22 Marzo 2025

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    Non solo uragani, le parole del meteo estremo

    Ormai sappiamo cosa intende per uragano o tifone, mentre è meno noto il significato di “dust devil”. Anche il linguaggio risente degli effetti della crisi climatica e i termini legati alla meteorologia sono sempre più frequenti nell’uso comune e si arricchiscono di definizioni tecniche che rimandano agli eventi estremi. In occasione della Giornata mondiale della meteorologia l’app Babbel propone un glossario per comprendere l’etimologia di alcune parole che sentiamo sempre più spesso. Eccone alcune.

    Ciclone, uragano e tifone
    Un evento atmosferico devastante, contraddistinto da forti e impetuose raffiche di vento e piogge torrenziali, è generalmente categorizzabile con la denominazione ciclone; questo termine affonda le sue radici etimologiche nel greco kùklos, ovvero “cerchio” o “giro”: a livello satellitare, infatti, i cicloni sono distinguibili per le loro dense nubi a forma circolare che si sviluppano intorno ad un “occhio”, il punto centrale più calmo dove i venti si placano. Tuttavia questa perturbazione violenta, esacerbata dall’aumento delle temperature globali, assume nomi diversi a seconda della zona in cui si sviluppa e si abbatte. Ad esempio con uragano, o ciclone tropicale, si fa riferimento alla tempesta che interessa principalmente il Centro e il Nord America; nella zona del centro-America, in particolare, si utilizza il termine proveniente dallo spagnolo di origine caraibica huracán, ovvero il nome del terribile dio indigeno al comando del vento e delle tempeste. Mentre al largo e sulle coste dell’Oceano Pacifico e del Mar Cinese nascono i tifoni, un vocabolo preso in prestito dalla lingua cinese, dove t’ai fung significa “grande vento”, in riferimento alla potenza dei venti che caratterizzano questo fenomeno distruttivo.

    Società

    “Treintrots” e altri neologismi climatici, così la crisi cambia la nostra lingua

    di Pasquale Raicaldo

    17 Gennaio 2025

    Tsunami
    Conosciuto anche come maremoto nella lingua italiana, lo tsunami è uno degli eventi naturali potenzialmente più catastrofici. Questo fenomeno colpisce principalmente le aree soggette a terremoti subacquei i quali, a seconda della loro intensità, possono generare onde anomale, che raggiungono fino a 50 metri di altezza nei casi più estremi. Mentre il termine italiano “maremoto” richiama la caratteristica oscillazione delle onde del mare a seguito di una scossa, in giapponese il termine “tsunami” ha un significato letterale di “onde sul porto”, essendo etimologicamente composto da due kanji, tsu, che significa “porto”, e nami, che può voler dire “maroso” o “grande onda”. La denominazione giapponese di questo fenomeno violento è ormai entrata nel linguaggio comune, soprattutto per la frequenza con cui questi eventi estremi si verificano sulle coste del Giappone, un’area geografica fortemente soggetta a sismi di magnitudo elevata.

    Tornado
    Con il termine “tornado”, o tromba d’aria in italiano, si indica il vortice intenso di nubi e vento alimentato da correnti di aria calda e fredda che nasce da una cella temporalesca. Questo fenomeno si verifica sempre più frequentemente in diverse regioni a causa del surriscaldamento globale che, con l’aumento della temperatura atmosferica, favorisce la formazione di trombe d’aria. La parola “tornado” deriva dal termine spagnolo “tronada”, che significa “tempesta” o “temporale”, a sua volta derivato dal verbo tronar (“tuonare”); successivamente, il termine si è evoluto in “tornado”, con riferimento al moto rotatorio del vento tipico del fenomeno (dal participio del verbo spagnolo “tornar” ovvero “girare”). Una versione informale, utilizzata soprattutto negli Stati Uniti, per descrivere questo evento atmosferico è twister la cui etimologia richiama, anche in questo caso, la forma turbinosa del vortice, dal verbo inglese twist che significa “ruotare”.

    Derecho
    Tra aprile ed agosto uno dei fenomeni estremi più frequenti, soprattutto negli stati del Midwest statunitense, è il “derecho”. Questa tempesta è caratterizzata principalmente da improvvisi rovesci di pioggia e da forti venti, che possono essere paragonabili in potenza e velocità a quelli generati dagli uragani e dai tornado. Per descrivere questo tipo di fenomeno atmosferico violento i meteorologi hanno coniato il termine derecho, che in spagnolo significa “dritto”, per contraddistinguere i venti lineari, tipici di questo evento naturale, che si muovono appunto in linea retta, differenziandosi da quelli invece ruotanti dei tornado. Negli ultimi anni, a causa dell’aumento delle temperature e, soprattutto, dell’umidità, queste tempeste improvvise sono arrivate ad interessare anche le coste italiane provocando numerosi danni.

