13 Febbraio 2025

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    Coradia Stream H, il primo treno ad idrogeno in Italia viaggerà in Valcamonica

    Si chiama “Coradia Strem H” dove la consonante finale fa la differenza: è infatti il primo treno a idrogeno pronto ad entrare in funzione in Italia. Progettato da Alstom (uno dei principali gruppi al mondo specializzati nella mobilità sostenibile) ma realizzato completamente in Italia è stato presentato questa mattina a Rovato, in provincia di Brescia. […] LEGGI TUTTO

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    Lo strano caso dei salmoni fuggiti da un allevamento in Norvegia: “Ricompensiamo chi li pesca”

    In Norvegia c’è uno strano caso, dai contorni singolari, che allarma gli animalisti e preoccupa il governo. Riguarda la fuga, in mare aperto, di 27 mila esemplari di salmoni che sarebbero fuoriusciti da gabbie di allevamento installate al largo della costa di Troms, area nord-occidentale del Paese. Per recuperarli, prevenendo ricadute negative sugli ecosistemi, l’azienda ittica Mowi ha offerto una ricompensa di 500 corone (poco più di 42 euro) a pesce ai pescatori che cattureranno gli esemplari in fuga, distinguendoli quindi da quelli selvatici. Già, perché gli attivisti per l’ambiente non hanno dubbi sul potenziale disastro legato alla diffusione incontrollata dei salmoni, un quarto dell’intera produzione aziendale. La preoccupazione condivisa è per le minacce alla diversità genetica dell’intera popolazione, insieme con il rischio concreto di un aumento di infezioni e la nuova e, non da meno, l’imprevista competizione per riproduzione e sostentamento. “Proprio così, ventisettemila salmoni d’allevamento in fuga rappresentano un potenziale disastro per il salmone selvatico – spiega Pål Mugaas, portavoce della ong Norske Lakseelver, che si occupa della tutela della biodiversità nei fiumi della Norvegia – La scienza ha dimostrato che l’incrocio tra stock selvatici e salmoni d’allevamento produce una prole che a lungo termine ha un basso tasso di sopravvivenza in natura”.

    Alimentazione

    Gli allevamenti di salmone insostenibili costano a noi e alla biodiversità

    di Pasquale Raicaldo

    03 Maggio 2024

    “Una situazione seria e preoccupante”
    Così, lo stesso dipartimento nazionale norvegese della pesca non nasconde l’imbarazzo. Di più: le autorità hanno chiesto ufficialmente all’azienda di impegnarsi a fondo per la ricattura dei pesci, che sarebbero fuoriusciti dall’anello esterno di una gabbia, a quanto pare danneggiata da una mareggiata. Il portavoce nazionale della direzione Pesca, Vegard Oen Hatten, portavoce della direzione della pesca, ha sottolineato come agli allevatori di pesci sia consentito condurre operazioni di ricattura solo entro una zona di 500 metri attorno alla struttura, in caso di fuga, dichiarando al The Guardian che – in base alla potenziale portata dell’incidente – Mowi sia legittimata a “estendere gli sforzi di ricattura oltre questa zona”. “Una situazione seria e preoccupante”, ha ammesso la stessa azienda. La Norvegia esporta circa 1,2 milioni di tonnellate di salmone d’allevamento all’anno: un trend in aumento, che compensa – da un punto di vista industriale – il declino inesorabile delle popolazioni di salmoni selvatici, ai minimi storici. Anche per questo si è optato per la chiusura alla pesca del salmone di trentatrè fiumi, un numero che sarà presto presumibilmente esteso. Intanto, nonostante abbia riconosciuto che il salmone selvatico del Nord Atlantico è sotto “minaccia esistenziale”, il ministro dell’ambiente norvegese, Andreas Bjelland Eriksen, ha escluso nelle scorse settimane il possibile divieto di allevamento ittico in mare aperto.

    Alimentazione

    Gli allevamenti di salmone insostenibili costano a noi e alla biodiversità

    di Pasquale Raicaldo

    03 Maggio 2024

    Ciwf Italia: “Non solo fughe, l’allevamento del salmone ha molte criticità”
    “Episodi come questo ci ricordano che allevare enormi quantità di animali in gabbie sottomarine non è solo nocivo per il loro benessere, ma anche pericoloso per l’ambiente circostante e per gli animali che vi abitano,” commenta Annamaria Pisapia, direttrice della sezione italiana di Compassion in World Farming (CIWF), che da tempo osserva da vicino l’industria del salmone, incoraggiando le aziende ad adottare misure di salvaguardia proprio contro le fughe di massa e la mitigazione dei rischi legati all’allevamento di grandi numeri in un unico sito. “Il rischio – spiega ancora Pisapia – non è rappresentato solo dalle fughe, ma anche dalle infestazioni, dalle malattie e dai predatori che pongono gravi problemi al benessere dei salmoni,” aggiunge Pisapia. L’associazione è consapevole dello sviluppo di sistemi a terra che potrebbero mitigare o rischi, ma a un prezzo considerato “salato per gli animali. Questi sistemi – spiega CIWF – rappresentano oggi una preoccupazione anche maggiore per il benessere generale del salmone e di altre specie allevate”.

    I numeri e le criticità dell’allevamento dei salmoni
    I numeri “fotografano” una crescita costante dell’industria del salmone da allevamento: dal 1999 è diventata la principale fonte di carne di salmone, superiore al pescato. Nel 2022 sono stati macellati circa 530 milioni di salmoni atlantici (2,9 milioni di tonnellate): le associazioni animaliste denunciano come spesso siano stipati in gabbie, con una qualità dell’acqua spesso scarsa, e come si feriscano facilmente contro le superfici abrasive delle gabbie. Lo stress prolungato ne indebolisce il sistema immunitario e li rende vulnerabili: tutto ciò crea l’ambiente ideale per la diffusione di malattie e parassiti. Di più: durante la produzione il numero dei pesci molti risulta molto elevato: in Scozia, secondo le stime ufficiali, circa un pesce su tre muore durante la fase di allevamento in acqua di mare – dei 51,1 milioni di salmoni messi in mare nel 2021, 16 milioni sono morti, circa il 31,3%. LEGGI TUTTO