Piante che purificano l’aria: mito o realtà?
Polveri sottili, scarichi delle auto, residui industriali, particelle di metalli pesanti. L’aria delle città è satura di sostanze invisibili e non certo innocue: le respiriamo camminando, aspettando l’autobus, sostando a un semaforo. Ma cercare riparo nei luoghi chiusi per sfuggire a smog e inquinamento sarebbe un errore perché è proprio in casa, in ufficio, a scuola, dove tra l’altro trascorriamo la maggior parte del tempo, che l’ambiente è meno salubre. Come evidenzia Altroconsumo, tra gli inquinanti indoor si rilevano soprattutto composti organici volatili, molecole tossiche a base di carbonio generate da combustione, detersivi, vernici, solventi, colle, arredi, materiali isolanti, stampanti, che evaporano con facilità a temperatura ambiente. Alcune di queste sono classificate come cancerogene, per esempio formaldeide e benzene, o potenzialmente cancerogene, come il tricloroetilene.
Dal ficus al filodendro
Di fronte a queste evidenze preoccupanti, molti credono che possano venire in aiuto le piante ornamentali, come pothos, ficus, spatifillo, dracena, sansevieria, filodendro, aloe vera, edera, gerbera, orchidea, a cui vari studi attribuiscono la capacità di assorbire gli agenti contaminanti, mantenendo così pulita l’aria domestica. Se da un lato è vero che la vegetazione da appartamento migliora la qualità dell’atmosfera attraverso sia la fotosintesi clorofilliana, che trasforma l’anidride carbonica in ossigeno, sia gli stomi delle foglie, che catturano alcuni composti e una piccola parte di particolato, dall’altro uno o due vasi non bastano a spazzare via gli elementi nocivi, perché il loro effetto depurativo è estremamente limitato.
Lo studio della Nasa
L’idea delle piante detox viene da lontano. Per la precisione dalla fine degli anni Ottanta, quando la Nasa realizzò uno studio mirato a verificare la capacità di alcune piante comuni di migliorare l’aria, in vista di un loro impiego nelle missioni nello spazio. Ebbene, la ricerca dimostrò che effettivamente gli esemplari verdi possono assorbire formaldeide, benzene, tricloroetilene. Il problema è che tale analisi venne svolta in ambienti sigillati, come le navicelle spaziali, con luce e temperatura controllate: uno scenario ben diverso da quello che si verifica quotidianamente nelle nostre abitazioni.
Non basta il verde per aria salubre
Nei decenni seguenti, sono state condotte molte altre ricerche sul tema. Tra queste è di particolare rilievo una revisione pubblicata nel 2019 sul “Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology” e condotta dai ricercatori dell’Università di Drexel, a Philadelphia, negli Stati Uniti, che, analizzando 12 studi, hanno concluso che per neutralizzare effettivamente gli inquinanti servirebbero da 10 a 1.000 piante per metro quadrato di pavimento. Il che equivarrebbe a trasformare la casa in una sorta di giungla. Ma anche ipotizzando di vivere in una foresta da interni, si rischierebbe di creare un clima poco salutare: l’eccesso di vegetazione aumenta, infatti, l’umidità favorendo muffe, mentre terriccio e foglie secche possono liberare polveri fini. Senza contare che l’uso di concimi o antiparassitari sintetici introduce nuove sostanze potenzialmente tossiche. Da notare infine che, durante la notte, le piante cessano la fotosintesi e rilasciano anidride carbonica: nulla di allarmante, ma è sconsigliato trasformare la camera da letto in una serra.
Meglio arieggiare e ridurre i detersivi
Considerato ciò, la soluzione più efficace resta la più semplice: aerare spesso i locali. Che sia estate o inverno poco importa: aprire le finestre più volte durante la giornata, per dieci-venti minuti, possibilmente nei momenti di minore traffico sulle strade, garantisce un’aria il più possibile sana e pulita. Oltre a questo, ci sono anche altri consigli per migliorare l’atmosfera interna, come suggerisce l’associazione dei consumatori. Anzitutto usare meno prodotti chimici e detersivi, evitando quelli nocivi, come l’ammoniaca, o inutili, come i diffusori di profumi, e scegliendo quelli green. Poi ridurre le possibili sorgenti di inquinamento, come sigarette, fornelli a gas, incensi e candele. Infine, utilizzare, se necessario, un purificatore. Ciò non significa, ovviamente, rinunciare alle piante che, oltre a rendere gli ambienti più belli e accoglienti, hanno anche effetti positivi sul benessere psicologico, riducendo lo stress e migliorando l’umore. LEGGI TUTTO