consigliato per te

  • in

    Foro maculare per Valeria Marini

    Occhi

    di Valeria GhittiPubblicato il: 07-12-2021

    La showgirl è apparsa recentemente in tv con una benda sull’occhio sinistro. Ha infatti subito un intervento chirurgico a causa di un foro maculare.

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Valeria Marini è tornata nuovamente nella casa del Grande Fratello Vip e chi la segue avrà certamente notato che sfoggia una benda sull’occhio. Il perché lo ha spiegato lei stessa prima su Instagram e poi durante un’intervista concessa a Verissimo: è stata operata a causa di un foro maculare.
    Il foro maculare è una retinopatia e consiste nella formazione di un foro nella regione centrale della retina, la fovea, a sua volta al centro della macula. Si verifica più spesso nel sesso femminile e generalmente coinvolge un occhio solo: dopo i 50 anni ha un’incidenza di 3 casi su 1000. Il foro si forma spontaneamente, a volte in seguito a traumi, miopia elevata o anche per fattori vascolari.
    Il foro maculare a volte non dà sintomi, ma più spesso determina un calo della vista da vicino, una macchia scura centrale una visione deformata delle immagini. Per la Marini le prime avvisaglie sono arrivate dopo i controlli di routine cui si è sottoposta con la partecipazione al reality spagnolo Supervivientes: i medici del programma le hanno consigliato di farsi controllare dal proprio oculista che, effettivamente, ha riscontrato la patologia, invitandola a farsi operare.
    Inizialmente, la showgirl ha preso la cosa un po’ sottogamba e solo con il peggioramento della vista si è decisa: il 25 ottobre scorso è stata quindi operata d’urgenza. Il trattamento del foro è infatti esclusivamente chirurgico, tramite vitrectomia, ovvero asportazione del corpo vitreo.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Fito Caffeina per contrastare la perdita di capelli

    Cure alternative

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 30-11-2021

    Come limitare la perdita di capelli, e stimolarne la ricrescita, con questo estratto naturale

    © istock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Una sostanza che può aiutare a contrastare davvero la caduta di capelli.
    Si tratta della Fito Caffeina, un estratto vegetale a base di caffeina.
    In particolare, il suo utilizzo è stato testato su coloro che soffrano di alopecia, soprattutto di alopecia androgenetica, come capita alle donne in menopausa.
    Uno studio che ha coinvolto cento donne per sei mesi ha mostrato come, dopo il trattamento con la fitocaffeina, le donne avessero una maggiore resistenza dei capelli rispetto alla trazione e un aumento sia della loro quantità sia della loro consistenza.
    Ma come si utilizza questa sostanza?
    Diversamente rispetto ad altre vitamine e ad altri estratti che possono essere assunti per bocca, la fito caffeina deve essere applicata direttamente sul cuoio capelluto, e deve essere utilizzata se non quotidianamente, diverse volte alla settimana.
    Gli estratti di fito caffeina si trovano all’interno di shampoo, balsami e tonici che consentono di stimolare la ricrescita dei capelli.
    Ma perché questo accade? La fitocaffeina stimola l’afflusso di sangue e consente di regolarizzare gli squilibri ormonali che spesso si presentano nelle donne, ma anche negli uomini, in particolari momenti della vita.
    Nella donna, in particolare, ciò accade agli esordi della menopausa, con una sovrapproduzione di testosterone, ma anche in disturbi come la sindrome dell’ovaio policistico.
    Per consentire una maggiore efficacia dei prodotti sarà fondamentale il massaggio, che aiuterà ulteriormente a stimolare il flusso di sangue a livello periferico.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Tumori rari: il sarcoma di Kaposi

