Più arsenico nel riso a causa del cambiamento climatico
La crisi climatica, oltre che con ondate di calore, eventi estremi e ridistribuzione di piante e animali, rischia di produrre effetti meno visibili, ma pericolosi. Secondo una recente analisi pubblicata sulle pagine di Lancet Planetary Health l’aumento delle temperature e dell’anidride carbonica potrebbe infatti portare ad un preoccupante aumento di tumori, malattie cardiovascolari e metaboliche dovuto all’innalzamento dei livelli di arsenico nel riso. Alimento in cima alla lista dei cibi più consumati al mondo.
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L’arsenico, è noto, è tossico, soprattutto nella sua forma inorganica, ricordano dall’Istituto superiore di sanità. Oltre che dalle esposizioni professionali e dal consumo di tabacco, possiamo assumerlo attraverso acqua e cibi, e quelli più a rischio sono i cereali, come il riso appunto. Con rischi per la salute che vanno da patologie metaboliche, a un aumentato rischio di alcuni tumori (soprattutto pelle, polmone e vescica) e malattie cardiovascolari, aborti spontanei e diminuzione del peso alla nascita, malattie respiratorie e renali, spiegano dall’Efsa. E c’è ragione di credere che in futuro questi effetti possano manifestarsi con più forza.
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La ricerca in Cina
Il motivo, scrivono Lewis Ziska della Columbia University e colleghi, è che fattori come l’aumento delle temperature e delle emissioni possono aumentare le concentrazioni di arsenico nel riso. Alcuni ricercatori in passato avevano già evidenziato delle possibili criticità, ma gli scienziati hanno deciso di approfondire, conducendo esperimenti sul campo. Lo hanno fatto in Cina, nella regione del delta del fiume Azzurro, dove sono state allestite piattaforme per questo studio (note come Free-Air Carbon dioxide Enrichment). Grazie all’utilizzo di tubature e sistemi di riscaldamento a infrarossi i ricercatori sono riusciti a simulare gli effetti derivanti dall’aumento sia di anidride carbonica che delle temperature, valutando diverse condizioni. Gli esperimenti sono durati una decina di anni e hanno riguardato diverse varietà di riso.
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I risultati
I dati sono poco rincuoranti, soprattutto quando combinati con i livelli di consumo di riso per i principali paesi asiatici, usati per stimare eventuali effetti sulla salute delle persone. Come riportano nel loro studio, infatti, un aumento di anidride carbonica di 220 ppm (parti per milione) e delle temperatura di 2°C contemporaneamente, causerebbe un aumento dei livelli di arsenico inorganico nel riso in diverse varietà. Le potenziali conseguenze sono state stimate in milioni di casi di tumori in più entro il 2050, cui si aggiungerebbero quelli derivanti dagli aumentati rischi per tutte le altre patologie non oncologiche, quali diabete, infarti, disordini neurocognitivi e problemi in gravidanza e alla nascita.
L’adattamento climatico
“Documentando questo impatto e identificando contemporaneamente i meccanismi dell’aumento dell’accumulo di arsenico nel riso – si legge nel paper – la nostra ricerca apre la strada all’individuazione di interventi di adattamento climatico volti a migliorare la sicurezza del riso quale alimento di base”. Questi interventi, suggeriscono, dovrebbero essere indirizzati a impedire l’accumulo di arsenico nel riso, agendo sul terreno stesso. La temperatura e l’anidride carbonica infatti, spiegano gli autori, favoriscono una serie di alterazioni nel suolo, nelle piante e nella comunità microbica locale che aumentano la concentrazione di arsenico nel riso da ultimo. Le ipotesi per affrontare il problema sono diverse, e vanno da tecniche di miglioramento delle piante di riso a una modifica nelle pratiche di gestione dei terreni usati per le risaie. Ha concluso il professor Ziska: ”Queste misure, insieme a iniziative di sanità pubblica incentrate sull’educazione dei consumatori e sul monitoraggio dell’esposizione, potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel mitigare l’impatto sulla salute dei cambiamenti climatici legati al consumo di riso”. Il cibo più popolare al mondo. LEGGI TUTTO