    Willy willy
    Chiamato anche dust devil, ovvero “diavolo di polvere”, il “willy willy” è un fenomeno molto particolare che interessa le zone desertiche dell’outback australiano. Si tratta di alte colonne di sabbia e polvere che, a differenza dei tornado, nascono e si innalzano direttamente dal suolo e, seppur simili nella forma, risultano decisamente meno distruttive. Come sottolinea Gianluca Pedrotti di Babbel, l’origine etimologica del termine è incerta, ma si ritiene che “willy-willy”, ampiamente usato dagli australiani, derivi dal nome con cui le popolazioni aborigene, in lingua Yindjibarndi e Wemba-wemba, descrivevano degli spiriti maligni che si manifestavano appunto sotto forma di vortici di sabbia. Il fenomeno dei “vortici di polvere” è diffuso in numerosi Paesi ed è noto con nomi differenti, spesso connessi ad un elemento divino, come “diablo de polvo” (“diavolo di polvere”) in Messico e “Djin” o “Jinn”, in riferimento agli spiriti del vento nella mitologia islamica, in Egitto e in Medio Oriente.

    Eruzione vulcanica, capelli di Pele e lahar
    Il termine eruzione, che deriva dal verbo latino erumpere ovvero “erompere”, descrive la natura dirompente ed esplosiva di questo fenomeno. Le eruzioni vulcaniche hanno effetti collaterali importanti sia sull’ambiente che sul clima, essendo ad esempio in grado di influenzare le temperature a causa dell’elevata produzione di anidride carbonica che comportano. Inoltre, portano con sé fenomeni secondari, come la formazione dei cosiddetti capelli di Pele e del lahar, entrambi potenzialmente distruttivi. I “capelli di Pele” sono sottili filamenti di vetro vulcanico, formati dalle fontane di lava durante un’eruzione (che prendono il nome dall’omonima dea hawaiana che governa il fuoco ed i vulcani); sebbene ricordino una morbida chioma dorata, diventano particolarmente pericolosi e abrasivi se trasportati ad alte velocità dal vento. In Indonesia, invece, la lava raffreddata miscelata con acqua e rocce vulcaniche viene chiamata in lingua giavanese “lahar”; la sua consistenza assomiglia a quella densa del cemento fresco e, se smosso, può provocare frane e travolgere le aree circostanti per diversi chilometri, con gravi conseguenze per l’ambiente e le abitazioni.

    Cataclisma
    Negli ultimi anni questo termine ha iniziato sempre di più a far parte del vocabolario comune per descrivere eventi di natura dirompente e distruttiva, che interessano varie zone del mondo e sotto diverse forme. Nei tempi antichi il cataclisma era strettamente legato a catastrofi causate dall’acqua, come indicato dall’etimologia greca kataklysmós, che significa “inondazione”, derivata dal verbo kataklýzein, composto dalle particelle katá ovvero “giù” e klýzein ovvero “lavare, bagnare”. Oggi, con l’intensificarsi in potenza e frequenza di fenomeni estremi come tornado, uragani ed eruzioni vulcaniche, il termine cataclisma ha assunto un significato più generico, che fa riferimento a qualsiasi situazione che arrechi danni estesi a persone e ambiente. LEGGI TUTTO

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    Lavori green, Alice Pomiato e la sostenibilità: i social per aiutare l’ambiente

    Questa è la storia di due crisi. Una personale, l’altra globale. Una è quella di Alice, 33 anni, green influencer, l’altra quella del Pianeta in cui viviamo. Tutto comincia nel 2015, quando Alice Pomiato, con una laurea in Comunicazione, inizia a lavorare in varie agenzie di pubblicità. Ma il suo disagio cresce sempre di più. […] LEGGI TUTTO

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    Italiani poco attenti all’acqua, il 32% non ripara le perdite

    Siamo disallineati. Poco consapevoli. Distratti. Per esempio, il 78% degli italiani pensa di consumare meno di 200 litri d’acqua al giorno e solo il 6% si attribuisce appunto un consumo superiore a quella soglia. Non basta: appena il 35% degli italiani ritiene il consumo idrico pro-capite in Italia superiore alla media europea, il 32% non controlla abitualmente eventuali perdite d’acqua in casa e ancora il 29% non utilizza la lavatrice a pieno carico. Meno di uno su quattro usa di solito la lavastoviglie – grazie alla quale è invece possibile ottenere un risparmio fino a 110 litri d’acqua al giorno (se ne consumano in media 12 litri contro i 122 del lavaggio a mano) – e solo il 23% evita l’inutile pratica di sciacquare i piatti a mano prima di avviare il ciclo di lavaggio.