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 30-11-2021

    È causato da un virus appartenente alla famiglia degli herpes virus

    © istock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Il sarcoma di Kaposi prende origine dalle cellule che ricoprono l’interno dei vasi sanguigni o linfatici e può manifestarsi sia a livello della pelle che degli organi interni.La malattia prende il nome dal primo che descrisse questo tumore, l’ungherese Moritz Kaposi nella seconda metà dell’Ottocento.Colpisce molto più spesso le persone con HIV, se non curate con gli antiretrovirali, che la popolazione generale, ma può verificarsi anche in soggetti con il sistema immunitario debole o predisposti geneticamente. È un tumore raro, dovuto all’herpes virus HHV8, ma non tutti coloro che contraggono questo virus si ammalano, di solito intervengono altri fattori, primo fra i quali un sistema immunitario indebolito.Il sintomo più comune è la comparsa di lesioni sulla pelle, di colore rosso-violaceo, di solito indolori, che con il tempo tendono a crescere e a formare dei noduli. Se questo avviene a livello della mucosa orofaringea, il paziente accusa difficoltà nel mangiare e nel parlare.Le lesioni possono colpire anche gli organi interni, come l’apparato gastrointestinale e respiratorio.L’herpes virus si può trasmettere attraverso i rapporti sessuali, la saliva o dalla madre al bambino durante il parto. Per questo motivo è importante evitare i rapporti a rischio (senza profilattici e/o con partner occasionali), che possono diffondere il virus dell’HIV che indebolisce fortemente le difese immunitarie. È comunque molto difficile mettere in atto strategie di prevenzione efficaci visto che tuttora non sono del tutto chiari i passaggi che portano allo sviluppo del sarcoma di Kaposi in seguito a infezione da HHV8.La terapia dipende dai sintomi e dallo stadio del tumore. Per le lesioni della pelle si possono utilizzare la radioterapia, la laserterapia o la criochirurgia, basata sul congelamento. Nelle persone con la malattia in fase piuttosto avanzata si prendono in considerazione la chemioterapia e l’immunoterapia.Con le cure appropriate, questa forma tumorale può essere tenuta sotto controllo anche per molti anni.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Elio e le storie tese cantano l'aderenza terapeutica

    Iniziative

    di Valeria GhittiPubblicato il: 30-11-2021

    Ha preso il via la campagna che punta sulla potenza della musica per promuovere l’aderenza terapeutica nelle malattie croniche cardiovascolari.

    © sto web alcuoredelladerenza.it

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Sono ancora 4 milioni le persone che ogni anno in Europa perdono la vita a causa delle malattie cardiovascolari, nonostante negli ultimi due decenni si stia assistendo a un progressivo calo della mortalità. In Italia, rappresentano le principali cause di morbosità, invalidità e morte, essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi. Di fronte a questi numeri è chiaro come sia urgente mettere in atto strategie volte alla prevenzione primaria e secondaria, in particolare educando la popolazione sull’importanza dello stile di vita e sul ruolo dell’aderenza alle terapie, che negli ultimi 20 anni hanno ridotto del 50% la mortalità per cardiopatia ischemica.
    Nel nostro Paese, infatti, solo il 50% degli over 65 segue correttamente le indicazioni del medico in merito alle cure. Da qui la necessità di Come un Ritornello, la nuova campagna del Gruppo Servier finalizzata a promuovere l’aderenza terapeutica nelle malattie croniche cardiovascolari, che vede protagonista Elio e Le Storie Tese, con un jingle dedicato ai pazienti (ascoltabile sul sito www.alcuoredelladerenza.it) per spiegare l’importanza di seguire correttamente le indicazioni del medico e garantire così l’efficacia della terapia. L’aderenza terapeutica implica un gesto ripetitivo, come il ritornello di una canzone, che però deve entrare in testa e non essere dimenticato, per preservare tutte le corde importanti della vita. L’aderenza dà il ritmo a una buona qualità di vita.
    Le motivazioni della scarsa aderenza possono essere diverse, come la dimenticanza, la complessità della terapia, la durata e gli eventuali effetti collaterali del trattamento e la mancata percezione sulle potenziali conseguenze della non aderenza. Si aggiunge inoltre la possibilità che siano presenti comorbidità, che fanno sì che il numero di farmaci da assumere aumenti e con esso la difficoltà ad aderire correttamente al piano terapeutico. Il messaggio della campagna Come un Ritornello è dunque quello di condividere le motivazioni alla base delle scelte terapeutiche del medico e di seguirne le indicazioni, evitando di fare di testa propria interrompendo le cure senza motivo.
    «Partecipare a questa campagna è stata una bella esperienza – affermano Elio e le Storie Tese – siamo consapevoli dell’importanza del ruolo che ricopriamo, soprattutto perché la voce di personaggi noti viene più facilmente ascoltata dal pubblico. Mettere in musica messaggi importanti e complessi è stata una sfida che ci ha arricchito e, se aiuterà le persone affette da malattie cardiovascolari a vivere in modo più sereno la propria quotidianità, vorrà dire che avremo ottenuto un grande successo».

