Maturità al via con la prova di italiano. Il toto-tema impazza, ma vale la pena piuttosto, la notte prima dell’esame, leggere i consigli su come impostare il tema, al di là della tipologia che si sceglierà, dal punto di vista della scrittura. Lo abbiamo chiesto a Yahis Martari, docente di Didattica delle lingue moderne all’Università di Bologna.
Professore, come affrontare lo scritto di italiano?
“Non è una domanda banale perché, rispetto a due anni fa, si sta facendo largo l’idea che si può far realizzare un testo ben strutturato all’intelligenza artificiale e cioè che non sia più necessaria una competenza di scrittura autonoma. Tanto è vero che chi insegna traduzione in questo momento comincia a interrogarsi sul fatto se sia più utile insegnare traduttodologia in modo tradizionale o a usare bene gli strumenti di traduzione automatica”.
Però il 19 giugno tocca ai maturandi scrivere.
“Il problema è proprio questo: domani tocca a loro dimostrare di essere in grado di scrivere. Ci sono alcuni aspetti interessanti per aiutare i ragazzi a realizzare un buon testo scritto. Ma la questione principale è il rapporto tra scrittura e universo digitale. Oggi scriviamo tantissimo, più di quanto facevano i nostri genitori, e lo facciamo in modo informale, spontaneo. Ma quello che si chiede all’esame di Maturità è la capacità di fare uno scritto sorvegliato”.
Cosa significa?
“Vuol dire organizzare il testo curandolo negli aspetti strutturali e anche formali, cosa che non siamo abituati a fare nella scrittura quotidiana digitale, su Whatsapp per esempio. Dunque, bisogna allontanarsi dal registro dell’oralità e recuperare regole di formalità e di controllo di un testo che non sono scontate e sono diverse da quelle del parlato ma anche dalla scrittura digitale da chat. Attenzione però, la scrittura sorvegliata non significa una scrittura scolastica che occulta molto spesso l’identità dello scrivente, rendendo stereotipata la voce dello scrivente”.
Maturità. Che ne sarà di noi
18 Giugno 2024
Può fare un esempio?
“Io eviterei formule del tipo: i giovani d’oggi, al giorno d’oggi. Gli studenti non devono prendere le distanze dal testo come se loro non vivessero in questo presente e non fossero i giovani di oggi. Queste formule imitano un adulto che scrive, è un errore da non fare. L’invito è a scrivere con personalità usando strutture e forme discorsive che appartengono al reale patrimonio espressivo degli studenti, premia la personalizzazione di un testo, non la presa di distanza”.
Altro aspetto da considerare per prepararsi?
“I ragazzi hanno molte ore a disposizione, dunque la prima cosa da fare è lavorare sulla lettura: leggere bene la traccia, prendersi il tempo necessario per costruire prima un pensiero su quello che poi scriveremo. E’ la famosa scaletta a cui non siamo più abituati perché scriviamo tantissimo tutti i giorni, ma pianifichiamo sempre meno. E’ molto importante quindi la lettura come strumento di pianificazione, gli studenti si devono muovere in maniera un po’ controintuitiva rispetto alla loro abitudine di scrittura molto veloce ed efficace perché imitando contesti dell’oralità punta tutto sulla simultaneità o quasi, sul botta e risposta con l’interlocutore. Ma l’efficacia in questo caso ha un’altra faccia: ci vuole più organizzazione e più cura degli aspetti formali, grafici e ortografici”.
Anche i paragrafi hanno importanza?
“Una buona paragrafazione del testo è qualcosa che fa capire un ordine anche dal punto di vista dei concetti. La corrispondenza tra capoverso (l’“a capo”) e paragrafo (l’unità concettuale, il singolo argomento) in un testo è un elemento apprezzato da un commissario che lo deve leggere. Premiano la pulizia del testo e la sua leggibilità. Quando si ha finito di parlar di una cosa si va a capo. Altro consiglio è tenere a mente è scrivere qualcosa che sia leggibile a chi dovrà leggerlo e che non è nella nostra testa”.
Può specificare meglio cosa significa l’importanza del lessico nella costruzione di un testo?
“La tentazione, nei contesti formali di scrittura, in cui si cerca di dimostrare competenza linguistica, può essere quella di strafare e quindi usare un lessico che non si padroneggia. Invece è sempre meglio usare bene una parola semplice che usare male una parola difficile. Un testo ipotattico con tante subordinazioni non sempre è un testo ben scritto. Meglio usare frasi e strutture semplici e corrette. Nella cura del testo va data attenzione anche a come si comincia, all’apertura. Un consiglio da vecchi insegnanti è quello di partire sapendo che sarà poi il secondo paragrafo quello che si userà per l’inizio. Perché scrivere è un po’ come correre, bisogna rompere il fiato”.
Maturità, Maraini: “Ragazzi, coltivate una passione”. Figalli: “A scuola niente Ai”. Capotondi: “Godetevela, sono emozioni uniche”
18 Giugno 2024
Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml