15 Ottobre 2025

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consigliato per te

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    “Non c’è giustizia climatica senza l’accesso al cibo sano e sostenibile per tutti”

    Come movimento Slow Food rivolgiamo questo appello ai governi e alle istituzioni che prendono parte alla COP30, la 30esima Conferenza delle Parti in programma in Brasile dal 10 al 21 novembre. Ci uniamo all’appello rivolto ai leader del mondo affinché pongano al centro dell’azione per il clima una transizione equa dei sistemi alimentari. Le soluzioni alla crisi climatica devono sfamare le persone senza affamare il pianeta e passano attraverso la rigenerazione degli ecosistemi e la difesa delle diversità: non soltanto la biodiversità agricola, ma anche la varietà dei paesaggi e delle culture che hanno a che fare con l’alimentazione e con il cibo.
    Oggi i sistemi alimentari sono al tempo stesso causa e vittima della crisi climatica. Siamo però convinti che possano esserne anche la soluzione, a patto che si fondino sui princìpi del buono, pulito e giusto. Al centro dei negoziati della COP30 di Belém va messo chi oggi è ai margini dei sistemi alimentari: chi pratica l’agroecologia, i pescatori artigianali, le donne, i giovani e le popolazioni indigene, le persone afro-discendenti e le vittime di un approccio colonialista che sfrutta, conquista e impone.

    Giornata di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari

    Perché ancora sprechiamo più di 130 kg di cibo all’anno

    di Anna Lisa Bonfranceschi

    26 Settembre 2025

    Da Belém vogliamo un segnale di fiducia, il rilancio di una visione multilaterale per affrontare la crisi climatica. La lotta contro il cambiamento climatico è destinata a fallire, se non si agisce in modo determinato per trasformare i sistemi alimentari. È ora di dare voce a chi ha in mano le soluzioni. Ai partecipanti alla COP30 chiediamo di: Promuovere l’agroecologia. I governi devono mettere in cima alle priorità la transizione verso sistemi alimentari agroecologici. Significa: superare il modello di un’agricoltura industriale e di un allevamento e di una pesca intensivi; modificare i meccanismi che assicurano sussidi economici a chi pratica un’agricoltura dannosa per la salute di uomo, ambiente ed esseri viventi; ripensare il modo di produrre, fare ricerca, scambiare beni e conoscenza in linea con i principi dell’agroecologia.

    Alimentazione sostenibile

    Una dieta “universale” per salvare la Terra: può evitare 40mila morti premature al giorno

    di Luca Fraioli

    03 Ottobre 2025

    I milletrecento miliardi di dollari all’anno della cosiddetta Roadmap Baku-Belém, da mobilitare entro il 2035 nell’ambito della finanza climatica verso i Paesi in via di sviluppo per sostenere percorsi di sviluppo a basse emissioni e resilienti al clima, devono essere indirizzati verso l’ambiente e verso chi produce cibo, e non verso i combustibili fossili. Riconoscere la sovranità alimentare come azione per il clima. La resilienza climatica inizia con il diritto delle comunità di decidere come produrre e consumare il proprio cibo. I governi devono sostenere soluzioni che scongiurino fenomeni di dumping (cioè l’export di prodotti sottocosto con l’obiettivo di conquistare mercati esteri) e riducano la dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali che, fondandosi su un approccio estrattivo delle risorse, sono responsabili di deforestazione, accaparramento di terra e acqua.
    I meccanismi di compensazione delle emissioni di Co2 non rappresentano soluzioni reali al problema della crisi climatica, così come la cieca fiducia nella tecnologia che in verità non fa altro che ritardare l’adozione di soluzioni concrete. Ripensare la finanza climatica. Gli investimenti finanziari in ambito agroalimentare devono essere volti a garantire la sovranità alimentare, non al servizio del profitto. Gli obiettivi in ambito climatico e di tutela della biodiversità richiedono un considerevole aumento dei finanziamenti in ambito alimentare, sia pubblici che privati, in particolare per chi è più colpito dalla crisi climatica. Le risorse devono raggiungere direttamente le comunità, per sostenere progetti di mitigazione e adattamento, proteggere la biodiversità e garantire il diritto al cibo. No alla finanziarizzazione dei sistemi agroalimentari, sì alla tutela dell’interesse pubblico. Garantire il diritto al cibo. Le politiche per il clima devono tenere in considerazione il diritto di tutte e tutti a un cibo buono, pulito e giusto. Tutti devono avere accesso a diete nutrienti, varie, sostenibili dal punto di vista ambientale e legate alla cultura locale.

    Biodiversità

    Il pesce scorpione e altre specie aliene nei nostri mari: “Attenti a quei 4!”

    di Pasquale Raicaldo

    27 Giugno 2025

    Tutto ciò richiede una governance alimentare inclusiva, politiche pubbliche incisive e il perseguimento di eventuali violazioni di diritti umani e norme ambientali. Abbandonare i combustibili fossili. Stop alla dipendenza dei sistemi alimentari dai combustibili fossili. Fertilizzanti sintetici e pesticidi, oltre ad avvelenare l’ambiente e i suoli, sono strettamente legati all’utilizzo dei combustibili fossili per la loro produzione. I governi devono abbandonare questo tipo di prodotti chimici di sintesi, promuovendo soluzioni alternative, a cominciare dalla produzione comunitaria di energia rinnovabile. Difendere i sistemi alimentari locali.