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Tumori: i vantaggi dell'immunoterapia

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 23-11-2021

    Una ricerca sottolinea l’importanza dell’immunoterapia nel miglioramento della qualità di vita nei malati di tumore

    © istock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – I farmaci antitumorali immunoterapici hanno cambiato la storia clinica in alcuni tumori, ma, come rivela uno studio del Policlinico San Martino e dell’Università di Genova, tra i benefici di questi farmaci non c’è solo l’allungamento della sopravvivenza, ma anche un netto miglioramento della qualità di vita dei malati. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica European Journal of Cancer, ha revisionato diverse sperimentazioni cliniche che avevano coinvolto oltre 8mila pazienti e in cui era stato fatto il confronto tra diversi farmaci immunoterapici e la chemioterapia nella terapia di alcuni tumori. Come spiega Andrea Boutros, ricercatore e firmatario del lavoro, «I benefici dell’immunoterapia in termini di riduzione della massa tumorale e risposta obiettiva sono ormai chiari, ma questi vantaggi non sono gli unici: l’altro è la capacità di stabilizzare a lungo la malattia, anche nei casi in cui non riduce il tumore. Questa caratteristica, insieme ai minori effetti collaterali, si riflette sul guadagno in termini di qualità di vita». In particolare, gli esperti si sono concentrati su un dato da loro stessi definito deterioramento, che è un indicatore della qualità di vita riferita dal  paziente stesso: «potremmo dire che è il momento in cui una persona passa dal sentirsi una persona che, pur se affetta da tumore, è ancora in grado di condurre una vita senza particolari limitazioni a quella in cui la malattia diventa prevalente: magari non si riesce più a lavorare, non si ha più la voglia o la forza di uscire di casa, si comincia a perdere l’autosufficienza», afferma Boutros. Anche se con differenze sostanziali a seconda del farmaco considerato e del contesto di utilizzo, secondo questa ricerca l’immunoterapia può ampliare notevolmente il tempo che passa dall’inizio della terapia al deterioramento e quindi il tempo vissuto con una qualità di vita ottimale nonostante la presenza della malattia.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Resveratrolo, l'elisir per proteggere cuore e cervello

    Cure alternative

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 23-11-2021

    Una sostanza presente in molti vegetali, che può aiutare contro l’invecchiamento e a combattere diverse infezioni

    © istock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Una molecola vegetale che può aiutare moltissimo gli organi più importanti del nostro corpo.
    Si tratta del resveratrolo, una sostanza che si trova all’interno di diversi vegetali, tra i quali il principale è costituito dall’uva.
    Per riuscire a notare gli effetti positivi reali di questa sostanza sarà fondamentale assumerla in concentrazioni più affidabili, ed è per questo che un erborista potrà consigliarvi, sempre sentendo prima il vostro medico, le formulazioni migliori.
    Ma vediamo quali sono le funzioni e gli utilizzi principali di questo estratto.
    Il resveratrolo, infatti, ha fondamentali funzioni protettive, in modo particolare contro infezioni ma anche contro quelli che sono i processi di invecchiamento per alcuni organi, come cuore e cervello.
    Il resveratrolo, quindi, consente di combattere diverse infiammazioni, di rallentare i processi di invecchiamento e di aumentare le difese immunitarie in generale.
    Molti studi hanno mostrato come l’assunzione di questa sostanza consenta di ridurre la pressione sanguigna, di diminuire i livelli di colesterolo LDL e di aumentare quelli di colesterolo HDL.
    Si comprende, quindi, la funzione di protezione e prevenzione rispetto al cuore e al cervello di questa sostanza.
    Inoltre, come sostanza antiossidante, il resveratrolo aiuta anche a limitare l’invecchiamento in generale, e in tanti casi è stato impiegato anche per rallentare l’incanutimento e limitare la crescita dei capelli bianchi.
    Infine, si può impiegare anche per limitare gli effetti dei cambiamenti ormonali che si verificano nella menopausa.
     Esistono molte fonti nelle quali trovare questa sostanza, dall’uva, ai suoi derivati (succo d’uva e vino), fino ad altri alimenti, come le arachidi, le more di gelso, i frutti rossi e il cacao.
    Tuttavia, come già indicato, per avere a disposizione una fonte affidabile di resveratrolo sarà più indicato utilizzare integratori ed estratti, che vi consentiranno di sapere anche quanti milligrammi di resveratrolo starete assumendo.
    Per quanto riguarda, invece, gli effetti collaterali, questa sostanza non ne evidenza, ma è sconsigliata in gravidanza e allattamento.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Verbasco, la pianta che aiuta contro la tosse

