4 Maggio 2025

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    Come allontanare le vespe dal giardino

    Dall’inconfondibile colore giallo e nero, le vespe presentano una forma slanciata, che si restringe tra il torace e l’addome, e con i loro pungiglioni generano ansia e paura, essendo tra gli insetti più temuti. Le loro visite in giardino sono un problema diffuso, che porta a mettere in campo disparate strategie pur di allontanarle. Tenere le vespe alla larga dalle nostre oasi verdi può sembrare complesso, ma con le giuste accortezze e avvalendosi di una serie di rimedi diventa semplice.

    Vespe, gli aspetti da tenere in considerazione
    Insetti infestanti, la loro superficie non è pelosa, possono pungere diverse volte, si nutrono di altri insetti e del nettare dei fiori e mostrano un temperamento aggressivo di fronte a pericoli. Le vespe appartengono alla famiglia dei Vespidi e sono presenti sul Pianeta in molte specie, che si distinguono tra solitarie e sociali.

    Malgrado sia necessario mettere in campo le giuste strategie per allontanare le vespe dal giardino, è importante non eliminarle, vista la loro importanza per l’ecosistema. Le vespe si nutrono di insetti, rappresentando dei disinfestanti naturali, cacciando zanzare, afidi e mosche, contenendo così i parassiti e la loro azione nociva per l’uomo e l’agricoltura. Oltre a questo, contribuiscono all’impollinazione delle piante, anche se in misura inferiore rispetto alle api, e sono preda di specie di uccelli protetti.

    Le vespe sono attive da aprile a settembre, con giugno e luglio che rappresentano i loro mesi di picco. Qualora si possieda un giardino, in questi periodi dell’anno ci si può ritrovare a fare i conti con la loro presenza, non solo per via di eventuali nidi nelle vicinanze, ma anche in quanto attratte dai fiori e dai frutti degli alberi. In queste situazioni è necessario correre ai ripari, allontanando le vespe dal giardino per scongiurare incontri ravvicinati con loro, rischiando di essere punti, eventualità che si verifica quando le vespe diventano aggressive per proteggere il nido, oppure se vengono allontanate con gesti bruschi o toccate in modo inavvertito.

    I rimedi per allontanare le vespe dal giardino
    Con la stagione calda gli insetti diventano spesso un problema in giardino. Nel caso in cui si debba fare i conti con le vespe, se la situazione non è grave e ci si trovi ad affrontare visite limitate da parte di queste, è possibile allontanarle affidandosi a una serie di accorgimenti.
    Per mettere in campo soluzioni naturali e non invasive un alleato su tutti è il caffè che, grazie al suo aroma intenso, funge da repellente per questi insetti: basta inserirne un cucchiaio all’interno di un contenitore realizzato con della carta stagnola per poi dargli fuoco, generando così un fumo il cui odore è sgradito dalle vespe, allontandole facilmente.

    Altro ingrediente della cucina utile per liberare il giardino dalle vespe è l’aglio, da usare in polvere, aggiungendolo in uno spruzzino con dell’acqua per poi usare il composto per irrigare le piante, facendo così in modo che le vespe scappino. Anche il cetriolo è un repellente per le vespe: se adagiato su un foglio di alluminio, da porre nel giardino, emana un odore cattivo per questi insetti.

    Qualora si cerchi una soluzione naturale più profumata ci si può affidare agli oli essenziali, come quello di alloro o di eucalipto, capaci di svolgere un’azione repellente. Inoltre, si possono posizionare in punti strategici del giardino dei sacchetti con all’interno pastiglie di canfora oppure naftalina. Un’altra possibilità è aggiungere nella nostra oasi verde piante come citronella, eucalipto e lavanda che, con il loro odore forte, sono particolarmente efficaci per allontanare gli insetti.

    Si può inoltre ricorrere a uno spray casalingo creato con acqua, aceto bianco e una piccola quantità di candeggina, usando dei guanti quando lo si prepara per proteggere la pelle. Dopo averlo agitato, si procede spruzzando il composto nelle zone del giardino in cui sono presenti le vespe: l’odore pungente di questo mix le allontanerà.