    Biodiversità

    Gli sgombri stanno scomparendo dall’Atlantico: “Tagliare la pesca del 77% o li perderemo”

    di Giacomo Talignani

    03 Ottobre 2025

    Le filiere alimentari corte producono meno emissioni e meno sprechi lungo la filiera, rafforzano le economie locali, proteggono la diversità alimentare e il patrimonio culturale delle comunità. I governi devono investire in sistemi alimentari locali, promuovendo e sostenendo i mercati contadini e le iniziative che avvicinano produttori e consumatori, rifornire le mense scolastiche con alimenti stagionali e regionali, anche nell’ottica di educare a un rapporto sano con il cibo. Nel futuro che immaginiamo il cibo ci unisce gli uni agli altri e agli ecosistemi. I governi devono agire con urgenza, saggezza, umiltà e amore per la Terra. Non tenere conto dei sistemi alimentari e della biodiversità nei tavoli di confronto sul clima significa occuparsene in maniera incompleta. Fate sì che la COP30 sia ricordata come il punto di svolta. Il futuro è Slow, non veloce. Il futuro deve nutrire, non impoverire. Il futuro lo vogliamo ricco in diversità, non uniforme. Il futuro deve essere buono, pulito e giusto per tutte e tutti.

    *Presidente di Slow Food Italia LEGGI TUTTO

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    “A Venezia porteremo idee nuove sul clima. COP e transizione non funzionano più”

    Parola d’ordine “pragmatismo”. Con questo richiamo, a Venezia sull’isola di San Servolo, dal 16 all’18 ottobre, studenti, professori, aziende, policy makers e rappresentati provenienti da tutto il mondo si riuniranno per la quarta Dolomite Conference Global Governance del Climate Change and Sustainability – Venice Edition per tentare di indicare soluzioni concrete alla crisi climatica e alla sostenibilità “in modo da suggerire qualcosa di pragmatico in vista della COP30. Ad esempio: come affrontare il fondo perdite e danni per i Paesi meno sviluppati, ma anche ripensare al mercato delle case in Italia, che non funziona più” spiega il professor Francesco Grillo, docente che insegna sostenibilità ed economia all’Università Bocconi di Milano e all’Istituto Universitario Europeo di Fiesole ed è direttore del think tank Vision che ha organizzato la conferenza. A lui abbiamo chiesto perché, oggi più che mai, sia necessario riportare la questione climatica al centro dopo oltre due anni di offuscamento tra la rilevanza delle guerre in corso e l’oscurantismo portato avanti dalle politiche negazioniste di Donald Trump.

    Il professor Francesco Grillo  LEGGI TUTTO

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    Il “second hand” cancella la CO2 di 3,7 milioni di auto

    Il mercato dell’usato ha un potenziale enorme sia per l’economia circolare che direttamente per l’ambiente. La conferma arriva dall’Osservatorio Second Hand Economy di BVA Doxa che ha analizzato lo scenario italiano in relazione ai comportamenti e le attività registrate nel 2024. Il primo dato eclatante è questa modalità di vendita e acquisto lo scorso anno è stata praticata da circa 27,2 milioni di persone e secondo le stime ha consentito non solo un notevole risparmio economico ma anche ridotto le emissioni di CO2 e di rifiuti, contribuendo alla conservazione di risorse.

    In sintesi è una forma di economia circolare di facile accesso, concreta e misurabile. E infatti Vaayu – la piattaforma di climate tech che supporta le aziende nel monitoraggio, misurazione e riduzione dell’impatto ambientale – è stata coinvolta da su Subito.it, la principale piattaforma per la compravendita di beni di seconda mano in Italia, per un’analisi puntuale. Un’analisi basata su un calcolo delle emissioni accurato e trasparente, affiancato alle valutazioni sul ciclo di vita dei prodotti, una mappatura più granulare delle emissioni legate al business e un sondaggio integrativo su “comportamenti in termini di trasporto e imballaggio”. Nello specifico sono finite sotto la lente le compravendite tra privati avvenute nella quasi totalità delle categorie Market ed escludendo i settori Immobili, Motori e Lavoro.

    Emissioni, 450mila tonnellate di CO2 risparmiate in un anno
    Nel 2024 su Subito.it sono stati venduti circa 11,5 milioni di oggetti e di fatto, secondo le stime, facendo risparmiare 450mila tonnellate di CO2. Praticamente come fa scomparire le emissioni di 3,7 milioni di auto che viaggiano tra Milano e Roma. Il trend è positivo perché rispetto al 2023 il risparmio è aumentato di circa il 40%, considerando una singola compravendita su Subito (pari a 39 kg di CO2). LEGGI TUTTO