24 Marzo 2025

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    Museo d’Orsay e i 100 capolavori che raccontano il clima

    La Normandia dipinta da Monet, Coubert e Caillebotte, i paesaggi di Delacroix. Pittori che già due secoli fa raccontavano il cambiamento climatico. Avevano colto i segni di quanto la rivoluzione industriale stava trasformando l’ambiente intorno a loro. Parte da questa considerazione l’idea del celebre Musèe d’Orsay di Parigi che da marzo al 15 luglio propone la mostra “100 œuvres qui racontent le climat”. Capolavori che lasceranno uno dei più prestigiosi musei del mondo per questa mostra itinerante in 12 regioni francesi. 31 gli istituti d’arte coinvolti, alcuni dei quali presteranno le loro opere.
    L’origine dalle trasformazioni del XIX secolo
    L’obiettivo è di accompagnare i visitatori in un “racconto del clima” attraverso quadri dipinti tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Le opere selezionate testimoniano, infatti, i rivolgimenti iniziati nel XIX secolo, nel pieno dell’industrializzazione, e raccontano le origini delle sfide climatiche che ci troviamo ad affrontare oggi. Il periodo coperto dalle collezioni esposte va dal 1848 al 1914, segnato dall’ascesa dei trasporti e dalle grandi accelerazioni tecnologiche sostenute dall’uso del carbone, del gas e del petrolio. Proprio sotto la spinta di questi cambiamenti, i paesaggisti francesi della metà del XIX secolo furono i primi a sostenere l’importanza della salvaguardia della natura.

    Come ha spiegato Sylvain Amic, presidente dell’Istituto pubblico del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie – Valéry Giscard d’Estaing durante la presentazione al Museo d’Orsay: “Più che una riflessione, questo progetto è un invito all’azione. Intrecciando legami tra arti, scienze e territori, le ‘100 opere che raccontano il clima’ ci incoraggiano a pensare al futuro con lucidità ma anche con speranza, trovando nel patrimonio una fonte di ispirazione e impegno”.

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