    Per evitare incontri ravvicinati con le vespe mentre si mangia all’aperto si può accendere una candela di citronella, capace di farle fuggire, permettendoci di consumare il pasto indisturbati.

    Nido di vespe in giardino: come intervenire
    Nel caso in cui ci si ritrovi davanti a una situazione più grave e si debba fare i conti con un nido di vespe in giardino è essenziale affrontare la situazione con preparazione. La calma e la cautela sono fondamentali quando si parla di vespe, tenendo conto che i movimenti bruschi aumentano le possibilità di essere punti.

    Durante l’intervento di rimozione è necessario vestirsi in modo adeguato, coprendosi il più possibile, creando poi una fonte di fumo che porterà le vespe ad allontanarsi. Per farlo si può ricorrere a un contenitore di metallo senza coperchio, da posizionare sotto il nido di vespe, facendo bruciare al suo interno della carta. Una volta che le vespe si sono allontanate si può procedere rimuovendo il nido con un bastone oppure un manico di scopa, facendolo cadere in un sacco di plastica per poi chiuderlo con attenzione e gettarlo. Quando le vespe scappate torneranno sul posto, non trovando più il nido, se ne andranno cercando un’altra dimora. Se il nido è molto grande oppure si trova in una posizione difficile da raggiungere è bene affidarsi a un’impresa specializzata nella disinfestazione delle vespe.

    Come prevenire la presenza delle vespe in giardino
    Per far sì che le vespe non siano una presenza fissa in giardino è importante agire in ottica di prevenzione, controllando di tanto in tanto i punti in cui potrebbero creare dei nidi e sigillando eventuali crepe, fessure e buchi. Inoltre, angoli nascosti e grondaie devono essere puliti regolarmente e liberati da detriti in cui si potrebbero insidiare le vespe con un nuovo nido.
    Altro aspetto cruciale è imparare a gestire correttamente i rifiuti alimentari che fungono da esche per questi insetti. Il cibo non dovrebbe essere mai lasciato incustodito nel giardino per evitare che sia invaso dalle vespe, che sono attratte dagli odori degli alimenti, soprattutto di quelli dolci. Oltre a questo, se i bidoni della spazzatura si trovano all’esterno è cruciale chiuderli correttamente e assicurarsi che non fuoriescano resti di cibo, che potrebbero attirare le vespe. LEGGI TUTTO

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    Scrub, come scegliere il più eco

    Ginocchia ruvide, gomiti ispessiti, volto dal colorito ingrigito e spento. Casi in cui è d’obbligo uno scrub che, applicato con un leggero massaggio, permette di rimuovere impurità e cellule morte, regalando una pelle più liscia e luminosa, pronta per assorbire meglio la crema o il siero applicati successivamente. Un trattamento necessario soprattutto quando fa capolino la bella stagione, per prepararsi a un’abbronzatura al top.

    Benessere a tavola

    Microplastiche, quei pericolosi “intrusi” che frutta e verdura possono aiutare a contrastare

    di Giorgio e Caterina Calabrese

    11 Aprile 2025

    Fino a 94.500 particelle nello scarico
    In questo cosmetico, dalla fine degli anni Novanta, vengono utilizzate, come agenti esfolianti, microsfere con un diametro di circa 200-400micrometri (un millesimo di millimetro), composte principalmente da materiali plastici, come polietilene o polipropilene. Secondo una recente stima, fino a 94.500 particelle potrebbero finire nello scarico in un singolo utilizzo, delle quali il 2-10% sfugge al trattamento delle acque reflue, con un conseguente rilascio nell’ambiente marino.
    Dati, questi, che hanno indotto i legislatori di vari Paesi del mondo a prendere provvedimenti. Divieti di produzione, importazione e vendita di prodotti contenenti tali particelle sono entrati in vigore negli Stati Uniti, in Canada, in Nuova Zelanda, nel Regno Unito tra il 2018 e il 2019, mentre nel 2020 si sono aggiunti all’elenco Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Svezia e anche l’Italia.
    Fatta la legge trovato l’inganno
    Tutto bene, dunque? Non proprio. In uno studio pubblicato nel 2025 su Environmental Science and Pollution Research, i ricercatori hanno esaminato la composizione di 28 scrub per il viso provenienti da diverse nazioni, in presenza e in assenza di divieti. Ebbene, oltre la metà contiene microsfere.
    Inoltre, nei Paesi in cui è in vigore un divieto, ben sei prodotti su otto contengono ancora queste particelle dannose per l’ambiente. “Tali risultati evidenziano la necessità di un’applicazione più rigorosa della legislazione, in modo da orientare la formulazione dei preparati da parte dell’industria di settore”, commentano gli autori della ricerca.

