Agosto 2024

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    Scuola nomade, lo studente: “In aula stavo male, in viaggio crescerò”

    Gioele Pirozzi, 17 anni, frequenta il liceo artistico a Grosseto, indirizzo architettura. Ma il prossimo anno scolastico, il quarto, ha scelto di non tornare sui banchi. Scuola, la classe nomade d’Italia: duemila chilometri a piedi e in ogni città una lezione di Giulia D’Aleo 29 Agosto 2024 Come mai? «Rimanere chiuso in un’aula mi faceva stare […] LEGGI TUTTO

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    Facebook e Google copriranno i consumi di energia con il geotermico

    Ogni “Mi piace” su Facebook o cuoricino su Instagram contribuisce alla febbre di milioni di data center sparsi per il mondo. E di conseguenza a un incremento dei consumi energetici, che i colossi come Meta (Facebook) e Google hanno sempre più difficoltà a gestire, soprattutto in ottica green. Ma la risposta potrebbe essere il geotermico, ovvero l’energia pulita che si genera grazie allo sfruttamento del calore della terra. Proprio l’azienda di Zuckerberg ieri ha annunciato un accordo con la startup Sage Geosystems per mettere in piedi un sistema geotermico innovativo da 150 megawatt di capacità (quindi potenzialmente 150 MWh), pari ai consumi di circa 70mila appartamenti. Giusto per fare una proporzione un data center di Meta, a seconda delle dimensioni, può consumare tra le 15mila MWh e i 900mila MWh all’anno. Quindi il geotermico avanzato andrebbe considerato come una “nuova” rinnovabile capace di concorrere con le altre ai fabbisogni dei settori più energivori.

    Geotermico avanzato per Meta e Google
    La novità rispetto alle tecniche tradizionali è che Sage Geosystems ha messo a punto un metodo che è figlio dell’esperienza maturata nel campo del fracking, la fratturazione idraulica che agevola l’estrazione di gas naturale e petrolio dalle rocce di scisto presenti nel sottosuolo, sfruttando l’iniezione di un getto ad alta pressione. Nello specifico, per Meta, si procederà a trivellare a centinaia di metri di profondità e pompare acqua nel terreno. Dopodiché la pressione e il calore riscalderanno l’acqua, che a sua volta verrà impiegata per generare elettricità potenzialmente 24 ore su 24 grazie a una turbina.

    Cindy Taff, Ceo di Sage Geosystems ed esperta del settore, ha confermato al New York Times che la differenza rispetto al comune fracking è che l’obiettivo è di ottenere calore pulito invece che idrocarburi. Il primo pozzo di prova in Texas ha superato ogni test e adesso è giunto il momento di costruire una prima vera centrale elettrica di questo tipo. Il sito non è ancora stato scelto ma potrebbe essere a est delle Montagne Rocciose e con una prima fase operativa fissata per il 2027.

    Anche Google ha fiutato il potenziale del geotermico ma sembra essere leggermente più avanti nell’adozione. Grazie a una partnership con la startup Fervo Energy sta costruendo in Nevada un impianto pilota da 5 megawatt che in effetti ha già iniziato a immettere energia nella rete. La prospettiva è di aumentare la produzione nei prossimi anni. Inoltre la stessa Fervo Energy sta costruendo nello Stato dello Utah un impianto energetico da 400 megawatt che punta a vendere energia alle aziende pubbliche della California meridionale entro il 2026.

    Perché il geotermico proprio adesso?
    L’industria energetica ha nel settore tecnologico uno dei migliori clienti del mercato soprattutto da quando ha iniziato a diffondersi l’impiego dell’intelligenza artificiale. Electric Power Research Institute (EPRI) ha stimato che i data center statunitensi saranno responsabili entro il 2023 del 9% dei consumi del Paese, contro l’attuale 4%. La buona notizia però è che secondo gli esperti il geotermico potrebbe essere un’adeguata risposta. Non solo perché funziona 24 ore al giorno, al contrario delle rinnovabili più diffuse, ma anche perché è a ridotto impatto ambientale. Storicamente la geotermia è stata giocata nelle zone con acqua calda sotterranea, come ad esempio diverse aree degli Stati Uniti, Indonesia, Filippine e Turchia.