    Rimedi alternativi

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 16-11-2021

    Il verbasco, spesso chiamato anche Tasso Barbasso, è un vegetale dalle mille proprietà, soprattutto per il periodo autunnale

    © istock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Una pianta molto comune e spesso non utilizzata in erboristeria.
    Si tratta dal Verbasco, anche chiamato Tasso Barbasso, un vegetale che si trova in tante aree del nostro Paese, e che può aiutare nel caso in cui si manifestino diversi disturbi legati soprattutto all’arrivo dei primi freddi.
    Questa pianta, infatti, è ricca di sostanze che possono aiutare contro la tosse, e non solo.
    La tosse per la quale il vegetale è più adatto è la così detta tosse secca, in quanto la pianta può agire come sedativo naturale.
    Inoltre, la si potrà utilizzare come antinfiammatorio per tutta una serie di problematiche legate alle vie respiratorie, dalla bronchite al semplice raffreddore, sempre non abbandonando l’uso dei rimedi previsti dal proprio medico.
    È spesso utilizzato anche per la tracheite, e come diuretico per aumentare, quindi, la minzione giornaliera, così come per il mal d’orecchi, con formulazioni non alcoliche, adatte all’inserimento nell’orecchio.
    Il modo migliore per assumere questo tipo di vegetale è la tintura madre, che ci si potrà procurare in erboristeria.
    Per gli adulti sono previsti dosaggi più alti rispetto a quelli previsti per i bambini, ma sarà sempre il medico, o l’erborista, a consigliare l’uso.
    Per chi ami le tisane, sarà possibile anche farsi preparare un composto a base di Tasso Barbasso da bere un paio di volte al giorno fino alla scomparsa dei sintomi.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Linfoma di Burkitt: guarire si può

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 16-11-2021

    Colpisce maggiormente i bambini, ma può comparire a qualsiasi età

    © istock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Il linfoma di Burkitt prende il nome dal chirurgo D. Burkitt, che per primo ne descrisse la sintomatologia intorno alla metà del Novecento.I linfomi sono tumori del sistema linfatico, in quanto originano dai linfociti, che sono le cellule deputate alla difesa dell’organismo.Possono essere suddivisi in linfomi di Hodgkin e linfomi non Hodgkin e il linfoma di Burkitt è un tipo di linfoma non Hodgkin che origina dai linfociti B, è aggressivo e cresce e si diffonde molto rapidamente. Colpisce più frequentemente i bambini e i giovani adolescenti, più i maschi che le femmine.I sintomi possono includere ingrossamento dei linfonodi del collo, delle ascelle o dell’inguine, febbre, perdita di peso, stanchezza e malessere generale, dolore al petto e difficoltà di respirazione.Il linfoma di Burkitt è associato al virus di Epstein Barr (EBV), al virus dell’immunodeficienza umana (HIV) o a mutazioni genetiche.Per la diagnosi è fondamentale la visita medica, per verificare la presenza di linfonodi ingrossati tramite la palpazione delle regioni del collo, delle ascelle e dell’inguine, analisi del sangue e delle urine, indagini per immagini (raggi X, TAC, risonanza magnetica e tomografia a emissione di positroni, PET), biopsia dei linfonodi e prelievo di midollo osseo.Il trattamento di elezione è la chemioterapia, che deve iniziare il più presto possibile. La cura, oltre che rapida, deve essere personalizzata e di solito c’è una buona percentuale di successo, specialmente con i bambini. La ricerca sta comunque andando avanti, concentrandosi sui farmaci mirati, le cosiddette targeted therapy, sempre più efficaci e con minori effetti indesiderati.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO