Dicembre 2021

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    Foro maculare per Valeria Marini

    Occhi

    di Valeria GhittiPubblicato il: 07-12-2021

    La showgirl è apparsa recentemente in tv con una benda sull’occhio sinistro. Ha infatti subito un intervento chirurgico a causa di un foro maculare.

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    Sanihelp.it – Valeria Marini è tornata nuovamente nella casa del Grande Fratello Vip e chi la segue avrà certamente notato che sfoggia una benda sull’occhio. Il perché lo ha spiegato lei stessa prima su Instagram e poi durante un’intervista concessa a Verissimo: è stata operata a causa di un foro maculare.
    Il foro maculare è una retinopatia e consiste nella formazione di un foro nella regione centrale della retina, la fovea, a sua volta al centro della macula. Si verifica più spesso nel sesso femminile e generalmente coinvolge un occhio solo: dopo i 50 anni ha un’incidenza di 3 casi su 1000. Il foro si forma spontaneamente, a volte in seguito a traumi, miopia elevata o anche per fattori vascolari.
    Il foro maculare a volte non dà sintomi, ma più spesso determina un calo della vista da vicino, una macchia scura centrale una visione deformata delle immagini. Per la Marini le prime avvisaglie sono arrivate dopo i controlli di routine cui si è sottoposta con la partecipazione al reality spagnolo Supervivientes: i medici del programma le hanno consigliato di farsi controllare dal proprio oculista che, effettivamente, ha riscontrato la patologia, invitandola a farsi operare.
    Inizialmente, la showgirl ha preso la cosa un po’ sottogamba e solo con il peggioramento della vista si è decisa: il 25 ottobre scorso è stata quindi operata d’urgenza. Il trattamento del foro è infatti esclusivamente chirurgico, tramite vitrectomia, ovvero asportazione del corpo vitreo.

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    Tumore al polmone ALK+, è disponibile in Italia lorlatinib

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 07-12-2021

    È stato approvato in regime di rimborsabilità lorlatinib, per una delle neoplasie più diffuse

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    Sanihelp.it – In Italia il tumore al polmone è la terza neoplasia più diffusa negli uomini e addirittura la seconda nelle donne e i decessi sono ancora troppi. La ricerca, negli ultimi anni, si è però portata avanti, e ha individuato delle alterazioni molecolari che sono alla base del suo sviluppo, come per esempio l’alterazione al gene ALK (Anaplastic Lymphoma Kinase), riscontrabile nel 5-7% dei pazienti con tumore non a piccole cellule, più frequentemente nei più giovani, sotto i 50 anni, fumatori (ma anche no). Questa alterazione favorisce la crescita tumorale e la formazione di metastasi.«Negli ultimi venti anni tante sono le acquisizioni scientifiche e i progressi della ricerca nella diagnostica e nella terapia del tumore polmonare non a piccole cellule con l’identificazione di nuovi target d’azione e farmaci specifici. Nonostante questo c’è ancora un forte bisogno di soluzioni, soprattutto per affrontare in modo efficace la malattia al momento della progressione e in particolare quando questa interessi il comparto cerebrale. La disponibilità di lorlatinib è quindi una notizia assolutamente positiva perché ci permette di trattare pazienti con riarrangiamento di ALK, per i quali era urgente trovare una soluzione per un adeguato approccio alla malattia nel suo decorso», spiega Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e presidente di WALCE Onlus, associazione nata per tutelare e informare gli ammalati di tumore al polmone e i loro caregiver.Lorlatinib è indicato per pazienti adulti con tumore non a piccole cellule ALK+, in cui la malattia sia progredita nonostante altre terapie e anche in presenza di metastasi cerebrali, in quanto il farmaco è in grado di passare la barriera ematoencefalica, cioè la struttura che regola il passaggio sanguigno di sostanze chimiche da e verso il cervello, per protezione del sistema nervoso da intossicazioni. Si tratta inoltre di un medicinale ben tollerato, che lascia quindi sperare in una nuova ed efficace opzione terapeutica.

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