    Ambiente e salute

    Microplastiche nella placenta, livelli più alti nei bimbi nati prematuri

    31 Gennaio 2025

    La silice è la migliore alternativa
    Nel frattempo, i consumatori possono fare molto a favore della sostenibilità, prediligendo i prodotti eco-friendly. In uno studio pubblicato nel 2020 su Nature Sustainability, gli esperti dell’Imperial College di Londra sostengono che la silice, reperibile in natura in forme dure e cristalline, come granelli di sabbia e pietre di ossidiana, sia il miglior sostituto delle microsfere di plastica, in base agli effetti sull’ambiente e sulla salute. Un parere corroborato da Skin Deep dell’Environmental Working Group, secondo il quale questo materiale può essere un esfoliante delicato ed efficace.

    Le microplastiche mettono a rischio la fertilità femminile

    di Simone Valesini

    28 Febbraio 2025

    Da evitare gusci di noce e canna da zucchero
    Tra le migliori alternative sostenibili si annoverano anche pietra pomice, argilla bentonitica, bambù, perle di jojoba, mentre gusci di noce e canna da zucchero, nonostante la loro popolarità negli scrub fatti in casa, sono sconsigliati, perché le loro particelle grandi o di forma irregolare possono causare microlesioni della pelle.
    Infine, una recentissima sperimentazione, pubblicata nel 2025 su Sustainable Chemistry and Pharmacy, si è focalizzata sulla conversione di scarti alimentari, come fondi di caffè, residui di malto, resti di luppolo, avanzi di melograno, in scrub per il viso a base di lipogel. I campioni di materiale sono stati sottoposti a essicazione, macinazione, setacciatura per generare polveri con granulometrie variabili (da 420 a 1.000 micrometri) e poi testati su un gruppo di volontari. Con risultati positivi. LEGGI TUTTO

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    Un filtro per l’acqua potabile che rimuove anche i PFAS

    Scoperta una nuova tecnologia di filtraggio per rendere l’acqua potabile sempre più sicura. Anche a casa. La qualità idrica in Europa è generalmente elevata, ma molti fattori contribuiscono ad aumentare il numero di contaminanti rilasciati nell’ambiente resistenti alle tecnologie di purificazione convenzionali. È tutta italiana questa innovativa tecnica basata sull’ossido di grafene, per sviluppare un nanomateriale, in grado di rimuovere contaminanti dall’acqua potabile a livello domestico. Concepito proprio per garantire a tutti un’acqua di rubinetto sicura. Infatti, dopo un lungo periodo di ricerca, il Consiglio nazionale delle ricerche insieme all’azienda Medica, è stato sviluppato un filtro speciale a base di fibre capillari cave, che può catturare i contaminanti. L’obiettivo principale è affrontare la crescente presenza di sostanze inquinanti, come pesticidi, farmaci, metalli pesanti e composti perfluorurati, meglio noti come PFAS, che non sono facilmente rimovibili con le attuali tecnologie di depurazione tradizionali.

    La legge

    In arrivo un decreto per limitare l’inquinamento da Pfas dell’acqua potabile

    di Giacomo Talignani

    28 Marzo 2025

    Cosa finsice nell’acqua potabile
    Secondo un’indagine indipendente condotta da Greenpeace Italia, tra settembre e ottobre 2024, su 260 campioni di acqua potabile prelevati in 235 città italiane, ben il 79% dei campioni è risultato contaminato da PFAS, noti anche come inquinanti eterni. Sostanze nocive che aumentano il rischio di patologie gravi come il tumore ed interferenze con il sistema endocrino. Una contaminazione che non salva nessuna regione italiana e che ha risparmiato solo 54 campioni, pari al 21% del campione. L’indagine ha coperto le reti degli acquedotti in tutte le regioni, dove finiscono gli inquinanti contenuti in farmaci, prodotti agricoli, filtri solari, cosmetici e molto altro. Da questo contesto si capisce il valore dello studio del CNR, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Water. Infatti i filtri progettati rimuovono dall’acqua destinata all’uomo, sia le per- e polifluoroalchiliche (PFAS), antibiotici chinolonici e piombo. Ma soprattutto, quello che è stato sperimentato, è che la nuova tecnologia si presta a uno sviluppo a carattere industriale che può integrarsi con le linee di produzione esistenti, a costi contenuti e con l’uso minimo di ossido di grafene nelle membrane filtranti.

