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Pianta di piombo (Aspidistra elatior): come prendersene cura

L’ aspidistra elatior, che ha conosciuto la sua maggior popolarità negli anni 70 e 80, è una pianta molto apprezzata per decorare gli interni degli appartamenti e degli uffici. Si tratta di una sempreverde della famiglia delle liliacee che cresce in natura nel sottobosco della foresta cinese. Ecco tutto quello che c’è da conoscere per prendersi cura della coltivazione di questa pianta.

La coltivazione dell’aspidistra elatior

Prendersi cura dell’aspidistra elatior non è complicato: infatti, è in grado di adattarsi alla perfezione anche a condizioni più complesse, rispetto quelle richieste da altre piante. L’esposizione dell’aspidistra elatior è veramente limitata, tanto che spesso viene sistemata in aree della casa abbastanza buie come l’ingresso, taverne e pianerottoli. Questa sempreverde richiede minima luce e non ama assolutamente la luce diretta dei raggi solari. Infatti, può succedere che un’esposizione scorretta, anche se breve al sole, faccia comparire estese scottature sulle foglie.

Il corretto posizionamento della pianta consente anche di migliorare lo sviluppo: in questo modo, l’aspidistra elatior è in grado di crescere sana, raggiungendo la sua altezza massima di 50-100 centimetri. Le sue foglie si sviluppano lungo i fusti a ciuffi ed hanno una forma lanceolata e possono arrivare ad una lunghezza massima di 70 centimetri e 20 centimetri di larghezza. I fiori, invece, sono rossi-viola scuri e si possono osservare con l’arrivo della stagione estiva. Ad ogni modo, la pianta apprezza particolarmente temperature comprese tra i 5°C e i 20°C; in caso di più caldo si noterà una crescita difficoltosa dell’aspidistra elatior.

Il terreno giusto per l’aspidistra elatior

L’aspidistra elatior gradisce un terreno abbastanza normale, ma allo stesso tempo deve essere caratterizzato da un substrato fertile e ricco di sostanze organolettiche. Con coltivazione in vaso è meglio scegliere un terriccio universale unito a sabbia e humus. Inoltre, è importante selezionare un terriccio che possa garantire un ottimo drenaggio, così da mantenere la terra sempre al punto giusto, mai troppo umida e mai troppo secca.

L’annaffiatura corretta dell’aspidistra elatior

Come capita per molte piante d’appartamento, anche l’aspidistra elatior non ama troppa acqua. Proprio per questo, è necessario annaffiare la pianta in maniera moderata, assicurando comunque un terriccio drenante e privo di eccessiva umidità.

La concimazione dell’aspidistra elatior

Con l’arrivo della primavera si può iniziare a pensare alla concimazione dell’aspidistra elatior. Sarà utile dare del concime liquido per piante verdi, una volta al mese. In questo modo, lo sviluppo del sempreverde sarà ottimale e, si potrà ammirare anche la fioritura con l’arrivo dell’estate.

La potatura e il rinvaso dell’aspidistra elatior

La pianta gradisce essere potata in alcune circostanze: per esempio, per togliere le foglie danneggiate e quelle secche. In primavera è possibile anche occuparsi del rinvaso: in tal caso, è importante selezionare un vaso che sia grande di 1-2 misure in più rispetto al precedente. In questa maniera, la pianta ha la possibilità di continuare lo sviluppo senza incontrare alcun ostacolo. In caso di piante eccessivamente grandi, si può decidere anche di dividere i ceppi, così da utilizzare dei vasi non troppo grandi.

I rischi per l’aspidistra elatior

In generale, l’aspidistra elatior non soffre per l’attacco di parassiti, ad eccezione della cocciniglia. In pratica, si può manifestare questa malattia sulle foglie con chiazze bianche. In tal caso è fondamentale eliminare la cocciniglia non appena compare, aiutandosi con un dischetto di cotone. Inoltre, è bene ricordarsi di spolverare le foglie per evitare anche la comparsa di ulteriori problematiche. L’aspidistra elatior può andare incontro a dei problemi per una coltivazione errata da parte dell’uomo. Per esempio, esponendola in maniera scorretta ai raggi diretti del sole si possono manifestare delle bruciature sulle foglie. Inoltre, possono comparire macchie scure oppure appassimento o crescita rallentata nel caso in cui si sia selezionato un terriccio poco drenante o per annaffiature eccessive.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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