30 Giugno 2025

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    L’Europa nella morsa della prima ondata di calore 2025: temperature sopra i 42°C

    L’Europa sta fronteggiando la prima ondata di calore 2025. Oggi in Spagna a El Granado nella provincia di Huelva è stata raggiunta una temperatura record di 46°C, il valore più alto mai registrato nel mese di giugno in Spagna. Ma, secondo i meteorologi è tutta l’Europa investita da un’ondata di calore tra le più precoci e intense degli ultimi vent’anni. Un vasto anticiclone africano infatti continua a stazionare sull’Europa da Nord a Sud facendo registrare temperature fino a 10° C oltre la media stagionale. Travolte anche Belgio, Svizzera e Gran Bretagna. Nel Regno Unito le autorità hanno dichiarato un’allerta arancione in cinque regioni tra cui quella di Londra dove aveva appena preso il via la prima giornata del torneo internazionale di Wimbledon (terza prova stagionale del grande Slam) che ha registrato la giornata più calda mai vista, arrivati a 31°C. Il caldo ha imposto misure precauzionali per pubblico, staff e giocatori.
    In Francia, Parigi ha vissuto una giornata infernale a 42,6°C. Il premier Bayrou ha deciso di rinviare i suoi impegni per seguire da vicino l’evolversi dell’emergenza caldo.
    In Svizzera, giugno 2025 verrà ricordato come uno dei mesi più caldi di sempre: 35°C a Zurigo e Ginevra.
    Non è prevista una pausa. Il caldo intenso si protrarrà, fino al 3 luglio. In Italia, dove le minime non scendono sotto i 25°C, il ministero della Salute ha diramato il bollino rosso per 21 città. Gli abitanti di alcune zone della Pianura Padana e lungo le coste stanno vivendo quelle definite “notti tropicali” con 30°C di minima.

    L’intervista

    John Vaillant: “La crisi del clima ha reso gli incendi più aggressivi, cambiamo o saremo puniti”

    di Luca Fraioli

    15 Gennaio 2025

    Gli esperti temono che questa sia solo la prima di una serie di ondate di calore previste per questa estate in un contesto climatico sempre più instabile. È la conferma della tendenza alla precocità e intensità crescente del caldo estremo, amplificate dai cambiamenti climatici.

    Dalla Spagna ai Balcani
    Dalla Spagna e Portogallo fino ai Balcani milioni di persone stanno affrontando giornate di afa estrema con temperature che in alcune aree hanno già superato di 42 C. L’ufficio meteorologico statale spagnolo, Aemet, ha attivato un piano speciale per il rischio incendi mentre il Ministero della Salute consiglia ad anziani, bambini e le altre categorie a rischio di fare particolare attenzione. Così anche in Francia dove numerose città, tra cui Tolosa e Marsiglia (dove le temperature sono arrivate per giorni a 40°C), hanno vietato le attività fisiche all’aperto nelle ore più calde e aperto gratuitamente piscine e centri climatizzati per i cittadini considerati nelle fasce vulnerabili.

    Ondate di calore

    Dagli Usa all’Europa, estate già bollente. Ora in Italia attenzione alle notti tropicali

    di Giacomo Talignani

    24 Giugno 2025

    Sempre in Francia, i vigili del fuoco sono stati mobilitati per affrontare gli incendi di inizio estate, poiché 84 delle 101 aree amministrative del paese sono state messe in allerta per ondate di calore fino a metà settimana. Incendi sono scoppiati nella zona di Corbières, nell’Aude, nel sud-ovest, dove le temperature hanno superato i 40°C, costringendo all’evacuazione precauzionale di un campeggio e di un’abbazia. Incendi a sud Atene dove la polizia ha chiuso un tratto della strada costiera che collega la capitale greca a Sunio, sede dell’antico Tempio di Poseidone, una delle principali attrazioni turistiche.
    In Italia
    Mentre il Ministero della salute ha diramato il bollino rosso per 21 città tra cui Roma, Firenze Bologna Napoli. A Firenze il termometro da cinque giorni non scende sotto i 40°, un evento che non si ricorda negli archivi meteo della città. In alcune regioni come la Sicilia – dove sono state registrate punte superiori a 43°C – e la Liguria è stato vietato di lavorare all’aperto nelle ore più calde della giornata. Le organizzazioni sindacali stanno conducendo una campagna per estendere la misura ad altre regioni. Torna l’allarme incendi in Sardegna dove la Protezione civile ha attivato l’allerta in diverse zone interne.