    Sono solo alcuni dei numeri che escono da una ricerca nazionale a condotta da YouGov per Finish sulle abitudini di comportamento in termini di consumo idrico. L’impegno del gruppo si inserisce ormai da anni all’interno del progetto Acqua nelle nostre mani, dedicato alla sensibilizzazione – con attività originali, artistiche e divulgative – verso un atteggiamento virtuoso nei confronti di una risorsa scarsa e dunque fondamentale. Una di queste attività si ripeterà, dopo la tappa romana dello scorso autunno, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che cadrà il 22 marzo: a Milano, in piazza XXV Aprile, comparirà un gigantesco bidone dell’acqua (con le caratteristiche, quindi, di un contenitore stradale della spazzatura) capace di contenere oltre 6mila litri d’acqua che corrispondono circa al consumo settimanale di una famiglia di quattro persone. Tutto questo per fornire una consapevolezza anche plastica e visiva rispetto al consumo smodato d’acqua nel nostro paese.

    I consigli per risparmiare acqua in casa
    Il consumo d’acqua delle famiglie italiane si aggira infatti intorno ai 220 litri per persona al giorno, un dato superiore alla media europea. A livello globale, il consumo domestico varia naturalmente tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, con sprechi insostenibili nei primi. Si stima che circa 30-50% dell’acqua usata in casa venga sprecata, soprattutto a causa di perdite, usi smodati e abitudini poco sostenibili – talvolta rivendicate con scarsa sensibilità – come lasciare il rubinetto aperto mentre ci si lava i denti o utilizzare lavatrici e lavastoviglie a mezzo carico. Per ridurre gli sprechi, è essenziale adottare comportamenti più responsabili.

    Riparare le perdite è un primo passo essenziale, poiché un rubinetto che gocciola può sprecare fino a 5mila litri di acqua all’anno. Anche chiuderlo mentre ci si lava i denti, si fanno altre attività in bagno o si insaponano i piatti è un gesto importante, che permette di risparmiare fino a 6-12 litri al minuto.
    Usare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico consente ovviamente di ottimizzare il consumo d’acqua ed energia.
    Preferire la doccia al bagno in vasca può fare poi una grande differenza: una doccia di cinque minuti consuma circa 50-70 litri d’acqua, mentre un bagno ne richiede fino a 200.
    Raccogliere l’acqua piovana è un’ottima soluzione per annaffiare le piante o lavare l’auto senza sprechi mentre per l’irrigazione è meglio scegliere le ore serali o mattutine per evitare l’evaporazione e riutilizzare, quando possibile, l’acqua di cottura raffreddata.
    Infine, installare riduttori di flusso nei rubinetti e nelle docce può ridurre il consumo fino al 50%, senza compromettere la pressione dell’acqua. Con piccoli gesti quotidiani possiamo insomma contribuire a preservare questa risorsa preziosa.

    La gestione delle risorse idriche e la consapevolezza dei singoli sui consumi e sugli sprechi diventano un tema di assoluta rilevanza, su cui intervenire con urgenza con attività educative e di sensibilizzazione, proprio in un periodo in cui le regioni del sud Italia affrontano un incremento del 50% nella probabilità di siccità estrema a causa del cambiamento climatico. La Sicilia e la Puglia affrontano difficoltà croniche nella gestione idrica ma anche la Pianura Padana, ad esempio, registra da anni livelli critici del fiume Po. Secondo le previsioni, i ribaltamenti climatici e l’aumento della domanda d’acqua agricola e domestica potrebbero aggravare la situazione nei prossimi anni, rendendo essenziali politiche di gestione sostenibile e investimenti in infrastrutture per il risparmio e il riutilizzo delle risorse idriche.

    Il progetto “Acqua nelle nostre mani”
    Alla luce di questo scenario impressionante – Finish ha rinnovato anche nel 2025 il suo impegno nella tutela delle risorse idriche con il progetto “Acqua nelle nostre mani”. Dopo le iniziative sviluppate in passato su tutto il territorio nazionale, e con la pubblicazione nel 2022 della prima, drammaticamente provocatoria Guida turistica ai deserti d’Italia con gli scatti del fotografo Gabriele Galimberti, quest’anno il gruppo ha appunto deciso di realizzare una speciale installazione a Roma e Milano, in luoghi di grande passaggio nel centro delle città, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul tema dello spreco idrico e della quantità d’acqua consumata, molto spesso inconsapevolmente. LEGGI TUTTO

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    Giornata mondiale dell’Acqua: Venezia capitale mondiale del “rinascimento blu”

    Il progetto è ambizioso: eleggere Venezia capitale mondiale dell’acqua. “La città più antica del futuro”, la definì l’ex ministro Renato Brunetta il 12 luglio 2021 quando venne firmato l’atto costitutivo della fondazione “Venezia capitale della sostenibilità”. Sette progetti per riaffermare che l’unica città galleggiante al mondo non è un museo, ma può diventare un modello ambientale, sociale e urbanistico ispirato alla sviluppo sostenibile. A quasi quattro anni da quella giornata, il centro storico lagunare ancora stretto tra lo sfruttamento commerciale intensivo e l’affollamento turistico, lancia la sfida al mondo “per far crescere un nuovo modello sociale” partendo proprio dall’acqua e gli ecosistemi marini. Annuncia di voler diventare capofila di quel “Rinascimento blu” europeo tanto auspicato, aprendo il centro europeo di ricerca biomimetica acquatica. È stata l’associazione SUMus che da anni promuove iniziative scientifiche e didattiche all’avanguardia a scegliere Venezia come laboratorio per il futuro.

    World Water day

    Giornata mondiale dell’acqua, in Italia investiti 383 miliardi nel servizio idrico

    redazione Green&Blue

    22 Marzo 2025

    Festival Aquamour
    E l’occasione non poteva essere che la Giornata mondiale dell’acqua (22 marzo) che qui si intreccia con la data della fondazione di Venezia (25 marzo) a dare vita a cinque giorni pieni di spettacoli, conferenze, workshop. Mescolando cultura, economia e scienza per valorizzare il bene più essenziale del pianeta, il Festival Aquamour (21-25 marzo) presenta un programma lungo cinque giorni. E s’inserisce nel più ambizioso progetto di trasformare il capoluogo veneto nella capitale di quella che potrebbe diventare la Venice Acqua Valley.

    Start-up. divulgatori, artisti
    “Nell’era dell’intelligenza artificiale, la vera originalità è tornare all’elemento da cui la vita ha origine, l’intelligenza acquatica, riscoprendone colori, suggestioni e profondità. I più importanti scienziati, start-up innovative, divulgatori ed artisti faranno luce su un nuovo modello di sviluppo basato sulla rigenerazione educativa, agricola ed economica”, spiegano i promotori di Aquamour.
    Tra gli ospiti: Gunter Pauli, l’iniziatore della Blue Economy e fondatore di Zeri (Zero Emission Research Initiative), rete internazionale di studiosi impegnati a progettare sistemi innovativi di produzione e consumo; il Premio Nobel dell’Acqua 2023 Andrea Rinaldo che promuoverà un modello di ottimizzazione delle risorse idriche volto al miglioramento della qualità della vita. Dall’imitazione del mondo vivente marino che rappresenta un modello riproducibile, le società umane possono evolvere verso una maggiore efficienza. La pluripremiata biologa Marta Musso con Possea” – “Pos(sea)ble/Possible” – mostrerà il suo laboratorio itinerante, per raccontare ed esplorare il cosmo invisibile, microscopico ed essenziale del plancton con esperienze divulgative coinvolgenti dedicate alla cultura del mare. Giovanna Melandri, oggi alla presidenza di Human Foundation e di Social Impact Agenda per l’Italia, coglierà il trait d’union tra sostenibilità ed economia sociale nel contesto delle sfide globali.

    L’iniziativa

    Da Venezia l’appello al mondo: “Educhiamo alla tutela degli oceani”

    08 Giugno 2024

    Gli spazi e gli scenari
    Tavole rotonde e conferenze sono state organizzare un po’ ovunque negli spazi della città. A piazza San Marco ci sarà “The Home of the Human Safety Net”, lo showroom per le start-up di Biomimetica è previsto allo spazio LeonardH20, mentre la Serra dei giardini Reali si trasformerà in AquaPadiglione. Le mostre troveranno la propria location ideale alla Giudecca, alla Fàbrica 33 e alla Fucina del Futuro.
    Numerosi i talk e i concerti che animeranno la kermesse lagunare. Se sabato 22 marzo alla Pescheria di Rialto, l’happening partecipativo “Onde d’acqua, di musica & di amore” (ore 16,30) disegnerà un itinerario sonoro, lunedì 24 marzo al Teatro Goldoni, sarà la volta dell’incantevole “Aqua Serenissima” Quintet Concert di Do Montebello”. Al cinema Rossini con la proiezione del film “Panorami Sommersi”, martedì 25 marzo, giorno di fondazione di Venezia, a partire dalle 21 con la partecipazione del regista Samuele Gottardello e dell’attrice Eleonora Vallone, fondatrice del Aquafilmfestival. Durante la serata saranno consegnati i premi Paladino del Mare e Cavalier dell’acqua. LEGGI TUTTO