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    Scuola, il Consiglio di Stato sospende il parere sui nuovi programmi: “Carenze e criticità”

    Altra tegola sui nuovi programmi scolastici elaborati dal ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara. Dopo le polemiche sull’impianto in particolare dell’insegnamento della storia – tutta votata a Occidente – e della matematica, le modifiche apportate dalla commissione che li ha redatti dopo le audizioni, le critiche dei sindacati, ora il Consiglio di Stato ha deciso […] LEGGI TUTTO

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    No shorts, vietate unghie lunghe e zeppe: a scuola arrivano i depliant per spiegare il dress code

    La camicia hawaiana sì, gli hot pants proprio no. La salopette è ok, i jeans strappati ko. È il dress code da primo giorno di scuola che vale tutto l’anno. Dev’essere «sobrio, decoroso e consono». Solo tre parole, tre aggettivi che ricorrono nelle circolari firmate al suono della prima campanella dai presidi di tutta Italia. È così da anni, con docenti e bidelli chiamati a fare da stylist per rispetto dell’ambiente di studio.
    Ora dalla Sicilia arriva pure un depliant, con tanto di disegni e figurini, per spiegarlo benissimo. Il “Pugliatti” di Taormina elenca graficamente ad alunni e famiglie l’abbigliamento ammesso. Vanno bene le t-shirt a girocollo o a V, le polo, le felpe, i lupetti, le camicie di flanella e persino il tuxedo, in camicia bianca e giacca da sera. Ma top e canotte sono sbarrate. Croce sopra pure ai reggiseni sportivi, agli shorts, alle minigonne d’ogni genere, da quelle jeans a quelle a portafoglio. Via libera a zampe d’elefante, camicette gipsy, pantaloni skinny, tute e kilt. Leggins, jeans strappati, tacchi vertiginosi, ciabatte e infradito, trasparenze unisex e ombelichi di fuori finiscono automaticamente nel capitolo dei «non ammessi all’entrata».
    No allo stile balneare
    Ad Ugento, però, provincia di Lecce, come in molte altre scuole, le regole non valgono solo per gli studenti. Nella circolare sono elencati in grassetto maiuscolo anche «docenti, personale di segreteria, collaboratori scolastici, personale a vario titolo operante all’interno dell’istituto», che devono «dare l’esempio» con un «abbigliamento decoroso e dignitoso» perché «il rispetto per l’istituzione scolastica e per le istituzioni dello Stato passa anche attraverso le forme e i modi del vestire». Ecco dunque che, per un cortocircuito di parole, tutti sono «caldamente invitati», nonostante «il caldo», a «non indossare abiti inopportuni, che evochino tenute estive, o anche balneari».
    Al Da Vinci di Floridia, Siracusa, lo stile balneare da evitare è questo qui: «pantaloncini corti, bermuda sopra il ginocchio, canottiere, ciabatte, abbigliamenti da spiaggia e simili».
    In un istituto di Salerno, visto che «la scuola non è mica un villaggio turistico» vanno bene pure i calzoncini purché siano «sobri», cioè bianchi o blu. Macché, al Matteotti di Pisa «è vietato indossare all’interno dei locali ogni tipo di pantaloncino e top di qualsiasi lunghezza e misura».
    Però al Giovanni da San Giovanni di Firenze, la preside concede una deroga a fine anno: «Considerate le temperature dell’ultimo periodo di scuola, sono accolti capi di vestiario come pantaloni corti fino al ginocchio».
    Senza spille, collane e occhiali in palestra
    Al Cesare Balbo di Casale Monferrato anche gli occhiali da sole possono restare a casa o in tasca. Per evitare di farsi male in palestra sarebbe meglio non portare nemmeno quelli da vista, si legge nelle norme del Ferro di Alcamo, da levare insieme a «collane, orologi, orecchini, braccialetti voluminosi, spille, fermagli rigidi».
    Si rischia con zeppe e tacchi alti
    Per la stessa ragione al liceo Cantone di Pomigliano d’Arco, «nell’ovvia considerazione che i concetti di decoro e sobrietà sono suscettibili di varietà interpretativa e senza voler limitare la libertà individuale», sono bandite anche le zeppe e i tacchi troppo alti: le altezze vertiginose mettono a rischio la sicurezza, «per esempio – scrive il preside nella circolare – in caso di necessità di evacuazione dell’edificio».
    Piercing e unghie lunghe fanno male
    Non c’è solo l’armadio da rivedere ma pure il look. All’istituto comprensivo Archimede-La Fata di Partinico s’invita «a non mostrare eventuali piercing all’ombelico e a non tenere unghie esageratamente lunghe».
    È questione di centimetri al Newton di Varese dove nelle attività di laboratorio «non sono ammesse le unghie a stiletto di lunghezza superiore a 0,5 centimetri nella parte eccedente il dito». Via anche abiti «che contengono messaggi offensivi o discriminatori».
    Giù il cappello, se non per salute o religione
    Non possono neppure essere indossati «cappellini, cappucci e simili durante le ore di lezione, in modo da lasciare il volto a vista. Vengono autorizzati i copricapi e le velature (non sul viso) solo per ragioni di natura religiosa o di salute». Il divieto di berretti non rientra più solo nell’etichetta del decoro ma per i presidi, al cui insindacabile giudizio è sottoposta la liceità dell’outfit, servirebbe anche a garantire che gli studenti non usino cuffie attaccate agli altrettanto proibiti smartphone.
    Nota o allontanamento per gli abiti succinti
    Chi controlla? Si spiega all’istituto Marconi di Civitavecchia che deve pensarci «tutto il personale della scuola», invitato «ad un’attenta sorveglianza e a comunicare tempestivamente l’eventuale infrazione». E i trasgressori? «Dopo essere stati invitati a provvedere ad un abbigliamento consono, saranno soggetti a sanzione disciplinare». Al Teodosio Rossi di Priverno significa «una nota sul registro» per chi porta «pantaloni a vita bassa o abiti succinti, magliette corte che lascino scoperta la pancia». Al Quintiliano di Siracusa è previsto anche «l’allontanamento o la non ammissione a scuola» di chi si presenta svestito: «Si spera sia evidente e inequivocabile – scrive la preside – che il problema non sono i centimetri di pelle scoperta; si tratta piuttosto di rendere consapevoli tutti che ogni luogo e contesto richiedono ed esigono delle specificità estetiche e di immagine, cui non si dovrebbe mai derogare».
    L’infortunio è l’eccezione
    Ci sarà pure un’eccezione. Sì, per il gesso. Al Marconi di Civitavecchia ricordano che canotte e calzini tagliati sono vietati per tutti «tranne chi è autorizzato a causa di infortuni». LEGGI TUTTO

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    Quattro materie e orale d’obbligo, così cambia l’esame di maturità

    Cambia nome e cambia pelle l’esame di Stato dal 2026. Sforbiciati i commissari, ridotto il potere d’assegnare punti bonus a tutti, rivoluzionato il colloquio orale che diventa obbligatorio, pena la bocciatura per chi protesta facendo, volontariamente, scena muta, e sarà incentrato su sole quattro materie scelte per ogni indirizzo dal ministero dell’Istruzione e del Merito. Uguali a prima restano, insomma, solo gli scritti. Eccola la maturità di Valditara, il ministro che ha deciso di lasciare la sua firma su quasi tutto nella scuola, dai programmi al voto di condotta fino al sequestro degli smartphone.
    La novità più superficiale ma più evidente è terminologica: via «esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione», d’ora in poi si chiamerà solo «esame di maturità». Una scelta, spiega Valditara, «d’indirizzo culturale e pedagogico» per sottolineare «un passaggio cruciale che non rappresenta solo un momento di verifica delle competenze, ma anche uno snodo identitario e una sintesi conclusiva del percorso scolastico». L’esame, dice il ministro, sarà dunque «una valutazione a 360 gradi della persona», certificata dal diploma al quale sarà allegato il curriculum dello studente che riassumerà i risultati Invalsi, le attività extrascolastiche, lo sport, il teatro, le lingue, l’impegno solidale.
    «Ridiamo centralità agli studenti», esulta Valditara dopo il via libera in Consiglio dei ministri. «Un tuffo nel passato che cancella i percorsi multidisciplinari e le capacità di creare connessioni», replica da Avs Elisabetta Piccolotti. Il Movimento Cinque Stelle parla addirittura di «ritorno alla preistoria», al «Ventennio», di «una scuola che non aiuta, non accompagna, punisce e basta».
    Nel decreto c’è anche qualche risorsa: sono previsti 240 milioni di euro per il contratto della scuola, «una misura una tantum ma importante», rivendica viale Trastevere. Altri 15 milioni di euro servono a estendere l’assicurazione integrativa sanitaria al personale precario.
    Ancora: dopo lo scontro tra un pullman e un tir sulla Pedemontana con una vittima, il bus finito contro un albero a Torino con cinque feriti o quello precipitato a marcia indietro nel Po, arrivano «misure più stringenti» per le gite scolastiche e la scelta dei mezzi di trasporto. Infine, la filiera tecnologico-professional del 4+2, voluta dal ministro, da sperimentale diventa ordinamentale.

