale ha trovato applicazione in diversi ambiti, come industrie, trasporti, tessuti, prodotti di consumo ed edilizia, per poi essere vietato dopo la scoperta della sua pericolosità. La fibrosità dell’amianto fa sì che rilasci le sue fibre sottilissime nell’ambiente: queste, se inalate, minano la salute, penetrando nei tessuti respiratori e generando patologie come mesotelioma, ispessimenti pleurici diffusi, placche pleuriche, asbestosi e cancro ai polmoni, alla laringe e alle ovaie.
L’amianto è ritenuto cancerogeno e la sua produzione, commercializzazione, importazione ed esportazione sono state vietate. In Italia è la Legge 257/92 che stabilisce il divieto del suo uso e dei prodotti in cui è contenuto e norme relative alla sua dismissione: emanata il 27 marzo del 1992, questa ha anticipato di 13 anni il divieto introdotto successivamente dall’Unione Europea.
Come riconoscere l’amianto
Per tutelare la salute è fondamentale rimuovere e smaltire l’amianto tempestivamente: vista la sua pericolosità è cruciale saperlo riconoscere e intervenire subito. Ancora oggi nascosto in numerosi vecchi edifici e impianti, per determinare la sua presenza bisogna tenere conto di una serie di aspetti che vengono in aiuto nella sua identificazione.
In particolare, per ispezionare in modo ottimale un materiale sospetto bisogna tenere conto della forma in cui l’amianto si mostra. L’asbesto può trovarsi in una matrice friabile, che si riduce facilmente in polvere, rilasciando le sue fibre nell’ambiente, impiegata in passato per esempio in pannelli isolanti e rivestimenti per pavimenti. Il minerale può avere anche una matrice compatta, diffusa in facciate, tubature e lastre ondulate di tettoie e rivestimenti, tipologia che richiede attrezzi meccanici per essere ridotta in polvere. Inoltre, l’asbesto può essere anche allo stato puro, sotto forma di corde, tessuto oppure materiale di riempimento.
L’amianto è composto da fibre, più sottili di un capello, che appaiono sotto forma di ciuffi: un elemento che può essere di aiuto nella sua individuazione è la colorazione del materiale esaminato. Per esempio può sollevare sospetti il bianco, tipico del crisotilo, amianto in passato usato spesso in pavimenti, impianti, soffitti e pareti. Anche il blu può generare dubbi, essendo distintivo della crocidolite, uno degli amianti più pericolosi, come anche il marrone, tipico dell’amosite, che si trova in lastre di cemento e dei tubi. L’amianto può essere anche grigio, associato alla tremolite e usato in materiali isolanti e rivestimenti a spruzzo, e verde, quando è sotto forma di actinolite. Bisogna sottolineare, tuttavia, come la colorazione possa non essere un elemento affidabile in quanto le fibre dell’amianto in molti casi sono mescolate con materiali diversi, che possono alterarne le tonalità.
Un fattore da non sottovalutare poi è l’anno di costruzione dell’edificio o del materiale preso in esame, dovendo consultare la documentazione relativa se disponibile. Se risale a prima della Legge 257/1992 è possibile che sia stato impiegato l’amianto per la sua realizzazione e che ne siano presenti ancora oggi tracce.
Amianto e il suo smaltimento: cosa sapere
Capire se si è in presenza o meno di amianto può non essere semplice ed è necessario affidarsi a esperti del settore per farlo. Quando l’amianto è compatto si deve attuare un’ispezione, seguita da una valutazione del rischio. Si procede poi con un intervento di bonifica, grazie al quale smaltire in sicurezza il materiale affidandosi a professionisti esperti: questa operazione è molto complessa, richiede il rispetto delle norme vigenti (facendo riferimento alla Legge 257/1992) e prevede diverse tipologie di intervento. Tra queste rientrano l’incapsulamento, attuato ricorrendo a prodotti specifici per sigillare le fibre, evitando così che si disperdano nell’ambiente, e il confinamento, isolando il materiale tramite controsoffittature e sovracoperte. Altra possibilità è la rimozione, con cui eliminare del tutto il materiale, opzione che comporta l’invio di una notifica all’organo di vigilanza territorialmente competente. Questa procedura è obbligatoria nel caso in cui il materiale sia gravemente danneggiato. L’attuazione di una strada piuttosto che un’altra dipende da diversi fattori, come ad esempio lo stato in cui verte l’amianto e le sue peculiarità.
In presenza di amianto friabile è necessario darne subito comunicazione alla propria Asl di riferimento per avviare il processo di smaltimento, rivolgendosi a una ditta autorizzata che si occuperà della sua gestione, nel rispetto della normativa vigente, trasportandolo in discariche autorizzate, disposte per trattare materiali pericolosi, in cui viene smaltito seguendo rigorosi protocolli di sicurezza, evitando contaminazioni e tutelando la salute pubblica.
Durante le operazioni di rimozione dell’amianto dovranno essere messe in atto tutte le misure di sicurezza del caso, isolando l’area per evitare la dispersione delle fibre del materiale, e i lavoratori che si occupano di questo intervento dovranno munirsi di dispositivi di protezione. I materiali che contengono amianto vengono sigillati in contenitori ad hoc ed è necessario tracciarli, etichettandoli correttamente.
Amianto, dove si trova
Nonostante sia vietato da oltre 30 anni, l’amianto resta ancora oggi un problema per via delle esposizioni passate e delle sue tracce residue presenti in abitazioni e industrie, rappresentando una minaccia per la salute dei cittadini. Se negli ultimi anni è stato messo in atto un massiccio lavoro di smaltimento del materiale, c’è ancora molto da fare.
In passato utilizzato come rivestimento e isolante, l’amianto può trovarsi in costruzioni risalenti a prima del 1992. Nelle abitazioni può nascondersi ad esempio in stufe, impianti idraulici, elettrici e di riscaldamento, soffitti, solai, coperture, condotte, canalizzazioni, serbatoi, cisterne d’acqua, canne fumarie, intonaci e tubazioni. Inoltre, può essere presente in recinzioni, garage, box e coperture. Nelle industrie può trovarsi in diverse componenti, macchinari e attrezzi e le sue tracce possono celarsi anche in imballaggi, materiali plastici e tessuti.