    Tutorial

    Dal rossetto allo smalto, i consigli per smaltire i cosmetici

    di Paola Arosio

    20 Aprile 2025

    L’ossido di grafene
    Considerato uno dei materiali più efficaci nella purificazione dell’acqua grazie alle sue eccezionali proprietà fisiche e chimiche. Il primo grande vantaggio è rappresentato dalla sua superficie: ogni grammo di ossido di grafene può offrire fino a 2.600 metri quadrati di area disponibile per interagire con le molecole inquinanti. Questo permette di catturare una quantità molto elevata di contaminanti in uno spazio ridotto, aumentando notevolmente l’efficienza del filtraggio.
    Un altro elemento che lo rende unico è la presenza di numerosi gruppi chimici funzionali sulla sua superficie, che gli conferiscono una reattività chimica che attrae e trattiene diverse categorie di sostanze tossiche. Inoltre l’ossido di grafene agisce come una sorta di spugna molecolare, grazie alla sua struttura atomica che riesce a trattenere molecole molto diverse tra loro, comprese quelle organiche complesse. Infine le sue proprietà antibatteriche, che non solo filtrano le impurità chimiche, ma limitano la proliferazione di batteri all’interno dei sistemi di filtraggio, prevenendo la formazione di biofilm e altre contaminazioni secondarie.

    Inquinamento

    La mappa della contaminazione da PFAS delle acque potabili

    di Pasquale Raicaldo

    22 Gennaio 2025

    La ricerca
    L’aspetto determinante di questa ricerca combinata, lunga 10 anni, è stata l’integrazione con il polisulfone, (polimero plastico ad alte prestazioni), che ha permesso lo sviluppo di membrane innovative, fino alla realizzazione di una linea di produzione semi-industriale, nell’ambito del progetto europeo Graphil, finanziato da Graphene Flagship, che ha consentito di portare la tecnologia dai prototipi di laboratorio fino alla fase commerciale curata da Medica, per migliaia di filtri all’anno. “Si tratta di un esempio efficace di come la ricerca fondamentale, se orientata verso i bisogni industriali e sostenuta da finanziamenti pubblici mirati, possa portare a risultati tecnologici concreti,” ha dichiarato Vincenzo Palermo, uno degli autori del lavoro e direttore dell’ Istituto per la sintesi organica e fotoreattività del Cnr di Bologna (Cnr-Isof).

    La normativa

    La Francia mette al bando i Pfas in cosmetici e tessuti

    a cura della redazione di Green&Blue

    21 Febbraio 2025

    L’adsorbimento chimico
    Infatti nel 2024, la collaborazione tra Cnr e l’azienda Medica ha portato al lancio del Graphisulfone, una nuova generazione di membrane composite polisulfone-grafene-ossido, in grado di combinare ultrafiltrazione e adsorbimento in un’unica tecnologia. Nel primo caso, le fibre cave della membrana agiscono come un setaccio, rimuovendo batteri e virus con elevati livelli di ritenzione; nel secondo, l’adsorbimento chimico (diverso dall’assorbimento) è un processo in cui molecole, atomi o ioni si attaccano alla superficie di un materiale, in questo caso contaminanti chimici, come metalli pesanti, PFAS, antibiotici e pesticidi, che vengono trattenuti, purificando l’acqua. L’obiettivo, dunque, è produrre filtri innovativi per l’acqua che possano essere facilmente collegati direttamente al lavandino di casa o utilizzati come dispositivi portatili di depurazione dell’acqua, per garantire un facile accesso all’acqua potabile a costi sostenibili. LEGGI TUTTO