    Scuola, dall’8 settembre suona la campanella per milioni di studenti

    a cura della redazione Cronaca nazionale

    02 Settembre 2025

    Il colloquio
    Le quattro discipline scelte a gennaio
    L’orale verterà su quattro materie caratterizzanti che verranno scelte ogni anno a gennaio dal ministero dell’Istruzione. Scompare la discussione sul documento che aveva sollevato perplessità negli studenti: «I ragazzi — spiega Valditara — si trovavano davanti una foto di Guernica o l’immagine di un vulcano e da lì dovevano inventare collegamenti strampalati. Ora affronteranno un esame più serio e più sereno». L’orale valuterà non solo le loro conoscenze ma anche il grado di autonomia raggiunto durante gli studi, l’impegno in azioni meritevoli, la partecipazione ad attività sportive e culturali. Attenzione anche all’educazione civica (chi arriva col 6 in condotta dovrà portare un compito di cittadinanza attiva) e sulla formazione scuola-lavoro.

    Manovra, il governo studia una detrazione al 19% per i libri di scuola

    di Giuseppe Colombo

    01 Settembre 2025

    L’orale
    Chi si rifiuta di rispondere perderà l’anno
    «Chi fa scena muta all’orale sarà bocciato», promette Valditara che ha scelto la linea dura contro le proteste. E difatti nel decreto c’è scritto che «l’esame di maturità è validamente sostenuto se il candidato ha regolarmente svolto tutte le prove, le due scritte a carattere nazionale e il colloquio». Chi si rifiuta di rispondere alle domande in maniera volontaria dovrà dunque ripetere l’anno e l’esame. La norma va a colmare un vuoto interpretativo ed è la contromisura presa dal ministero davanti a quella decina di studenti che tra giugno e luglio di quest’anno hanno deciso di fare scena muta per protestare contro il sistema di voti e valutazioni delle superiori. Pochi casi che però hanno spinto Valditara alla riforma.

    Caro scuola, il Pd contro il governo: “Fugge dalla realtà, i libri siano gratuiti”

    a cura della redazione Politica

    01 Settembre 2025

    La commissione
    I prof scendono a cinque: due esterni, due interni, più il presidente
    I commissari d’esame si riducono da sette a cinque per «ottimizzare le procedure connesse all’esame di Stato, rendendole più sostenibili sotto il profilo organizzativo». Ogni commissione sarà composta da due commissari esterni e due commissari interni, più un presidente. I prof saranno afferenti alle aree disciplinari, caratterizzanti i diversi percorsi di studi. «La riduzione non pregiudica la qualità della valutazione — sostiene il ministro — Con i risparmi finanzieremo la formazione specifica per ogni commissario d’esame che dev’essere capace di tenere conto anche delle sfumature psicologiche di una tappa così importante». La formazione sarà criterio preferenziale per fare i commissari.

    Scuola, 9 istituti su 10 sono irregolari: “Mancano le certificazioni di sicurezza”

    di Viola Giannoli

    31 Agosto 2025

    L’esito
    Si saprà solo alla fine. Con 97 possibile bonus di altri 3 punti
    In una bozza del decreto circolata prima del consiglio dei ministri la scoperta dell’esito delle prove scritte era posticipata al termine del colloquio, nel testo definitivo del decreto – al contrario di quanto anticipato – questa misura non compare. La commissione avrà il potere di assegnare un massimo di tre punti bonus, anziché cinque, e solo a quegli studenti che, tra credito scolastico e punteggio complessivo delle prove, abbiamo ottenuto almeno un novantasette. La convinzione del ministro è che «un margine di flessibilità nella valutazione» debba concentrarsi «sui soli candidati di particolare merito».

    Caro libri, una famiglia su tre li acquista usati: i consigli per non sbagliare

    di Federico Formica

    02 Settembre 2025

    Le gite
    La sicurezza dei bus prioritaria nei contratti
    Se i «viaggi di istruzione e le uscite didattiche rappresentano un momento qualificante dell’offerta formativa», come scrive il ministero, allora particolare attenzione va riservata all’affidabilità dei conducenti e alla sicurezza dei mezzi di trasporto per andarci, in gita. Tradotto significa mezzi moderni, di certo con frenata assistita, di società valide che scongiurino ogni incidente. Il decreto prevede che i contratti per i pullman e i bus «valorizzino gli elementi qualitativi dell’offerta», più che quelli economici. Ad esempio «la disponibilità di sistemi e dispositivi per la sicurezza, l’accessibilità per le persone con disabilità, le competenze tecniche dei conducenti».

