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Il valore del patrimonio artistico: la Venere influencer nel Belpaese e i diritti svaniti della nostra cultura

Mi fossi trovata oggi – ventotto anni dai miei diciotto anni – davanti al tema di maturità, avrei scelto la traccia B2, tessendo un parallelo tra la campagna Italia Open to Meraviglia (Otm) e l’articolo 9 della Costituzione italiana (Ci). Tra “Io, Venere… oggi nei panni di una virtual influencer… per raccontare il nostro patrimonio sconfinato di arte, natura, gastronomia” e “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni…”.

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20 Giugno 2024

Le parallele che diventano rette divergenti

Le parallele Otm e Ci nello spazio cartesiano della mia testa avrebbero rivelato – illuminazione di portata fantozziana, Gesù in sala mensa, avrei citato Paolo Villaggio – immediatamente e definitivamente, rette divergenti.

La nazione trasformata in belpaese

In meno di ottant’anni “il patrimonio storico e artistico della nazione” che andava di pari passo con lo “sviluppo della cultura e della ricerca scientifica” e con “la tutela del paesaggio” è diventato “patrimonio sconfinato di arte, natura e gastronomia”, la nazione è chiamata “belpaese”, le parole “cultura” e “scienza” sono scomparse.

Quando le parole cominciano a mancare

Avrei apprezzato l’elogio di lungimiranza costituzionale e associazionismo civile nelle righe di Cabiddu e avrei sottolineato che le parole cominciano a mancare, quando la realtà e i diritti a essa legata iniziano a svanire.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml


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