8 Marzo 2025

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    Lavori green, l’avvocato che difende l’ambiente: “Tante battaglie per il bene di tutti”

    Per natura, difensore della natura. Angelo Calzone è cresciuto negli anni Settanta immerso nelle campagne calabresi. Da piccolo si è riempito gli occhi di verde e i polmoni del mare poco distante dalla sua Ionadi, piccolo comune in provincia di Vibo Valentia: respiro dopo respiro si è innamorato talmente tanto dell’ambiente che da grande ha scelto di usare ogni strumento in suo possesso, soprattutto quelli offerti dalla legge, per difendere ciò che amava. La sua è la storia di un avvocato che ha dedicato una vita alla tutela dell’ambiente, trasformando la sua carriera da civilista in quella di legale specializzato in reati ambientali.

    “Ho iniziato questo cammino per un amore viscerale della natura. Volevo dare un contributo e ho pensato di poterlo fare attraverso lo studio della legge perché, come ricorda Fulco Pratesi, salva più natura un avvocato che dieci naturalisti”. Dopo il praticantato e le prime esperienze in tribunale decide di specializzarsi nelle leggi ambientali. “Sono andato a Roma a studiare, poi ho fatto un corso a Reggio Calabria con i migliori avvocati che allora si occupavano di ambiente e da lì non ho mai smesso di aggiornarmi”.

    Non solo una scelta di amore, ma anche “di professione” spiega Calzone, perché “mentre facevo il volontario del WWF ho iniziato a comprendere come servissero esperti di legge in questo settore, quello dei diritti ambientali, un filone che poteva essere un campo con potenziali sviluppi futuri”.

    Ci vede lungo: “Oggi è una professione che sta crescendo, siamo sempre di più i legali che si impegnano nelle battaglie ambientali. In questo lavoro siamo impegnati sia a difendere, sia ad essere di ausilio, per esempio per associazioni, cittadini o imprese che tentano di districarsi fra le norme. Mi chiamano spesso perché questo è un settore molto ampio, che abbraccia più ambiti: pensiamo alle diatribe su rifiuti, acqua, bonifiche, discariche, impianti, terreni, oppure alla salvaguardia di parchi e territori o all’attuale boom delle energie rinnovabili”. Quest’ultimo, il mondo degli impianti eolici e solari, attualmente è quello che lo vede coinvolto più spesso. “Come per altre questioni, c’è ancora poca conoscenza delle norme. Autorizzazioni, incarichi, permessi, valutazioni ambientali: ci vogliono competenze sia per aiutare chi si oppone, sia per chi vuole svilupparle. credo che le rinnovabili servano alla transizione ma bisogna sempre valutare caso per caso. Ci sono anche esempi di impianti che possono creare danni all’ambiente”.
    Ne ricorda uno in particolare: “Nel 2006 fu approvato un impianto eolico con turbine alte 150 metri da installare in un bosco, in un percorso famoso di trekking chiamato coast to coast che attraversa le PreSerre calabre. Fu approvato senza nemmeno valutazione ambientale e con autorizzazioni scadute. Prevedeva il taglio di centinaia di alberi. con Lipu e Regione Calabria ci siamo battuti per fermarlo e ora credo si possa dire che è stata messa una pietra tombale sull’idea di svilupparlo”.Dalla Calabria alla Basilicata sono decine le cause che Calzone ha portato avanti, “a volte per difendere le ragioni dei cittadini», altre per opporsi “ad abusi di multinazionali energetiche, per esempio relative all’interramento illegale di rifiuti”, altre ancora relative a progetti di bonifica, a discariche, oppure alla salvaguardia delle acque. Ha evitato che venissero realizzate centrali a biomasse ai confini del Parco della Sila, ha portato a condanna dirigenti di imprese che smaltivano rifiuti in maniera illecita, smascherato operazioni in cui c’era l’ombra della criminalità organizzata e soprattutto si è occupato di una marea di ricorsi per conto di associazioni ambientaliste o comitati, con decine di cause e ricorsi al Tar. In tanti casi è decisivo il tempismo. Ricorda ancora “quando riuscimmo ad annullare il calendario venatorio regionale, fatto male e troppo pericoloso per molte specie. l’atto fu depositato la mattina stessa dell’inizio della stagione e quel giorno mi chiamò un amico cacciatore: era stato fermato dai carabinieri proprio perché era scattato immediatamente il divieto. Mi disse: cosa hai combinato? Ci ridemmo su e per me fu una vittoria per la tutela delle specie”.Tempismo e impegno che ora spera possano portare avanti le nuove leve, i legali ambientali del futuro. “Consiglio loro di metterci passione, studiare, formarsi e soprattutto insistere, non scoraggiarsi mai. Perché questa professione offrirà sicuramente tante opportunità, direi doppie: sia di avere soddisfazione nel lavoro, sia di contribuire davvero a difendere la natura”. LEGGI TUTTO

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    Raccolta differenziata: gli errori che (quasi) tutti facciamo

    I cocci del vaso di cristallo nel vetro, il Tetra pak dei succhi di frutta nell’indifferenziato, gli occhiali da sole nella plastica: può capitare a tutti di sbagliare bidone nella raccolta differenziata. Il problema è che, purtroppo, anche un piccolo errore può ostacolare il processo di riciclo di tanti oggetti e imballaggi, con danni all’economia circolare e all’ambiente. Di seguito una rassegna degli sbagli più diffusi. Per evitarli.