    Voti bassi alla scuola, sul nuovo numero del Venerdì

    04 Settembre 2025

    Cambio scuola
    Si dovrà fare un esame per cambiare indirizzo
    Per chi vorrà cambiare scuola alle superiori, spostandosi da un indirizzo all’altro, sarà più facile farlo nel primo bienno che dopo. Fino al terzo anno sarà lasciata alle istituzioni scolastiche la possibilità di individuare, nell’ambito della propria autonomia didattica e organizzativa, le modalità più idonee per accompagnare il passaggio dello studente da un percorso a un altro attraverso interventi didattici utili a colmare gap di conoscenze, abilità e competenze. Dal terzo anno in poi, invece, gli studenti dovranno superare un esame integrativo che dovrà svolgersi in un’unica sessione, prima dell’inizio dell’anno scolastico. Sarà il ministero a dettare, con una successiva ordinanza, le regole per l’esame. LEGGI TUTTO

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    I commissari, l’orale su 4 materie e la bocciatura per chi non lo fa: via libera alla nuova maturità

    Cambia, dal 2026, la maturità. Una novità che riguarderà da giugno prossimo 7 milioni di studenti. La riforma è stata approvata oggi in Consiglio dei ministri. Un testo in 7 articoli che modifica l’ultimo scoglio delle superiori. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato anche che «ci sono 240 milioni di euro da destinare al contratto del personale della scuola, è una misura una tantum ma è molto importante, 240 milioni di euro per il contratto, per gli stipendi, del personale scolastico».
    Ma torniamo alle novità. La prima riguarda il nome. D’ora in avanti, nelle carte ufficiali si chiamerà solo e soltanto «esame di maturità». Cambia pure il nome ai Pcto, d’ora in avanti si chiamerà «formazione scuola-lavoro, per sottolineare l’importanza di questo collegamento che noi riteniamo particolarmente significativo».
    L’orale
    Il colloquio orale verterà su quattro materie che verranno individuate ogni anno entro il mese di gennaio dal ministero. Una forte scrematura per concentrarsi di più, si legge nella relazione che accompagna il decreto, sulle materie d’indirizzo.
    Le commissioni d’esame
    Anche le commissioni d’esame subiranno una modifica: i componenti verranno ridotti da 7 a 5. “Una novità che non pregiudica la qualità della valutazione”, scrive il ministero. Ciascuna commissione sarà ora composta da due commissari esterni e due commissari interni per ognuna delle due classi abbinate più il presidente, in sostituzione dei tre esterni e tre interni previsti dalla normativa precedente.
    Bocciatura per chi non sostiene il colloquio
    Prevista la bocciatura per gli studenti che si rifiutano di sostenere l’orale alla maturità. Il decreto-legge chiarisce infatti che l’esame di maturità si considera validamente superato solo con il regolare svolgimento di tutte le prove, che includono due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio. Se un candidato si rifiuta deliberatamente di sostenere una delle prove, l’esame non è considerato valido.
    La valutazione finale
    L’altra news riguarda la valutazione finale: la commissione d’esame avrà la facoltà di integrare il punteggio con un massimo di 3 punti se il candidato ha raggiunto un punteggio complessivo di almeno 97 punti tra crediti e prove orali e scritte.
    Viene, inoltre, introdotta una disposizione per chiarire che l’elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale, attribuito in sede di scrutinio finale a seguito di sei in condotta, sarà oggetto di discussione da parte della studentessa o dello studente in sede di integrazione dello scrutinio finale.

