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Le piante grasse da interno per un’oasi domestica

Con le piante grasse da interno si possono creare delle oasi verdi nelle nostre case. Vediamo quali piante scegliere e come curarle.

La sansevieria trifasciata

La sansevieria trifasciata è la regina delle piante grasse da interno: conosciuta anche coi nomi di “lingua di suocera”, “sanseveria” o “spada di San Giorgio” è originaria dell’Africa Subsahariana. Negli ambienti domestici, fa bella mostra di sé grazie alle foglie allungate e sottili, caratterizzate da una screziatura giallognola sui bordi, che possono superare il metro di lunghezza. La sansevieria non richiede la luce solare diretta: può essere collocata in un locale con luce indiretta e una temperatura minima attorno ai 15 gradi. Accertiamoci di scegliere però un ambiente in cui la pianta non sia esposta alle correnti d’aria, che non tollera in alcun modo. Il terreno ideale di coltivazione dev’essere fertile e sufficientemente drenante, per evitare ristagni idrici. Per favorire il drenaggio, possiamo sistemare alcuni cocci di terracotta sul fondo. Possiamo rinvasare la pianta quando le radici hanno esaurito lo spazio a disposizione per crescere: il momento ideale per il rinvaso è all’inizio della primavera. Durante la stagione vegetativa, tra un’innaffiatura e l’altra, attendiamo che il terreno sia ben asciutto: gli eccessi idrici possono infatti compromettere il rizoma della pianta. Tra la primavera e l’estate, possiamo aggiungere mensilmente del fertilizzante liquido all’acqua dell’innaffiatura. In inverno, le annaffiature vanno ridotte ad una volta al mese. La sansevieria non richiede potature, ma solo l’eliminazione delle foglie secche. Se notiamo delle macchie marroni sulle foglie, significa che abbiamo esagerato con l’acqua: in questo caso, dobbiamo levare la sansevieria dal vaso ed eliminare le parti danneggiate del rizoma. Attendiamo una settimana prima di sistemare nuovamente la pianta nel contenitore.

Il sedum morganianum

Il sedum morganianum, conosciuto anche come “coda d’asino” o “sedum burrito”, è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle crassulacee, originaria del Messico del sud. Il sedum si contraddistingue per la crescita dal portamento ricadente, una peculiarità che ci permette di coltivarlo anche in vasi sospesi. Il sedum ci regala una bella fioritura a cavallo tra la primavera e l’estate, con piccoli fiori di colore rosso o rosato. Ricordiamoci di non esporlo alla luce solare diretta e di scegliere un luogo con una buona ventilazione, con temperature minime attorno ai 13 gradi. La pianta va annaffiata solo tra la primavera e l’estate, prestando attenzione che il terreno sia sempre ben asciutto tra un’innaffiatura e l’altra. In questo periodo, possiamo anche concimarla una volta al mese, aggiungendo del fertilizzante liquido all’acqua. Tra l’autunno e l’inverno non è necessario bagnare la pianta. Il sedum non ama i ristagni idrici: accertiamoci quindi che il terreno non sia fradicio e che non rimanga mai dell’acqua nel sottovaso. Possiamo rinvasare la pianta quando le radici non hanno più spazio per svilupparsi. Scegliamo del terriccio ideale per le cactacee, arricchendolo con della sabbia o perlite. Sul fondo del contenitore, sistemiamo dei cocci che favoriscano il drenaggio dell’acqua. Il sedum non richiede potature particolari: dobbiamo però rimuovere le foglie secche o rovinate. Le avversità più comuni sono dovute ad eccessi di irrigazione (macchie di marciume), temperature minime inadeguate (perdita delle foglie) o innaffiatura insufficiente (foglie svuotate e sbiadite).

La zamioculcas zamiifolia

La zamioculcas zamiifolia è una pianta che fa parte della famiglia delle aracee, le cui origini sono da ricercare nell’Africa orientale. La zamioculcas si distingue per la brillantezza delle sue foglie, che sono anche molto lucide. Quando trova le condizioni ambientali ottimali per fiorire, la pianta regala un’infiorescenza che ricorda molto quella della calla. La zamioculcas zamiifolia non va esposta alla luce solare diretta e vegeta bene sia in ambienti luminosi sia in penombra. Il terreno ideale per la coltivazione deve assicurare un buon livello di drenaggio ed essere morbido. La pianta va rinvasata solo quando il contenitore non ne consente più lo sviluppo: il rinvaso va effettuato in primavera. La zamioculcas zamiifolia sopporta molto bene il caldo, mentre le temperature minime non devono mai essere al di sotto dei 15 gradi. L’esposizione in ambienti più o meno luminosi determina anche la quantità di acqua da apportare con l’annaffiatura. In ogni caso, ricordiamoci di lasciar asciugare il terreno tra le innaffiature e che la pianta non tollera i ristagni idrici. Durante la primavera e l’estate, possiamo concimarla una volta al mese, aggiungendo del fertilizzante liquido all’acqua. La zamioculcas zamiifolia non richiede alcuna potatura regolare, ma solo l’eliminazione delle foglie secche o danneggiate. Non dimentichiamoci inoltre di pulire le foglie dalla polvere che si deposita sulle stesse. Se le foglie tendono ad ingiallire o cadere, riduciamo le annaffiature


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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