23 Novembre 2024

Daily Archives

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  • in

    Africa, nell’ultimo mezzo secolo il 77% di elefanti in meno

    Sono gli animali terrestri più grandi al mondo, e sono anche altamente intelligenti e cooperativi. Ma purtroppo non se la passano bene. Parliamo degli elefanti africani, la cui popolazione – come attesta uno studio appena pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences da parte di un gruppo di scienziati del CEscape Consultancy Services sudafricano – ha subito uno spaventoso declino nell’ultimo mezzo secolo, con una diminuzione media del 77% in tutti i siti oggetto dell’osservazione.

    In particolare, gli autori del lavoro hanno osservato un calo demografico medio del 70% per gli elefanti di savana (Loxodonda africana) e del 90% per gli elefanti di foresta (Loxodonta cyclotis), dati non certo promettenti per il futuro delle due specie.

    Animali

    La difficile tutela degli elefanti africani: troppi in Zimbabwe e in estinzione altrove

    di Cristina Nadotti

    15 Giugno 2024

    Lo studio appena pubblicato è il più ampio mai condotto sul tema: gli scienziati hanno analizzato dati relativi a 475 diversi siti, sparsi in 37 nazioni africane, raccolti a cadenza periodica tra il 1964 e il 2016. “La maggior parte della popolazione perduta non tornerà indietro”, ha commentato a Reuters George Wittemyer, docente di conservazione della fauna selvatica alla Colorado Staete University, capo del board scientifico del gruppo Save the Elephants e co-autore del lavoro, “e molte delle popolazioni a basa densità devono affrontare ulteriori pressioni che le mettono in difficoltà. Probabilmente perderemo altre popolazioni in futuro, se non prendiamo subito dei provvedimenti”. Due i principali responsabili: il bracconaggio – molti elefanti vengono uccisi per l’avorio delle loro zanne, poi venduto ed esportato illegalmente in Asia – e le esigenze agricole, che “rubano” habitat agli elefanti.

    Crisi climatica

    La Namibia autorizza gli abbattimenti di elefanti, zebre e altri animali per affrontare fame e siccità

    di Giacomo Talignani

    29 Agosto 2024

    L’unico elemento positivo emerso dallo studio è che, nonostante il dato globale evidenzi molto chiaramente il calo demografico, nei siti in cui sono state messe in atto azioni di protezione e conservazione si è osservato un andamento opposto, il che sostiene l’idea che sforzi di questo tipo possano effettivamente cambiare le cose. Mentre nei siti dell’Africa settentrionale e centrale – principalmente in Mali, Ciad e Nigeria – si è registrata una diminuzione particolarmente significativa del numero degli elefanti, in molti siti dell’Africa meridionale le popolazioni sono aumentate fino al 42%.

    “È un vero successo, in particolare i dati osservati in Botswana, Zimbabwe e Namibia, nazioni i cui governi hanno gestito in maniera più attenta e attiva la questione”, ha concluso Whittmayer. “Gli elefanti non sono soltanto una delle specie più intelligenti sul pianeta, ma hanno anche un ruolo incredibilmente importante negli equilibri degli ecosistemi africani, soprattutto per il loro ruolo nella dispersione dei semi: alla loro sopravvivenza è legata la sopravvivenza di molte altre specie”. LEGGI TUTTO

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    Sandro Greblo: “La mia vita da rider in cargobike”

    Pedalare come scelta, anche per lavoro. È l’esperienza raccontata in Vita da cargobike (ed. Meravigli) da Sandro Greblo, corriere in bicicletta della startup di delivery sociale So.De. Un diario di bordo che fotografa la incontri con le persone, Milano vista da due ruote, con idee e riflessioni tra una pedalata e l’altra. E soprattutto una tetsimonianza che oggi delivery etico, ai tempi della Gig Economy, è possibile.

    Qual è il ruolo della sostenibilità nel suo percorso di crescita?
    “La mia infanzia è stata quella di un bambino fortunato perché, oltre ad avere una famiglia sempre molto presente, sono cresciuto nel quartiere Milano 2: è stato pensato per separare i percorsi di pedoni, ciclisti e auto e pertanto un esempio illuminato per gli anni Settanta. La sostenibilità l’ho scoperta lì forse, ma allora il tema non era ancora così presente nell’agenda pubblica, l’ho scoperto ben più tardi, dai primi anni 2000”. LEGGI TUTTO