    Sulle Alpi ghiacciai in sofferenza
    Sulle Alpi la quota dello zero termico che lo scorso fine settimana era prossima ai 5.000 metri di altitudine sta diminuendo e adesso oscilla intorno ai 4.200 metri. Le temperature minime e massime, pur diminuendo di qualche grado, risultano ancora sopra la media del periodo. Previsioni: precipitazioni abbondanti in poco tempo su aree ristrette, fanno sapere i metereologi.

    L’iniziativa

    “Che caldo che fa!”, al via la campagna di Legambiente nelle periferie urbane

    a cura della redazione di Green&Blue

    24 Giugno 2025

    L’anno scorso danni per 300 miliardi di dollari
    L’anno scorso è stato il più caldo della storia finora registrato e ha portato a disastri mondiali, con un costo di oltre 300 miliardi di dollari. Secondo il The Guardian uno studio di Lancet Public Health ha rilevato che le morti per caldo in Europa potrebbero triplicare entro la fine del secolo, con numeri in aumento sproporzionato nei paesi meridionali come Italia, Grecia e Spagna. Il caldo potrebbe uccidere 129.000 persone all’anno se le temperature salissero di 3°C rispetto ai livelli preindustriali. Oggi, i decessi legati al caldo in Europa sono 44.000.
    Devastate anche dal caldo le zone di guerre
    Secondo l’Organizzazione mondiale delle Meteorologia il caldo intenso sta colpendo anche le zone di guerra in Medio Oriente aumentando i rischi per la salute. A Gaza le temperature hanno raggiunto i 40°C aggravando ancora di più la situazione della popolazione ormai allo stremo. Tende surriscaldate, scarsità d’acqua e elettricità rendono impossibili anche idratarsi e usare i condizionatori per rinfrescarsi. Un’ulteriore sofferenza per chi vive già sotto le bombe. LEGGI TUTTO

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    Green science e prodotti ricaricabili: bellezza a impatto zero

    “Credo fermamente che la scienza salverà il pianeta”. Ana Kljuic è vicepresidente del settore ricerca e innovazione (R&I) di L’Oréal for the Future e Green Sciences. Ricercatrice di genetica e dermatologia alla Colombia University, ha realizzato nove brevetti firmati l’Oréal. Guarda al futuro con fiducia – si definisce “un’ottimista curiosa” – e pare non aver mai smesso di credere alla possibilità di costruire un mondo più sostenibile. Con l’Oréal “stiamo attivamente lavorando per trasformare gli ingredienti attraverso le scienze verdi. Attualmente, il 66% proviene da fonti naturali o riciclate,” spiega. “Stiamo vivendo un momento complesso ma estremamente entusiasmante, in cui natura, scienza e tecnologia si intersecano, permettendoci di investire sempre più nelle scienze verdi e di utilizzare la natura per creare nuovi ingredienti e offrire prestazioni inedite, sia a livello cosmetico che ambientale”, afferma.

    Green Science
    Kljuic coordina un’équipe di scienziate e scienziati, con almeno due missioni: “Tradurre in azioni concrete gli obiettivi di sostenibilità che il Gruppo ha stabilito per il 2030 e approfondire l’impatto dei nostri ingredienti, per individuare nuove soluzioni da sviluppare”.
    Un esempio tangibile è la produzione della Vitamina C: “Per anni è stata prodotta sinteticamente, oggi, grazie a biotecnologie e chimica verde, ne abbiamo una di origine naturale”. La manager spiega che esempi di questo tipo saranno sempre più frequenti, anche grazie al progredire delle biotecnologie, che “oggi si basano molto sui batteri, ma stiamo esplorando l’uso di microalghe, di piante e parti di esse, come le radici, per produrre nuovi componenti”.
    Se si chiede alla ricercatrice l’obiettivo scientifico che sogna raggiungere, risponde: “La sfida più grande è l’integrazione. Abbiamo progetti nel campo dell’agricoltura sostenibile, delle biotecnologie, della chimica verde. L’obiettivo è connettere tutti questi filoni per costruire un portafoglio di ingredienti che sia interamente, o in gran parte, di origine naturale, riciclato, tracciabile e che offra nuove esperienze e prestazioni ai nostri consumatori”, conclude. LEGGI TUTTO

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    Digitalizzazione: la strada maestra per una transizione sicura

