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Il salice piangente: caratteristiche, tipi e cura

Il salice piangente è una pianta originaria della Cina e generalmente la si trova in prossimità di aree dove è presente un corso d’acqua oppure un laghetto, giacché la pianta ha bisogno di molta acqua.

La coltivazione e la messa a dimora del salice piangente

Il salice piangente o salix babylonica è una pianta davvero molto elegante che non possiamo fare a meno di immaginare nei grandi parchi con i laghetti. Questa pianta è stata esportata dalla Cina nel nostro continente nel 1692 ed è legata alla simbologia della immortalità. La coltivazione del salice piangente nel nostro Paese è ormai comune, tanto che è possibile sempre individuare la pianta nei pressi di laghi, fiumi o torrenti. Questo perché il salice piangente richiede proprio un tipo di terreno umido. Con la corretta coltivazione di questo albero è possibile ottenere una pianta sana che arriva addirittura a 15 metri; solo in casi eccezionali si possono individuare anche esemplari da 25 metri. Per la corretta messa a dimora è necessario selezionare un angolo del giardino fisso: infatti, una volta a terra lo sviluppo dell’albero sarà incredibilmente veloce. Sono assolutamente da escludere aree rivolte verso i muri, giacché la pianta non si sviluppa correttamente. È importante tenere a mente che il salice piangente ha bisogno di spazio per crescere bene e dovrà trovarsi a circa 2 metri di distanza da altre piante. Se non si ha a disposizione una pianta già sviluppata, è possibile attraverso una talea legnosa riprodurre il salice piangente.

La fioritura del salice piangente

Il salice piangente è una pianta dioica e, di conseguenza, i fiori che si possono ammirare sugli esemplari maschi e femmine sono differenti. Gli amenti, nome con il quale sono indicati i fiorellini del salice piangente, sono a grappolo: negli esemplari maschili sono gialli e più lunghi, mentre in quelli femminili abbiamo fiori piccoli e di colore verde chiaro. Il periodo in cui è possibile ammirare la fioritura del salice piangente è circa in primavera, tra aprile e maggio. Successivamente compaiono anche i frutti, con capsule che contengono semi con ciuffi di peli bianchi e setosi.

L’annaffiatura del salice piangente

A differenza di molte altre piante, il salice piangente non teme assolutamente i ristagni d’acqua. Infatti, è una di quelle piante che ha bisogno costantemente di essere irrigata e, proprio per questo, si selezionano terreni umidi, meglio se in prossimità d’acqua. In caso di siccità estiva, è necessario incrementare ulteriormente l’irrigazione e un segno evidente della necessità d’acqua è la presenza di foglie secche.

L’esposizione migliore per il salice piangente

Per quanto riguarda l’esposizione consigliata per questo albero, il salice piangente ama aree esposte al sole o mezzombra. In questo modo, ha la possibilità di svilupparsi correttamente, sempre a patto però di ottenere una giusta irrigazione.

La concimazione del salice piangente

Per la concimazione del salice piangente si può ricorrere a quello di tipo organico: con l’arrivo della stagione autunnale basterà diluire in acqua il concime in polvere. In alternativa, è possibile dare maggiore spinta alla crescita della pianta in primavera: in tal caso, sarà importante selezionare una soluzione che contenga solfato di ferro, utile per l’appunto per dare maggiore energia all’albero durante la fase di crescita.

La potatura del salice piangente

Generalmente si ricorre alla potatura del salice piangente per donare un aspetto piacevole alla pianta. Infatti, questo albero non ha bisogno di essere potato, poiché i suoi rami assumono una forma a cascata molto ornamentale.

Le malattie e i parassiti del salice piangente

Questo è un albero che vive a lungo e riesce addirittura a raggiungere i 30 anni, ma durante il suo ciclo di vita può incontrare alcune difficoltà, come le malattie. Fra i peggiori problemi che si possono manifestare vi sono quelli dovuti alla presenza di parassiti come pidocchi, afidi e bruchi. L’attacco di questi parassiti può addirittura portare alla morte della pianta, poiché i rami si indeboliscono e diventano più sottili. Un’altra problematica in cui può incorrere il salice piangente è la malattia fungina della ruggine. Infine, non dimentichiamo anche il cancro rameale che è un’altra grave malattia del salice da trattare con estrema velocità per evitare la diffusione.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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