    In Italia si parla di impianti da circa 916 megawatt complessivi, contro un installato statunitense di 3900 megawatt (0,4% del totale). Per la geotermia potenziata quindi ci vorrà del tempo, ma decine di startup in tutto il mondo sono al lavoro e i costi di perforazione e degli impianti stanno calando. Fervo Energy ad esempio è già riuscita ad abbattere i tempi di perforazione del 70% in un anno di lavoro. United States Department of Energy sostiene che la costante evoluzione tecnologica potrebbe consentire al geotermico statunitense di nuova generazione di incrementare la capacità attuale di venti volte, raggiungendo entro il 2025 quota 90mila megawatt. LEGGI TUTTO

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    Il nasturzio, che spettacolo di fiori: cura e consigli

    Di grande effetto per decorare giardini, aiuole e balconi, il nasturzio è capace di infondere tocchi di colore dal rosso al giallo all’arancio, nuance peculiari dei suoi splendidi petali. Bellissimo, profumato, facile da coltivare e pure commestibile, il nasturzio appartiene alla famiglia delle Tropaeolaceae ed è originario del Perù. Oltre che come pianta ornamentale, è impiegato in cucina e in campo erboristico, viste le sue innumerevoli proprietà. Dal nome botanico Tropaeolum, il nasturzio è anche noto come crescione indiano. Estremamente versatile, a seconda di dove cresce può essere una pianta annuale oppure perenne e in alcuni casi è strisciante o rampicante.

    Nasturzio: le caratteristiche
    Il nasturzio presenta fusti sottili e foglie tondeggianti, carnose, di un verde intenso, dai bordi irregolari e idrorepellenti, ciò significa che se l’acqua cade sulla loro superficie non viene assorbita, ma bensì forma delle gocce, che creano un “effetto loto”, proprio come accade nel fiore di loto. La fioritura del nasturzio è davvero ricca: i suoi grandi fiori campanulati e speronati presentano una forma di elmo e sono colorati da splendide tonalità gialle, rosse e arancioni. Emanano un profumo inebriante che ricorda quello del miele, a differenza delle foglie della pianta dalla fragranza speziata.

    Il nasturzio sboccia da metà giugno fino al primo autunno e cresce rapidamente, riuscendo a raggiungere nella sua variante rampicante anche i 150 cm di altezza. Meraviglia della natura, esiste in diverse varietà che si differenziano per dimensioni, colori e portamento, visto che alcune presentano un aspetto cespuglioso, mentre altre sono rampicanti. Una delle principali è il tropaeolum majus, rampicante e indicata per gli spazi ampi. Tra le sue specie spicca anche il nasturzio nano che crea un incantevole cespuglio fiorito, adattandosi in particolare per abbellire i vasi dei balconi, le aiuole e anche i lati dei vialetti. Per quanto riguarda i suoi significati, il nasturzio è considerato un simbolo di resistenza e lotta, per via dei suoi fiori a forma di elmo.

    Dove posizionare il nasturzio
    Il nasturzio è semplice da coltivare. Il gelo è un suo grande nemico, che può danneggiarlo in modo grave, tanto che di solito si coltiva annualmente. La pianta va posta in un punto luminoso, evitando l’esposizione diretta ai raggi solari in estate, altrimenti potrebbe spogliarsi alla base. Bisogna però anche considerare come l’ombra totale non sia ideale in quanto il nasturzio potrebbe non fiorire. La collocazione ottimale è una mezza ombra oppure nei pressi di un albero, le cui fronde filtrano i raggi solari, evitando di oscurarlo troppo. Il terreno deve essere sempre ben drenato, evitando gli eccessi di acqua che potrebbero far marcire il nasturzio. La pianta andrebbe concimata ogni 4/6 settimane.

    Come coltivare il nasturzio
    Per quanto riguarda la semina del nasturzio, Il periodo preferibile è tra aprile e maggio per evitare eventuali gelate notturne. Se si piantano i nasturzi direttamente in giardino bisogna interrare i semi con una distanza di 30-40 centimetri l’uno dall’altro, in gruppi di 3 -5 semi e con una profondità di 2 o 3 centimetri. Pianta a crescita rapida, di solito germina nell’arco di due settimane. Il terreno deve essere drenato e povero, non argilloso e non richiede l’uso di fertilizzanti: quando è troppo ricco lo sviluppo della pianta potrebbe incentrarsi principalmente sulle foglie e poco sui fiori.

    La coltivazione in vaso del nasturzio è molto semplice. Bisogna ricorrere a un contenitore dal diametro di 28 centimetri, ponendo al suo interno uno strato di ghiaia, per assicurare il corretto drenaggio, uno di letame maturo e il terriccio. I semi vanno piantati distanziandoli a una profondità di un paio di centimetri, per poi bagnarli. Il vaso deve essere posto in una posizione soleggiata e, fino alla germinazione, il terreno va mantenuto umido. Per rinvasare il nasturzio, è meglio aspettare la fine dell’inverno o l’inizio della stagione primaverile.

    Per fare prosperare il nasturzio il clima ideale è mite, caldo e secco e il terriccio deve essere ben drenato, soffice, leggermente umido e con ph neutro. La pianta richiede di essere annaffiata spesso, in estate anche 3 volte alla settimana, soprattutto se coltivata in vaso per mantenere il terriccio umido, ma senza mai esagerare per scongiurare i ristagni d’acqua. In inverno, invece, le innaffiature devono essere sporadiche, massimo due volte al mese, visto che la pianta dorme, trovandosi in uno stato vegetativo.

