7 Maggio 2025

Daily Archives

consigliato per te

  • in

    Barbecue: quale scelta tra carbone, elettrico e gas

    Quando le temperature diventano più miti e i primi raggi di sole fanno capolino, cosa c’è di meglio di una grigliata in compagnia? Che sia in giardino, nel cortile, sulla terrazza, è sempre un’occasione per fare festa in famiglia o con gli amici, celebrando l’arrivo della bella stagione. Certo la spensieratezza potrebbe essere un po’ minore se si pensa alla sostenibilità.
    Uno studio pubblicato nel 2025 su Applied Sciences e realizzato dai ricercatori del Politecnico di Varsavia, in Polonia, indica, infatti, che la cottura alla griglia contribuisce non poco all’aumento dei livelli di PM1, ovvero le particelle inquinanti di dimensioni inferiori a 1 micron (un millesimo di millimetro), che hanno un’elevata capacità di penetrare nell’apparato respiratorio, causando irritazioni, asma, riduzione della funzionalità polmonare. Non stiamo suggerendo, ovviamente, di mettere al bando questi piacevoli momenti conviviali, ma semmai di organizzarli e gestirli con maggiore consapevolezza. Nel rispetto dell’ambiente e anche della nostra salute.
    Il tipo di carbone fa la differenza
    Importante è anzitutto la scelta del dispositivo di cottura. Dal punto di vista delle emissioni, i barbecue a carbone sono in generale quelli che rilasciano più inquinanti. Anche se il tipo di carbone impiegato può fare la differenza: da un lato c’è il carbone vegetale in pezzi di legno tostato, dall’altro le bricchette auto infiammabili imbevute di sostanze chimiche. Secondo gli esperti, il carbone vegetale, commercializzato come un prodotto più naturale, potrebbe effettivamente limitare le emissioni atmosferiche. Inoltre, avrebbe anche il potenziale per diventare carbon neutral, perché realizzato a partire dal legno, che potrebbe essere recuperato in modo sostenibile. Nella realtà, però, ciò avviene di rado. Le bricchette sono, al contrario, generalmente prodotte con scarti e rifiuti del legno, il che potrebbe evitare l’abbattimento degli alberi.

    Cibo e ambiente

    Carne coltivata si riapre lo scontro, Coldiretti in piazza ma c’è chi difende l’Efsa

    di Fiammetta Cupellaro

    18 Marzo 2025

    Tanti additivi nocivi
    In entrambi i casi, come riporta The Atlantic, la questione si riduce a come viene reperito e prodotto il carbone. Difficile, comunque, che quest’ultimo sia puro. Uno studio del 2020 ha rivelato che molti carboni, sia in pezzi sia in bricchette, contengono vari additivi, tra cui metallo, plastica, resina, biomassa. E maggiore è la quantità di contaminanti presenti, peggiori saranno le emissioni derivanti dalla combustione. Per limitare tale contaminazione, l’Europa sta imponendo alcuni standard che i produttori devono rispettare, insieme a un test di conformità.

    Dal gas naturale al grill elettrico
    Oltre ai barbecue a carbone, ci sono quelli a propano e a gas naturale. Sebbene emettano minore inquinamento rispetto alla carbonella, bruciano comunque combustibili fossili, una fonte di energia non rinnovabile. Se si sceglie questo dispositivo per grigliare, il propano è solitamente preferibile al gas naturale, perché è più efficiente e brucia più velocemente e a temperature più elevate, consumando, quindi, meno combustibile. In generale, l’opzione più ecologica in fatto di barbecue sarebbe un grill elettrico collegato a una rete di energia rinnovabile.

    Il libro

    “Noi e gli animali, ripensiamoci. Anche a tavola”

    di Marino Midena

    03 Aprile 2025

    Meglio evitare la carne
    Tuttavia, se la selezione del dispositivo non può essere lasciata al caso, lo stesso vale per il cibo da grigliare: di solito carne, spesso rossa. Una pessima scelta, che non fa bene né al nostro organismo, né agli animali, né all’ambiente: basti pensare che le mucche allevate per la produzione di bistecche e costine provocano il 14,5% delle emissioni globali di gas serra ogni anno. Per fortuna, le alternative non mancano. Si possono, per esempio, provare il tofu, le verdure di stagione, gli hamburger a base vegetale. Piatti gustosi, salutari e soprattutto etici. E per chi proprio non volesse rinunciare alle proteine animali, ecco un compromesso: rosolare pollame o maiale che, se non altro, generano minori emissioni rispetto ai bovini.

