8 Gennaio 2025

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    Siepe o mini alberello: i consigli per coltivare la piracanta

    La siepe della piracanta è una pianta appartenente alla famiglia delle rosacee ed è originaria dell’Asia minore e dell’Europa meridionale. È un esemplare sempreverde da coltivare in giardino durante l’intero anno.
    La siepe della piracanta
    Chiunque fosse alla ricerca di una siepe sempreverde può decidere di coltivare nel proprio giardino la piracanta. Si tratta di una pianta che è caratterizzata dalla presenza di molto fogliame fitto, con foglie di dimensioni ridotte di colore verde scuro. La particolarità di questa pianta, però, sta nella presenza di spine appuntite e di numerosi fiorellini di colore bianco che, in un certo senso, potrebbero ricordare il biancospino. Durante la stagione autunnale, la pianta si anima grazie alla comparsa delle bacche: le stesse possono essere di diverso colore, rosse, arancioni o gialle. Questo dettaglio cambia a seconda della varietà che si decide di coltivare.

    La piracanta è una pianta che può raggiungere i 3 metri di altezza, specie se trova condizioni favorevoli per la sua crescita. Inoltre, è un sempreverde che riesce ad adattarsi alla perfezione anche ai climi più rigidi: sopporta addirittura temperature fino ai -20°C, ma anche il caldo torrido che si può percepire in prossimità di aree marine.

    La messa a dimora in vaso e in piena terra
    Se si vuole creare una bella siepe, è importante considerare la corretta distanza tra le varie piante di piracanta. In piena terra è utile organizzare le piante distanziandole di 50 centimetri le une dalle altre. Se, invece, si preferisce coltivare in fioriera è consigliato sistemare al massimo 2 piante, con un contenitore profondo almeno 40 centimetri e lungo 100 centimetri.

    La piracanta senza spine
    Come abbiamo accennato in precedenza, la siepe è caratterizzata dalla presenza di spine e, dunque, non è possibile selezionare per il proprio spazio verde una piracanta senza spine. In alternativa, però, si può decidere di adottare una pyracantha red star: si tratta di una sempreverde contraddistinta da meno spine e da una presenza maggiore di bacche rosse che compaiono intorno al mese di settembre.

    La piracanta nana o bonsai
    Chi fosse alla ricerca di una proposta di dimensioni inferiori a quella che può raggiungere i 3 metri di altezza, può optare per l’esemplare della piracanta nana o navaho. Questo arbusto raggiunge al massimo i 200 centimetri di altezza ed è comunque caratterizzato da fiori e numerose bacche di colore arancione. È senz’altro una pianta decorativa da sistemare nel balcone di casa, ma anche per bordure del giardino. I più creativi potranno anche dare vita a una piracanta bonsai: basterà munirsi di un paio di forbici pulite e dare la forma desiderata al mini alberello.
    Qual è il terreno suggerito per la sua coltivazione?
    La scelta del terreno per la piracanta non è difficile, poiché la pianta si adatta a qualunque condizione. La piracanta non ha particolari esigenze tanto che si può usare un terreno universale, a patto però che sia ben drenante, anche se povero. Infatti, la piracanta riesce ugualmente a sopportare questa caratteristica del terriccio.
    Le annaffiature della pianta
    La piracanta ha una grande resistenza alla siccità e preferisce un terreno privo di ristagni idrici. Durante i primi mesi dalla messa a dimora è necessario annaffiare la siepe in maniera regolare. Successivamente, nei mesi di maggiore siccità è sempre meglio dare con regolarità l’acqua alla pianta. In questo modo, si evita di danneggiare la fioritura.
    La concimazione
    Con l’arrivo della bella stagione si può utilizzare il concime per prendersi correttamente cura della siepe. Si può utilizzare concime di tipo granulare a rilascio lento da sistemare sulla terra. In alternativa, si possono anche acquistare concime liquidi specifici per le piante da fiore da somministrare nell’acqua, sempre in primavera oppure in autunno.

    La potatura
    La piracanta richiede una potatura annuale: in seguito all’impianto in piena terra, ci si può dedicare all’eliminazione dei rami secchi e danneggiati. In questo modo, si stimola la crescita di quelli nuovi, mantenendo una dimensione ideale per una siepe. È importante svolgere la potatura della piracanta alla fine dell’inverno e comunque prima della fioritura così da favorire anche la produzione delle coloratissime bacche.

    La propagazione
    È possibile propagare la pianta attraverso una talea, mentre per seme è molto più difficile. La talea va fatta a fine estate, con l’arrivo del mese di settembre, con la cima di un rametto privo di bacche: è necessario sistemare un rametto della pianta in un vaso con terriccio umido e leggero. Mi raccomando, è importante mantenere al massimo 2-3 foglie sulla cita, eliminando quelle poste alla base.