    Se si coltivano varianti rampicanti è necessario maneggiarle con molta delicatezza, tenendo a mente che tendono a spezzarsi. Nonostante sia facile da coltivare, la pianta è piuttosto delicata e quindi da trattare con attenzione. Per prendersi cura del nasturzio è importante eliminare le erbacce e i fiori appassiti durante la sua crescita e non sono da sottovalutare eventuali parassiti, visto che è un catalizzatore per coleotteri e afidi, dovendo intervenire nell’immediato se presenti ricorrendo a prodotti specifici. LEGGI TUTTO

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    Shein, un test tedesco rivela sostanze tossiche sui vestiti

    Pochi click, una manciata di euro spesi e dall’altra parte del mondo a casa nostra arrivano direttamente buste di plastica zeppe di vestiti, accessori e qualunque cosa desideriamo. Eppure, dietro a questo processo in continua crescita, quello del fast fashion e di aziende spesso asiatiche come Shein e Temu, ma anche AliExpress ed altri, ci sono lati oscuri su cui spesso è complesso ottenere risposte, sia sul lato delle condizioni dei lavoratori, sia su quelle della qualità o la composizione dei prodotti.

    Più report e inchieste di varie associazioni, fra cui Greenpeace nel 2022 hanno svelato finora che i prodotti commercializzati in particolare dai colossi cinesi possono contenere in più casi materiali tossici e sostanze che vanno dagli ftalati sino ai metalli pesanti. Sostante potenzialmente dannose per chi le indossa e in grado anche di causare anche malattie dell’epidermide. La nuova attenzione internazionale per provare a far luce su cosa contengono realmente i miliardi di capi commercializzati a costi bassissimi online, di recente hanno portato anche a diverse inchieste e operazioni giudiziarie Solo a metà agosto ad esempio le autorità di Seul hanno sequestrato centinaia di prodotti e dopo diversi test che hanno coinvolto oltre 144 capi e accessori hanno scoperto in più abiti la presenza di sostanze tossiche che superano i limiti consentiti dalla legge.

    Il lato oscuro del marchio “made in China” che fa impazzire le adolescenti

    di Olivier Wurlod

    24 Novembre 2021

    Nell’ispezione dei coreani sono stati valutati per esempio prodotti di Shein, AliExpress e Temu e altre aziende ed è stato scoperto che alcune scarpe contenevano livelli elevati di ftalati (anche di 229 volte oltre il limite). Gli stessi funzionari di Seul hanno sottolineato come determinati prodotti plastificanti a base di ftalati possono impattare sulla fertilità o sulle nascite premature, così come altri possono risultare cancerogeni. In alcuni prodotti è poi stata trovata formaldeide sopra i livelli consentiti, nonostante Shein si sia difesa sostenendo di lavorare “a stretto contatto con agenzie di test internazionali di terze parti per effettuare regolarmente test di campionamento basati sul rischio e per garantire che i prodotti forniti dai fornitori soddisfino gli standard di sicurezza dei prodotti Shein”.

    Poche ore dopo la diffusione dei risultati del blitz delle autorità coreane sui social come TikTok o Instagram diversi influencer, tra cui Sean Christopher, hanno realizzato contenuti proprio per tentare di rilanciare il dibattito sulla pericolosità di alcune componenti chimiche presenti nei capi del fast fashion. “Dobbiamo cominciare a prendere questa cosa molto più seriamente” spiegava Christopher invitando tutti a parlare del problema nonostante marchi come Shein continuino la loro inarrestabile ascesa, dato che solo nel 2023 hanno registrato un fatturato di 45miliardi di dollari. A raccogliere l’invito dei social ci ha pensato però di recente il sito tedesco Oko-Test che ha realizzato una interessante prova relativa ai prodotti Shein. Come normali clienti i redattori hanno ordinato 21 articoli online, dalle scarpe per neonati sino ad abiti, giacche e accessori. I test effettuati in laboratorio, tutti dettagliatamente spiegati ai lettori, mostrano come “solo un terzo degli articoli esaminati riesce ad arrivare malapena al voto di sufficiente o adeguato”, mentre per tutti gli altri si parla di prodotti scarsi o decisamente inadeguati (in termini di qualità delle componenti).