    I consumatori possono ridurre l’impatto dell’85%
    Attenzione anche allo spreco alimentare, che ha un impatto sull’ambiente non trascurabile. Per ridurre lo sperpero è importante acquistare le quantità necessarie, conservare correttamente i prodotti, riutilizzare eventuali avanzi per i pasti futuri. Inoltre, è bene ricordare che sia un ridotto ciclo di vita del barbecue sia procedure di smaltimento non idonee possono aumentare gli effetti negativi di una singola grigliata. Secondo uno studio pubblicato nel 2024 su Sustainability e condotto dai ricercatori dell’Università di Stoccarda, in Germania, i comportamenti dei consumatori possono avere un’influenza significativa sulla sostenibilità: in particolare, la combinazione di tutte le pratiche virtuose è in grado di ridurre l’impatto ecologico del barbecue fino all’85%. LEGGI TUTTO

  • in

    Inquinamento atmosferico, emerge il legame tra Pm10 e rischio Parkinson

    Lo smog ci fa ammalare. Sotto accusa: i livelli di microparticolato Pm10 nell’aria. Principali fonti di queste micropolveri sono gli scarichi delle automobili, la fuliggine, la combustione del legno, le industrie, le attività agricole e zootecniche che le immettono nell’aria dove possono restare sospese. Una volta respirate, le polveri sottili scendono nei polmoni. Ma se fino adesso gli effetti nocivi a breve e lungo termine sulle salute sono stati analizzati per le malattie respiratorie, cardiopolmonari e cardiovascolari e l’indebolimento del sistema immunitario, un nuovo studio rivela una possibile connessione tra Parkinson.
    La ricerca “Moli-sani”
    La ricerca coordinata dall’Irccs Neuromed di Pozzilli, l’Università Lum di Casamassima (Bari), l’Università dell’Insubria (Varese) e la Sapienza è stata pubblicata sulla rivista Parkinson’s Disease. Si basa sull’analisi di un ampio campione della popolazione italiana, i partecipanti al progetto epidemiologico Moli-sani, che coinvolge 25 mila adulti residenti in Molise la cui salute viene monitorata da 20 anni. Di queste persone è stata valutata l’esposizione ad alcuni inquinanti ambientali, in particolare le cosiddette Pm10, particelle inferiori a 10 millesimi di millimetro presenti nell’aria che possono penetrare nelle vie respiratorie e venire assorbite dall’organismo. Partendo dai dati forniti dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Molise (ARPA Molise), provenienti da quattordici stazioni di monitoraggio, i ricercatori hanno ricostruito un quadro dettagliato dell’ambiente in cui ciascun partecipante ha vissuto nel corso degli anni, incrociando queste informazioni con le diagnosi di Parkinson.

    L’esposizione al Pm10
    “Abbiamo osservato – spiega il primo autore Alessandro Gialluisi dell’Università Lum di Casamassima – che un incremento dei livelli di Pm10 nell’aria si associa a un notevole aumento del rischio di sviluppare il Parkinson. Questa associazione appare indipendente da una serie di altri fattori di rischio che includono l’età, il sesso, altre patologie prevalenti e fattori occupazionali”. Il dato ottenuto attraverso lo studio di una popolazione italiana e con un lungo periodo di osservazione supporta l’ipotesi di un ruolo centrale delle polveri sottili nell’incrementare il rischio di malattia.
    Una proteina, il possibile mediatore
    “Un dettaglio interessante dello studio – prosegue Gialluisi – riguarda la lipoproteina(a), una molecola che ha un ruolo nel rischio cardiovascolare, che interagisce con l’alfa-sinucleina. Questa proteina è risultata, infatti, un possibile mediatore della relazione tra Pm10 e rischio di Parkinson, spiegandone una piccola, ma significativa parte. Naturalmente saranno necessari ulteriori studi per chiarire a fondo il suo ruolo”. Il lavoro scientifico si colloca in un ambito di ricerca più ampio che da alcuni anni studia i fattori di rischio per l’insorgenza di patologie neurologiche.

    Crisi del clima

    Più arsenico nel riso a causa del cambiamento climatico

    di Anna Lisa Bonfranceschi

    23 Aprile 2025

    “La malattia di Parkinson è una delle principali cause di disabilità nella popolazione anziana – sottolinea il professor Alfredo Berardelli, professore emerito di Neurologia presso l’Università la Sapienza e coordinatore dell’Unità di Ricerca e di Neurofisiopatologia Clinica dell’Ircss Neuromed – Comprendere i fattori ambientali che possono contribuire al suo sviluppo è fondamentale per pensare a strategie di prevenzione efficaci, che possano affiancarsi agli sforzi in atto nella ricerca farmacologica”.

    Inquinamento

    La spuma che rimuove i Pfas dal percolato delle discariche

    di Dario D’Elia

    10 Maggio 2025

    Smog e clima: patologie legate all’invecchiamento
    Lo studio è parte del progetto PNRR AGE-IT che studia gli effetti dell’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sulle patologie legate all’invecchiamento. “L’inquinamento atmosferico è uno dei più rilevanti problemi di salute pubblica a livello mondiale – commenta la professoressa Licia Iacoviello, responsabile dell’Unità di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed – Questo studio aggiunge un tassello importante al quadro dei danni che l’esposizione a inquinanti può provocare soprattutto in una popolazione fragile come gli anziani, evidenziando l’urgenza di politiche ambientali mirate a ridurre le emissioni di particolato fine, a tutela non solo della salute respiratoria e cardiovascolare, ma anche di quella neurologica”. LEGGI TUTTO

  • in

    “Sostenibilità o competitività: un falso dilemma”: al via il Festival dello sviluppo sostenibile

    Mille e duecento eventi da Bolzano a Siracusa, dal 7 al 23 maggio: torna da oggi il Festival dello Sviluppo Sostenibile: l’ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) inaugura la nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile a Milano presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, con un incontro dal titolo “Sostenibilità […] LEGGI TUTTO