Vietato il torso nudo e surf per pochi: da Malaga alle Filippine le nuove regole per i turisti
Paese che vai, nuove regole di comportamento che trovi. Il tutto in nome di un maggiore rispetto per i residenti e soprattutto, contro quelle over tourism che d’estate può cambiare radicalmente in peggio le città. L’ultima in ordine di tempo a proporre nuove regole turistiche è Malaga, città andalusa dove il numero di visitatori è in costante aumento. Come altre città spagnole e sulla scia di quelle italiane – vedi Portofino e i suoi nuovi divieti – la municipalità di Malaga ha appena diffuso nuove regole aggiornate che i tanti turisti dovranno rispettare: pena, anche 750 euro di multa. Ovunque, dai giardini ai monumenti e i luoghi di culto, i visitatori sono invitati a tenere “pulita la città” scrive Ciudad de Malaga. Inoltre è doveroso rispettare – soprattutto se si usano biciclette o monopattini – le piste ciclabili: attenzione a non invaderle mai, non andare in due sui monopattini e a dare sempre precedenza ai pedoni. E poi banali ma fondamentali regole di rispetto comune: non gridare, cantare o ascoltare musica a tutto volume, rispettare gli orari di riposo dei vicini e ricordarsi sempre di non disturbare i cittadini, “dagli anziani agli studenti ai lavoratori”. Evitare comportamenti scorretti significa anche rispettare, scrivono dal municipio, il giusto dress code: non andare in giro per esempio a torso nudo, vestirsi in maniera appropriata e “sia in luoghi pubblici che nelle strade avere sempre la parte superiore del corpo coperta”, rispettando regole di buon gusto e igiene. Chi infrange queste regole rischia una multa che può arrivare anche a 750 euro se si abbandonano rifiuti, si compiono atti di ubriachezza molesta o altre infrazioni.
Nella campagna lanciata da Malaga chiamata “Disfruta al maximo de Malaga” c’è il concetto generale di “non dare nell’occhio”, insomma: usufruire dei servizi cittadini ma senza impattare sulla vita quotidiana dei residenti, uno dei grandi problemi dell’overtourism. Una campagna che segue, da Barcellona fino alle Baleari o alle Canarie, diverse proteste che in Spagna si sono susseguite negli anni contro gli impatti del turismo di massa. Tra i dettagli della nuova campagna nel codice di comportamento c’è anche quello di “non bere alcolici per strada o attirare l’attenzione” ma anche l’idea di rispettare chi, con i turisti, ci lavora. Così viene chiesto di “essere comprensivi e gentili con i lavoratori del settore turistico: commessi, camerieri, receptionist, tassisti, guide turistiche, addetti alle pulizie… Tutti lavorano duramente per offrire i migliori servizi possibili”. Infine la città chiede ai visitatori di “esplorare, sostenere e rispettare” le attività commerciali e gli eventi locali, come i festival, senza interferire con il normale svolgimento delle attività. La campagna era già stata lanciata lo scorso anno ma nel 2025 le regole sono aumentate per evitare tensioni fra turisti e residenti già alterati per la carenza di alloggi e impennata del caro affitti, oppure per i costi ambientali legati al sovraffollamento.
I temi
Impatto ambientale e distruzione dei ghiacciai, anche il turismo deve essere sostenibile
di Michele Sasso
24 Maggio 2025
Dall’onda vietata all’occhio alle jeep da guerra legali, il mondo vira contro l’overtourism
Contemporaneamente altrove nel mondo altri Paesi stanno tentando – attraverso regole precise a seconda dei luoghi – di modificare alcuni comportamenti eccessivi dei turisti che impattano sulle popolazioni locali. Interessante il caso limite di Siargao, dove è stata in sostanza “vietata un’onda”. L’isola delle Filippine negli ultimi anni è diventata sempre più famosa per le sue onde accogliendo turisti da tutto il mondo pronti a cavalcare. Uno degli spot da surf più famosi, “Cloud9”, un tempo mecca dei surfisti locali, con l’arrivo dei turisti è radicalmente cambiato: le acque sono state invase da scuole surf e da beginners, coloro che iniziano a surfare, mettendo in difficoltà uno spot dove per anni i surfisti più esperti, attraverso codici e regole che fanno parte della cultura del surf sono sempre riusciti a destreggiarsi, ma che adesso sta diventando incontrollato e con troppi rischi (anche di collisione) per gli stessi surfisti. Così, con una mossa che potrebbe essere apripista anche per altri luoghi, a Siargao “Cloud9” è stato vietato per scuole surf e principianti e anche i negozi locali sono invitati a non noleggiare tavole a surfisti inesperti, ma a concenderle solo in caso di lezioni che, comunque, dovranno tenersi in punti predisposti. Un modo per tutelare sia chi già pratica questo sport – come i residenti locali – sia chi vuole imparare e potrà ovviamente farlo, solo “un po’ più in là”.In Vietnam invece il Comitato nazionale per la sicurezza stradale ha invitato le commissioni provinciali e comunali per la sicurezza a porre un freno al noleggio e uso di grandi jeep nelle strade: nel Paese spesso sono i turisti ad usarle, talvolta anche quelle – ammodernate a scopi turistici – che provengono dal periodo della guerra. In una direttiva del 17 luglio le autorità osservano come “in diverse destinazioni turistiche” circolano oggi troppi veicoli Jeep e “UAZ”, spesso obsoleti, privi di permessi di trasporto o corrette registrazioni, il che aumenta i problemi per la sicurezza, e hanno chiesto un giro di vite soprattutto contro le Jeep turistiche con illeciti. Infine, restando in Asia, in Thailandia da inizio luglio l’Autorità per il Turismo della Thailandia (TAT) ha aggiornato le norme sugli alcolici per i viaggiatori: anche qui, nel tentativo di migliorare i comportamenti dei turisti, sono stati modificati i luoghi e gli orari in cui è consentito vendere o consumare alcolici in modo da migliorare la sicurezza pubblica e agevolare un turismo responsabile. LEGGI TUTTO