Ma ora chi andrà più a dirigere una scuola o un istituto in zone difficili? Quale dirigente scolastico accetterà di ‘governare’ realtà a rischio dispersione, con carenze di risorse strutturali che risultano collocate nella fascia più bassa di classificazione? Questa la forte preoccupazione di DirigentiScuola, sindacato dei presidi che in queste ore si trova a fronteggiare le scelte operate dall’amministrazione. Il ministero dell’istruzione e del merito ha introdotto per l’anno scolastico 2024-25 i nuovi ‘criteri di pesatura delle istituzioni scolastiche’: ha rivisto, al ribasso, i criteri che stabiliscono le fasce di complessità delle scuole storicamente considerate maggiormente impegnative.
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I nuovi criteri
I nuovi criteri dovrebbero riflettere la complessità delle scuole basandosi su vari fattori, tra cui il numero di studenti e il contesto socio-economico. Tuttavia- sottolinea il sindacato- si osserva paradossalmente un risultato, in molti casi, contrario alle premesse: scuole situate in contesti difficili, a rischio dispersione, con carenze di risorse strutturali risultano collocate nella fascia più bassa di classificazione.
Ad alimentare le preoccupazioni della categoria sono stati anche i decreti emessi che, in solo 48 ore, hanno proceduto a ben quattro rettifiche dei provvedimenti pubblicati aumentando il convincimento che “ancora molti errori si celano nelle pieghe delle decisioni ministeriali”. Nonostante la richiesta, legittima, di chiarimenti e di trasparenza delle fasi procedimentali, il Ministero – sottolineano – continua a non tenere in considerazione le istanze, non mostrando i dati, i punteggi parziali e sicuramente gli errori.
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Gli effetti negativi sul sistema scolastico
“Se poi si aggiunge che dalla fascia di pesatura dipende una parte della retribuzione individuale, ci si rende conto che iniziano ad innescarsi dinamiche che produrranno effetti negativi sull’intero sistema scolastico. Il Ministero ha dimostrato di non tributare il giusto merito alle realtà dove si combatte quotidianamente. Nessun dirigente sarà più disposto a lavorare in condizioni ambientali avverse e vedersi ridotto lo stipendio, proprio mentre si trova a gestire situazioni socialmente sempre più sfidanti.
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“Intervenga Valditara”
Il sindacato si appella al ministro Valditara e lo chiama a un intervento diretto ed urgente. “È stato adottato un metodo di lavoro frettoloso e approssimativo che già faceva presagire i risultati odierni. – afferma il presidente di Dirigente Scuola, Attilio Fratta. – Gli abbiamo rappresentato i risultati prodotti, gli errori compiuti, fino a chiedere l’annullamento degli atti emessi. Non abbiamo ancora avuto riscontri concreti e non siamo disposti ad attendere ancora a lungo. Risponda prontamente a questo grido di allarme e si concentri sulle questioni importanti per il sistema d’istruzione che richiedono il suo immediato intervento. Lasci per un momento ad altri le dissertazioni sui telefoni cellulari, sulle linee operative del bullismo – quelle possono scriverle i dirigenti con tutta l’esperienza maturata sul campo – e pensi alle sue “scene mute”. Soprattutto, si ponga fine ai tentativi di distogliere l’attenzione dai veri problemi della scuola. I dirigenti scolastici attendono risposte. Il suo silenzio è un insulto alla qualità del sistema scuola e alla valorizzazione del ruolo dirigenziale”.
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