Verso Cop30, a Venezia la Dolomite Conference sul clima
Veniamo da una estate attraversata da ondate di calore mortali, da mesi di incendi che hanno devastato Canada e penisola iberica, da alluvioni che hanno sconvolto Asia ed Europa e i mari, tutt’ora, sono talmente caldi da lasciarci presagire nuovi ed impattanti fenomeni meteo estremi futuri sui nostri territori. Anche se è un tema che appare oscurato dalle politiche negazioniste di Donald Trump o dimenticato davanti all’urgenza dei conflitti e le tensioni politiche mondiali, la crisi del clima è sempre presente e avanza senza sosta, ricordandoci l’impellenza di agire. L’ultimo appello per provare a trovare accordi internazionali per governarla ha un data precisa: l’11 novembre in Brasile, nel cuore dell’Amazzonia a Belém, inizia la Cop30, la grande conferenza delle parti sul clima. Come si arriva a questo incontro? Cosa si può ancora fare per trovare una visione comune e soluzioni utili ad arginare l’avanzata del riscaldamento globale? E come si può riaccendere il necessario dibattito sul cambiamento climatico?
Tutte domande che proveranno ad avere una prima risposta in Italia, a Venezia, dal 16 all’18 ottobre quando si terrà la quarta edizione della Dolomite Conference su “Global Governance del Climate Change and Sustainability – Venice Edition: da Venezia le idee per ripensare e rendere più forte l’agenda sul cambiamento climatico e sulla sostenibilità”. Una tre giorni internazionale che, coinvolgendo esperti, professori, politici e anche studenti, proverà a tracciare un cammino di risposte in vista della Cop30, proponendo anche soluzioni concrete.
La conferenza è organizzata dal think tank Vision che da anni, nonostante “il dibattito sul cambiamento climatico sia oggi sospeso tra le reazioni politiche contrarie e l’accelerazione di una crisi che sta colpendo più duramente il cosiddetto sud globale”, tenta di mettere in cima all’agenda delle priorità la questione climatica. La nuova edizione della Dolomite Conference si terrà quest’anno sull’isola di San Servolo e, tra i tanti partecipanti attesi c’è anche il presidente della Cop30, André Corrêa do Lago, così come Izabella Teixeira dell’International Advisory Board at CEBRI ed ex ministra dell’Ambiente del Brasile, e Ibrahima Cheikh Diong dell’UN Fund for Responding to Loss and Damage) e poi l’ex sindaco di Bergamo ed europarlamentare Giorgio Gori, l’ex ministro Renato Brunetta, oggi presidente del Venice Sustainability Foundation, il professor Carlo Carraro della Ca’ Foscari University e autore dei working group dell’IPCC e molti altri.
Nella Venezia simbolo del cambiamento climatico che combatte da anni contro l’innalzamento dei mari proponendo anche soluzioni pragmatiche come il Mose, la conferenza darà un ruolo centrale anche alle imprese che puntano ad aumentare la loro sostenibilità come leva strategica dell’economia. Inoltre, uno dei punti chiave sarà la presentazione di soluzioni concrete sviluppate da studenti universitari dopo mesi di lavoro e di webinar dedicati, un progetto che passa attraverso i sei gruppi di lavoro chiamati PSSG nati per parlare di agrifood, riciclo, mobilità sostenibile, città del futuro, transizione energetica e loss and damage (il fondo perdite e danni per i Paesi meno sviluppati). Da quest’ultimo impegno degli studenti nascerà poi, come nelle edizioni passate, un elaborato chiamato Venice Manifesto che verrà discusso anche alla Cop30 in Brasile nel cuore dell’Amazzonia.Infine, diversi panel della Dolomite Conference saranno dedicati al ruolo dell’Europa e all’attuale stallo del Green Deal, ma anche alla contrapposizione, per esempio, fra le politiche climatiche di Usa e Cina.
Per Francesco Grillo, direttore del think tank Vision, “l’esistenza del cambiamento climatico non avrebbe, in realtà, neppure, bisogno della scienza. Basta un termometro e l’esperienza che tutti – da Venezia a Los Angeles, da Cervia a Shanghai – ne facciamo. Un mondo sostenibile è nell’interesse delle giovani generazioni ed è un’urgenza che già attraversa confini e settori produttivi diversi, dalle assicurazioni all’agricoltura, passando per l’edilizia. È evidente però che quest’agenda ha bisogno di linguaggi, di incentivi, di misurazioni diverse. E l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi rende il cambiamento climatico l’occasione per ripensare al modo in cui governiamo la globalizzazione”.
L’evento, dal 16 al 18 ottobre a San Servolo, è organizzato da Vision in collaborazione con il CEBRI (Centro Brasileiro de Relações Internacionais) , diverse Università (tra cui Bocconi, Politecnico di Milano, Luiss e le varie università di Venezia) e tanti partner sia del mondo dell’industria che dei media internazionali (tra cui The Conversation e Illuminem e GEDI e RAI che trasmetteranno alcuni contenuti e copriranno l’evento). L’idea finale della Conferenza, per tutti i partecipanti, è comune: fornire idee e stimoli, nella battaglia alla crisi climatica, direttamente a tutti i leader e i Paesi che si riuniranno l’11 novembre in Brasile per la conferenza delle parti sul clima targata Onu. LEGGI TUTTO