    Un vestito da bambina con motivi di unicorno per esempio durante i test ha rilasciato antimonio tossico, residui che attraverso il sudore possono essere assorbiti. In altri capi è stata trovata dimetilformammide , mentre alcuni sandali erano “pieni di sostanze tossiche” tutte sopra ai livelli UE: si parla per esempio di piombo e cadmio, metalli pesanti pericolosi per la salute. Non solo, da Oko-test scrivono di essere “stupiti dalla quantità di ftalati vietati che il laboratorio ha trovato nei sandali da donna Shein: il contenuto supera di 15 volte il già non troppo severo limite della direttiva europea REACH”. In compenso in quelli da uomo sono stati trovati “idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che possono provocare il cancro e sono quindi vietati e in livelli fino a 22 volte superiori ai valori limite REACH” scrivono i tedeschi. Inoltre sono stati fatti test anche sulla resistenza: un paio di pantofole leopardate da donna sono durate appena 14mila passi prima di rompersi. Visto il prezzo, forse non c’è da stupirsi, mentre la composizione dei prodotti invece “dovrebbe farci riflettere” indicano gli esecutori dei test. Proprio sui componenti e sulla provenienza di determinati tessuti, Oko-Test ha inviato una lunga serie di domande a Shein per capire di più (anche sulla provenienza) e per indagare il possibile impatto sui consumatori: in cambio, scrivono i tedeschi, “non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, tutte le date del rientro nelle aule. Ma anche quelle di festività e ponti di questo nuovo anno

    A scaglioni, con date che variano a seconda della Regione e probabilmente anche del caldo, si rientra a scuola. Per primi, non a caso, torneranno in aula gli studenti della provincia autonoma di Bolzano (giovedì 5 settembre), a seguire Trento il 9, poi Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Umbria e Val d’Aosta l’11 settembre; Campania, Lombardia, Molise, Sicilia e Sardegna il 12; Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana il 16. Mentre l’inizio della maturità per il 2025 è previsto per il 18 giugno.
    L’autonomia scolastica
    Anche se si tratta di calendari regionali, l’autonomia scolastica consente ai presidi dei singoli istituti di decidere quale data sarà la migliore: è dunque consigliabile consultare il sito della scuola che interessa.
    Primo novembre e Immacolata
    Il calendario 2024/25 prevede vacanze di Natale lunghe del solito e ponti di fine aprile-inizio maggio. Si inizia bene anche con il Primo novembre, giornata dei Santi, che quest’anno cade di venerdì, permettendo ai ragazzi un primo ponte: dal Primo al 3 novembre, appunto. Invece per l’Immacolata (e Sant’Ambrogio) non ci sarà ponte: l’Immacolata (8 dicembre) e la festa del patrono di Milano (Sant’Ambrogio, il 7) cadono nel weekend.
    Le vacanze di Natale
    Sarà compensato il ponte mancato dell’Immacolata: le lezioni terminano un po’ ovunque (ma anche qui è meglio consultare i calendari del proprio istituto) venerdì 20 dicembre perché Natale cade di mercoledì. La lunghissima pausa sarà di ben 17 giorni.
    Pasqua e Liberazione
    Nel 2025 la Pasqua cade il 20 aprile. Le vacanze avranno inizio giovedì 17 o venerdì 18, dipende dal calendario regionale, per arrivare fino al martedì 22 incluso. Per due giorni poi si tornerà a lezione e poi ecco il 25 aprile, la Festa della Liberazione, che cade di venerdì prospettando altre tre giorni di ponte. Dunque tra Pasqua e Liberazione la presenza in aula nel corso di 10 giornate è prevista soltanto per due.
    Il Primo Maggio
    Il Primo maggio nel 2025 cadrà di giovedì: ci saranno quindi 4 giorni di sosta subito dopo Pasqua e Liberazione. L’ultimissima sosta prima della fine dell’anno scolastico sarà quella del 2 giugno, per la Festa della Repubblica: ci sarà ponte da sabato 31 maggio a lunedì 2 giugno. La scuola poi terminerà a seconda delle Reggioni tra venerdì 6 giugno e martedì 10. LEGGI TUTTO

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    Test di medicina: pubblicati i punteggi della prova del 30 luglio. Ecco le date dei prossimi esami

    Sono usciti sul sito del Miur i punteggi relativi ai test di medicina del 28 maggio e del 30 luglio. Per prenderne visione del proprio esame è necessario entrare nella propria area riservata dove troveranno il punteggio e anche la scheda anagrafica. La pubblicazione era attesa per le 12, come per la prima sessione del […] LEGGI TUTTO

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    I solventi che purificano l’acqua dalle nanoplastiche

    L’ultima notizia è il loro ritrovamento nel cervello. Ma non è neanche una sorpresa, considerato che le nanoplastiche possono a ragione ormai considerarsi degli inquinanti ubiqui. Se è vero che combatterle comporta in primis ridurre il consumo di plastica, rimane il (grosso) problema della bonifica. Riusciremo mai a trovare un modo per eliminarle come inquinanti? […] LEGGI TUTTO