    Le malattie e i parassiti
    La piracanta è una pianta che, come tutte le altre, può essere colpita da malattie e tra le più note vi è quella della macchia fogliare. In pratica, il fogliame inizia a mostrare delle macchie marroni e la motivazione è da imputarsi principalmente all’assenza dell’aria intorno alla pianta. È importante evitare questo problema sistemando correttamente le piante ed evitando le annaffiature eccessive. Anche se è molto resistente, la siepe può incorrere anche nella ruggine, oidio e afide lanigero, problematiche dovute per l’appunto alla presenza di un terreno eccessivamente umido. LEGGI TUTTO

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    Batterie al sale: l’idea di BatterIT per trovare un’alternativa al litio

    “La nostra idea si concentra su un’area ancora poco battuta, ma che cela grandi opportunità: l’utilizzo delle batterie al sale nel settore del trasporto elettrico come alternativa al litio per combattere la crisi climatica”, a parlare sono Andrea Berti fisico della materia e Andrea Miotto esperto di analisi e marketing, entrambi ventiseienni originari di Quartier del Piave, un paese sulle colline in provincia di Treviso. Sono gli ideatori di BatterIT, un progetto che sviluppa un motore ibrido basato sulla tecnologia delle batterie ai sali fusi: sistemi che accumulano energia sotto forma di calore. Vantaggi? Una ridotta dipendenza da materiali rari, come il litio, in modo da rendere ancora più sostenibile la mobilità elettrica. BatterIT di Andrea & Andrea, lo scorso dicembre si è classificato tra i migliori dieci progetti al mondo nell’ambito della finale di Red Bull Basement 2024, la competizione globale pensata per sostenere una nuova generazione di innovatori e aiutarli a sviluppare e lanciare idee tecnologiche che abbiano l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone e del pianeta. A concorrere quest’anno circa 110 mila candidature.

    Energia

    Batterie al sodio, l’alternativa al litio: pro e contro

    di  Paola Arosio

    18 Dicembre 2024

    Come funzionano
    BatterIT prevede un motore ibrido che combina una batteria al sale e un motore a combustione. Spiegano i due ricercatori: “La diversa struttura delle celle, costituita anche da un elettrodo di sodio liquido, conferisce alla batteria al sale alcuni vantaggi rispetto alle batterie agli ioni di litio, usate per il trasporto elettrico. Ad esempio, in termini di sicurezza e stabilità: sebbene le batterie al sale richiedano un’alta temperatura di esercizio di circa 300° Celsius, non possono né bruciare né esplodere. Grazie ad un meccanismo di protezione. Per questo siamo convinti che rappresentano una svolta innovativa nel campo dell’accumulo di energia, promettendo di trasformare il nostro modo di immagazzinare e utilizzare l’elettricità. Tra l’altro, l’Italia è un paese ricco di saline, il che le consentirebbe di rendersi quanto più autonoma nella creazione dei motori energetici”.

    Innovazione

    Encubator, le startup pronte ad accelerare la transizione ecologica

    di  Gabriella Rocco

    09 Ottobre 2024

    L’alternativa al litio
    Le batterie al sale, spiegano ancora Berti e Miotto, possono dunque essere un’alternativa credibile alle tradizionali tecnologie al litio che sollevano molte questioni ambientali cruciali e che riguardano soprattutto la loro produzione e lo smaltimento. “L’estrazione dei materiali necessari, come il litio, può avere impatti negativi sull’ambiente e sulle comunità locali, mentre il recupero delle batterie usate rimane una sfida tecnologica e logistica. Non solo. A differenza delle batterie al litio, sono realizzate con materiali che si trovano in maniera abbondante e a basso costo, sono riciclabili, non infiammabili e non tossiche per l’uomo pur mantenendo la loro efficienza per un periodo di vita più lungo (circa vent’anni)”.

    Mobilità

    “La mobesity non aiuta l’ambiente. Serve una tassa sui SUV elettrici”

    di  Dario D’Elia

    18 Settembre 2024

    Obiettivo: trasporto elettrico più sostenibile
    “È per noi fondamentale affrontare queste sfide per costruire un sistema di trasporto più sostenibile. Partendo da questi benefici, il nostro progetto vuole aprire la strada a soluzioni più ecologiche, sicure e durature nel settore del trasporto elettrificato, portando ulteriori migliorie anche grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale”, così i due amici veneti spiegano più nel dettaglio le declinazioni del loro progetto. “Il nostro obiettivo principale rimane quello di ridurre la dipendenza dell’Italia dall’approvvigionamento dei materiali rari per una produzione domestica del sale, e quindi rendere più sostenibile la mobilità elettrica. Riducendo la dipendenza da materiali critici, costosi e inquinanti, non solo rendono più accessibile l’energia verde ma permettono di ottenere anche una significativa riduzione delle emissioni di CO2 durante i processi di produzione ed estrazione”. LEGGI TUTTO