    La transizione energetica europea è entrata in una nuova fase. Alla corsa per aumentare la produzione di energie rinnovabili si affianca oggi un’altra sfida cruciale: rendere le reti elettriche più resilienti, intelligenti e pronte a rispondere a una domanda in crescita costante. Il tutto in un contesto geopolitico che richiede maggiore indipendenza energetica e minori emissioni. In questo scenario, le tecnologie si stanno affermando come alleati fondamentali. “La digitalizzazione può essere la chiave di volta per evitare nuovi blackout come quelli che nei mesi scorsi hanno colpito Spagna e in Portogallo e che sempre più spesso si verificano nei picchi della domanda, come in estate. Ma la tecnologia – da sola – non è risolutiva: occorre una strategia che sappia far collaborare istituzioni e ricerca d’impresa per garantire la resilienza delle reti”. È la convinzione di Gwenaelle Avice-Huet, senior vice president di Schneider Electric Europa, intervistata nel corso della sua visita a Stezzano (Bergamo) per l’inaugurazione dell’headquarter italiano della multinazionale, che è stato completamente riqualificato dal punto di vista energetico, nell’ambito del progetto di efficientamento e decarbonizzazione del dispositivo industriale italiano della multinazionale, che conta cinque siti.

    Le sfide europee: resilienza, indipendenza e digitalizzazione
    A livello comunitario, la sfida non è solo tecnica, ma anche politica. Dopo anni in cui le strategie hanno puntato principalmente sulla produzione di energia rinnovabile, la Commissione Ue ha iniziato a riconoscere la necessità di rafforzare le reti elettriche. Questo perché una rete fragile può compromettere l’intero sistema, anche se la produzione da fonti rinnovabili è in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione. “Resilienza delle reti, indipendenza energetica e transizione digitale sono temi interconnessi, e il digitale è lo strumento che permette di affrontarli in modo sostenibile, economico e scalabile”, spiega la manager. “Tecnologie come One Digital Grid o le infrastrutture per i data center per l’IA sono esempi concreti di come l’intelligenza artificiale possa supportare una rete più stabile, flessibile e ottimizzata”.

    La strada delle partnership
    “Il blackout che ha colpito la Penisola iberica ha evidenziato ancora di più l’importanza di pianificare la generazione di elettricità e la difficoltà di bilanciare la rete, un aspetto – quest’ultimo – particolarmente delicato quando si tratta di gestire l’energia rinnovabile, che per sua natura è intermittente”, aggiunge la manager. La quale sottolinea che lungo le frontiere dell’innovazione è fondamentale riuscire a stabilire delle partnership con realtà d’eccellenza nei rispettivi settori, in modo da trovare soluzioni innovative. In questa direzione Schneider Electric si muove anche in Italia. È il caso di A2A, che ha adottato una piattaforma digitale per la gestione della rete elettrica e, in collaborazione con Schneider, ha realizzato le prime cabine elettriche digitali underground, un’innovazione che permette di aumentare la capacità della rete in contesti urbani senza occupare spazio in superficie.

    Con Terna, il gestore della rete ad alta tensione, Schneider lavora invece su tecnologie di monitoraggio per garantire la qualità dell’energia erogata e la tenuta della rete in situazioni critiche. Anche Enel è tra i partner strategici: le due aziende collaborano per sviluppare software di ottimizzazione energetica, capaci di bilanciare in tempo reale produzione e consumo su una rete sempre più decentrata e alimentata da fonti intermittenti. “Un approccio al lavoro che abbiamo seguito anche quando si è trattato di siglare accordi con altri operatori italiani come Unareti, A2A ed Edyna, società che distribuisce l’energia in Alto Adige”, aggiunge.

    Il ruolo dell’Italia tra ricerca e produzione
    La multinazionale, reduce dal riconoscimento “World Most Sustainable Corporation 2025”, assegnato da Corporate Knights (è l’unica azienda nella storia ad ottenere il primo posto per la seconda volta) ha in Italia non solo cinque stabilimenti produttivi, ma otto uffici commerciali e quattro innovation hub, con quelli di Casalecchio di Reno (Bologna), Casavatore (Napoli) e Pieve d’Alpago (Belluno) che si affiancano alla struttura di Stezzano. Oltre a un centro logistico integrato a Venaria e un centro di eccellenza per tecnologie di illuminazione d’emergenza a Pieve di Cento (Bologna). “Siamo presenti in Italia dall’inizio del secolo scorso, ci piace ricordare, avendo dato continuità alle attività di aziende storiche dell’elettrotecnica italiana. Qui produciamo non solo per l’Italia ma anche, come nel caso dei quadri Airset di nuova generazione, per Spagna e Portogallo. Abbiamo scelto di ubicare in Italia alcuni centri di eccellenza, proprio a riconoscimento della competenza tecnica dei nostri specialisti”, conclude. LEGGI TUTTO