    Gettare gli scontrini fiscali nella raccolta della carta
    Gli scontrini (che vanno sempre richiesti al commerciante o al professionista) non sono riciclabili. Risultano, infatti, costituiti da un’apposita carta termica, con un lato semilucido, ricoperto da un’emulsione formata da un colorante e un agente reattivo, che ha l’obiettivo di conservare il più a lungo possibile la stampa dei dati. Per questo, devono sempre essere messi nel cassonetto dell’indifferenziato.

    Far finire il cartone della pizza sporco nella carta
    Pizza con gli amici? Al termine della serata, quando è il momento di riassettare, occorre ricordarsi che il cartone unto o intriso di pomodoro va ripiegato su sé stesso in modo da ridurne l’ingombro e conferito nell’indifferenziato oppure, se compostabile, nell’umido. È corretto metterlo nella carta solo se è pulito. Eventuali residui di cibo devono, invece, essere messi nella raccolta dell’umido.

    Buttare gli oli vegetali esausti nell’organico
    Una volta utilizzato in cucina, l’olio diventa un rifiuto altamente inquinante per il sottosuolo e per l’acqua. Perciò non va versato né negli scarichi né nell’umido. Una volta che si sarà raffreddato, deve essere raccolto in taniche o in appositi contenitori. Questi recipienti devono poi essere portati, ben chiusi, nei punti di raccolta presenti sul territorio comunale.

    Economia circolare

    Raccolta differenziata, la lampadina non si getta nel vetro: gli errori più comuni che facciamo

    Cristina Nadotti

    18 Marzo 2024

    Conferire le lampadine nella raccolta del vetro
    Molti credono, erroneamente, che le lampadine vadano buttate nella raccolta del vetro: sbagliato. La maggior parte contiene, infatti, sostanze nocive per l’ambiente e per la salute e deve per questo essere conferita nei cassonetti dei Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee).
    Solo le lampadine alogene o le vecchie lampadine a incandescenza possono essere gettate nell’indifferenziato.

    Mettere i gusci di cozze e vongole nell’umido
    I gusci di cozze e vongole sono costituiti soprattutto da calcio e altri minerali, che non solo non sono biodegradabili, ma hanno anche tempi di smaltimento lunghissimi. Per questo devono essere buttati nell’indifferenziato e non nell’umido, anche se sono di origine animale. Una regola che vale pure per i gusci di ostriche, gamberi, aragoste, scampi.

    Gettare i contenitori in Tetra pak nell’indifferenziato
    Le confezioni in Tetra pak, come per esempio quelle del latte o del vino, sono composte da un materiale misto, formato da carta, alluminio, plastica. Poiché non esiste una regola unica, nazionale o regionale, che chiarisca dove vada buttato, è opportuno controllare le indicazioni dei singoli Comuni. Infatti, in alcune località questo genere di imballaggi va conferito nel bidone della plastica, in altre la destinazione corretta è la carta.

    Buttare gli oggetti di plastica nella plastica
    Attenzione: in Italia vengono riciclati solo gli imballaggi di plastica, ovvero ciò che viene utilizzato per contenere e proteggere un prodotto. Quindi gli oggetti, anche se di plastica, non vanno messi nella relativa raccolta. Devono perciò finire nell’indifferenziato, per esempio, bicchierini per caffè, penne, palloni, giocattoli, occhiali da sole, borracce, catini, confezioni per pastiglie, custodie di cd, piatti per pic-nic, piscine per bambini, portacenere, posate, profumatore per ambienti, scolapasta, sottovasi per piante, spazzolini da denti.

    Conferire cristallo e ceramica nel vetro
    Malauguratamente si rompe una tazzina, un piatto, un vaso, una pirofila. I cocci di cristallo o di ceramica, una volta raccolti, vanno messi nell’indifferenziato. Basta, infatti, un solo frammento di ceramica mescolato al vetro pronto per il forno per mandare all’aria il processo di riciclo. Per smaltire, invece, le lastre di vetro (per esempio, porte interne, finestre da sostituire…) ci si può rivolgere all’isola ecologica più vicina. LEGGI TUTTO