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    Bonus elettrodomestici, come sostituire il vecchio con il nuovo per consumare meno

    Bonus elettrodomestici in pista. Le istruzioni operative per avere la nuova agevolazione prevista per l’anno 2025 arriveranno con un decreto ministeriale entro febbraio, ma dal momento che i fondi a disposizione sono limitati a 50 milioni di euro, è importate arrivare preparati in modo da ottenere il massimo vantaggio in termini di risparmio economico ed energetico. È infatti possibile acquistare con il bonus un solo elettrodomestico a fronte della rottamazione di uno meno efficiente. Ecco come fare la scelta migliore.

    Le regole di base
    Il nuovo bonus per gli elettrodomestici destinato a incentivare l’acquisto di apparecchi ad alta efficienza energetica prevede un contributo pari al 30% del costo, con un importo massimo di 100 euro, raddoppiato a 200 nel caso di famiglia con Isee entro i 25.000 euro. Il nuovo elettrodomestico deve appartenere almeno alla classe energetica B. Ogni nucleo familiare può richiedere il bonus una sola volta. È necessario conservare la fattura e dimostrare la dismissione di un vecchio elettrodomestico non efficiente, nessun problema in questo caso dato l’obbligo per i rivenditori di ritirare gratis l’usato.

    Fisco Verde

    Risparmio energetico e bonus 2025: tutte le novità

    di  Antonella Donati

    31 Dicembre 2024

    Etichette e consumi energetici
    Con le nuove classi energetiche che vanno dalla A alla G, viene indicato anche il consumo energetico specifico per ogni gruppo di prodotti, in particolare: lavatrici, lavastoviglie e lavasciuga per 100 cicli di lavaggio; frigoriferi per un anno di utilizzo; per i forni viene indicato il consumo di energia elettrica per la funzione di riscaldamento (convezione e, se disponibile, ventilata), in kWh/ciclo. Un ciclo standard si misura riscaldando un carico standard impregnato di acqua, in modalità statica o ventilata, se disponibile. Nella nuova etichetta energetica, inoltre, è possibile scansionare un QR code per ottenere ulteriori informazioni.

    Le differenze tra vecchio e nuovo
    Dai dati è facile verificare che un elettrodomestico della classe energetica più alta disponibile consuma minimo la metà di uno nella classe energetica più bassa. Ad esempio un frigo-congelatore con sbrinamento automatico, da 300 litri (200 per cibi freschi e 100 per cibi congelati) se in classe A presenta un consumo uguale o inferiore a 100 Kwh/annui, in classe B si sale fino a 124 Kwh/annui, mentre la classe C arriva a 155Kwh/annui, ossia oltre il 50% in più. I modelli più vecchi di fatto triplicano il consuma annuale di quelli più efficienti.

    Anche nel caso delle lavastoviglie, prendendo come esempio un apparecchio da 12 coperti abbiamo per la classe A un consumo uguale o inferiore a 34 KWh/100 cicli, che sale a 40 KWh/100 cicli per la classe B e arriva a 46 KWh/100 cicli per la classe C. Per i forni è ancora in vigore la vecchia tipologia di etichette, per cui nel caso di un forno elettrico da 100 litri, abbiamo per quelli più efficienti un consumo uguale o inferiore a 0,47 Kwh/ciclo, che sale fino a 0,705 Kwh/ciclo se si scende di due classi energetiche.

    Fisco verde

    Dai pannelli alle caldaie: aumentano gli impianti finanziati dal “Conto termico”

    di  Antonella Donati

    18 Dicembre 2024

    Come scegliere l’elettrodomestico da cambiare con il bonus
    Poiché il bonus consente di acquistare un solo elettrodomestico, è essenziale fare una scelta “strategica”. Ad esempio: cambiare il frigorifero può essere una buona scelta per tutti poiché è uno degli elettrodomestici più energivori in casa dal momento che è in funzione a ciclo continuo. Cambiare lavatrici e asciugatrici è una buona opzione per chi ha una famiglia numerosa o fa molti cicli di lavaggio, scegliendo in questo caso modelli con programmi eco e capacità di carico adatte. Vale la pena cambiare la lavastoviglie, invece, per chi ne fa un uso quotidiano, optando per modelli con funzioni di lavaggio rapido ed economico e programmi che ottimizzano i consumi di acqua ed energia. LEGGI TUTTO