8 Aprile 2025

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    Un fondo per impianti di energie rinnovabili a disposizione delle piccole e medie imprese

    Fondo di 320 milioni di euro a disposizione delle piccole e medie imprese per realizzare impianti fotovoltaici e minieolici per la produzione di energia elettrica destinata all’autoconsumo. Bonus a fondo perduto tra il 30% e il 40% del costo dell’impianto a seconda della dimensione dell’impresa. Le domande si possono presentare sul sito di Invitalia fino […] LEGGI TUTTO

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    Marzo il mese più caldo d’Europa e ghiaccio marino artico più basso d’inverno

    Quello di quest’anno è stato il secondo marzo più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria in superficie ERA5 di 14,06 °C, ovvero 0,65 °C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020 e 1,60 °C in più rispetto al livello preindustriale di marzo. Sono i dati del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell’Ue, pubblica regolarmente bollettini climatici mensili.

    Marzo 2025 è stato di 0,08 °C più fresco rispetto al marzo record del 2024 e solo marginalmente più caldo (di 0,02 °C) rispetto al terzo marzo più caldo, quello del 2016. Marzo 2025 è stato il 20esimo mese degli ultimi 21 mesi in cui la temperatura media globale dell’aria in superficie è stata superiore di oltre 1,5 °C rispetto al livello preindustriale. Il periodo di 12 mesi da aprile 2024 a marzo 2025 è stato di 0,71 °C superiore alla media 1991-2020 e di 1,59 °C superiore al livello preindustriale.

    Secondo Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate presso ECMWF, “Marzo 2025 è stato il marzo più caldo per l’Europa, evidenziando ancora una volta come le temperature continuino a battere i record. È stato anche un mese con estremi di precipitazioni contrastanti in tutta Europa, con molte aree che hanno vissuto il loro marzo più secco mai registrato e altre il loro marzo più umido mai registrato negli ultimi 47 anni”. LEGGI TUTTO

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    Karla, l’architetta che si è data alla moda sostenibile

    Nei fine settimana Avenida Italia si riempie di gente. Karla è a suo agio sotto il baldacchino blu che ricopre il suo stand nella fiera. Si rivolge con gentilezza ai clienti, prende appunti sulla sua agenda, mette in ordine i capi di abbigliamento sugli appendiabiti. In mezzo al trambusto della Avenida, nel pieno centro dell’Avana, punta tutto sul buon gusto e l’inclusione vendendo, a prezzi accessibili, vestiti bellissimi per tutte le taglie. Molti si avvicinano, curiosano, comprano e vanno via con un sorriso. Karla Maria Lemus Mesa, giovane donna cubana, è architetta e imprenditrice. Ha 28 anni. Spinta dalla curiosità e dalla voglia di crescere nel campo della moda, partecipa al Laboratorio di moda circolare – organizzato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS – Progetto Avenida Italia) – che ha l’obiettivo di creare sinergie tra le donne e incentivare reti di supporto e contatto affinché le partecipanti possano sostenersi e ispirarsi a vicenda. Prima di frequentare il corso, Karla aveva avviato, con alcune amiche, un’attività di vendita informale a Fontanar, il quartiere periferico dell’Avana dove vive. A poco a poco è riuscita a espandersi e si è avvicinata al centro della città e, grazie al progetto italiano di cooperazione, oggi ha uno spazio permanente nella fiera di Avenida Italia durante i fine settimana, vetrina che le permette di aumentare la visibilità e attrarre nuovi clienti nella sua bottega, Ákares Shoppitrapo.

    La sua è un’impresa ispirata ai principi della sostenibilità, che coniuga moda e architettura. Il negozio si trova al piano terra di un edificio che conserva le caratteristiche tradizionali delle costruzioni cubane degli anni Quaranta. Sugli scaffali, accanto ai vestiti, Karla dà spazio all’artigianato di altre donne imprenditrici. Propone soprattutto abiti che la gente non indossa più o vestiti di collezioni passate provenienti dai Paesi occidentali. Lei li ricicla, evita che diventino rifiuti: “Il modello è sostenibile perché si tratta di allungare la vita di indumenti che già esistono e stanno circolando – afferma – diminuendo l’acquisto compulsivo che inquina il Pianeta e allo stesso tempo aiutando varie famiglie cubane a ricevere piccoli introiti da questo sistema”. Infatti, a chi lascia in consegna i propri abiti in negozio, Karla riconosce una percentuale in base al prezzo di vendita. Non si tratta di una semplice bottega di abbigliamento usato: Karla interviene, insieme alla sua squadra di designer, stiliste e sarte, per ridare vita ai vestiti destinati alla vendita, rendendo più attrattivo il design di vecchi modelli, ricucendo parti deteriorate e a volte riesce anche a creare abiti unici a partire da più stoffe riciclate, come un mosaico fatto di tessuti. LEGGI TUTTO