    Addio ai cellulari e nuova maturità, a scuola si cambia

    di Viola Giannoli

    27 Agosto 2025

    Risultati Invalsi
    Novità anche per quanto riguarda i risultati Invalsi: il dl modifica il curriculum dello studente, specificando che i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove nazionali saranno indicati in una sezione specifica in forma descrittiva, solo al termine dell’esame di maturità.
    “L’intervento normativo – spiega il ministero – mira a valorizzare la funzione formativa e orientativa dell’esame di Stato, che non rappresenta solo un momento di verifica delle competenze acquisite, ma anche uno snodo identitario e una sintesi conclusiva del percorso scolastico. L’esame non si limita, quindi, a documentare i risultati di apprendimento delle discipline, ma si propone di valutare le competenze maturate in termini di autonomia e responsabilità, offrendo così un quadro dinamico dell’identità dello studente”.
    Gite scolastiche
    Non è tutto. In vista dell’imminente avvio dell’anno scolastico il testo prevede anche “di mettere tempestivamente a disposizione delle istituzioni scolastiche un quadro di riferimento chiaro che consenta una gestione più sicura dei servizi di trasporto connessi alle uscite didattiche e ai viaggi di istruzione”. Un faro sulla sicurezza delle gite scolastiche. La novità è che i contratti relativi ai servizi di trasporto nell’ambito delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione verranno annoverati tra quelli che devono essere aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, con un tetto massimo del 30% per il punteggio economico, “attribuendo in tal modo una maggiore rilevanza alla qualità dell’offerta tra i criteri di aggiudicazione”.
    Gli esami integrativi
    Il decreto introduce, inoltre, gli “esami integrativi” per gli studenti che desiderano cambiare indirizzo di studio a partire dal terzo anno. Si svolgeranno in un’unica sessione, prima dell’inizio delle attività didattiche.
    Stanziati pure 10 milioni di euro aggiuntivi all’anno, a partire dal 2026, per il Piano per la formazione dei docenti. Infine, la norma estende la copertura assicurativa sanitaria integrativa anche ai docenti e al personale Ata con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno.
    Il 4+2
    Ancora: “la riforma del 4+2, l’istruzione tecnico-professionale che abbiamo avviato in via sperimentale e che quest’anno conta circa 10 mila iscritti tra primo e secondo anno, diventa ordinamentale”. LEGGI TUTTO

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    Esame di maturità, giovedì in Cdm il decreto per cambiarlo. L’orale sarà obbligatorio

    È atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri di giovedì il decreto maturità che riformerà l’esame di Stato dal 2026.
    Cambierà a partire dal nome. E poi altri cambiamenti riguarderanno sia gli scritti che gli orali.
    Esame di maturità
    Innanzitutto, non si chiamerà più esame di Stato ma, appunto, esame di Maturità. Per restituirgli, secondo il ministro Giuseppe Valditara, quel valore di rito di passaggio tra un’età e l’altra. Ma non si tratta soltanto di un cambio di etichetta. La riforma annunciata dal ministro punta infatti a ridefinire la struttura della prova.
    La prova di matematica
    Se la prima prova scritta, quella di italiano, dovrebbe rimanere invariata, la seconda prova, specifica per indirizzo, potrebbe subire alcune modifiche. Nel compito di matematica ad esempio potrebbero essere inseriti dei quesiti di logica e ragionamenti di problem solving.
    Orale: autonomia e consapevolezza
    La nuova formulazione della prova orale dovrebbe essere pensata per valutare con maggiore attenzione l’autonomia, la consapevolezza e la capacità di argomentazione dello studente. Si tratterà quindi di una prova multidisciplinare, che valuterà le competenze acquisite durante il percorso scolastico, nella quale valorizzare anche l’alternanza scuola lavoro (ora Pcto) e l’educazione civica.
    Orale obbligatorio
    Altro punto centrale, chi si rifiuterà volontariamente di partecipare al colloquio, pur avendo completato le prove scritte – come è avvenuto in alcuni casi durante gli ultimi esami di Stato – dovrà ripetere l’anno scolastico mentre finora era possibile essere promossi, pur non sostenendo gli orali, grazie ai crediti ottenuti e alle prove scritte.
    “Nessun confronto con noi”
    Ma gli studenti non ci stanno. “Nessun confronto è stato aperto con noi, nessuno ci ha chiesto cosa pensiamo. Il Forum delle Associazioni Studentesche più rappresentative non viene convocato da più di un anno e intanto, chi sceglierà il silenzio per protesta, come accaduto in diversi casi quest’anno, sarà bocciato automaticamente, anche in presenza di buoni risultati nelle prove scritte, rimarcando ancora una volta la repressione del dissenso al centro di questo governo e di questa scuola”, dice Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.
    La prova di obbedienza
    Per Federica Corcione, dell’esecutivo nazionale dell’organizzazione, “il ministro si riempie la bocca di “educazione civica”, ma nella pratica spazi di discussione e partecipazione vengono repressi. Parlano di formare “cittadini”, ma poi trasformano la maturità in un interrogatorio. Noi studenti vogliamo una scuola che ci ascolti, una maturità che permetta davvero di esprimersi. Non una prova di obbedienza”.
    “Valore al merito”
    Secondo la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti invece «l’esame di maturità del ‘futuro’ “indurrà i ragazzi e ragazze ad affrontare la prova mettendo in evidenza il loro percorso scolastico in modo complessivo e dando così valore al merito». LEGGI TUTTO

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    Calendario scolastico 2025-26: tra ponti ridotti e un Natale da record, poche occasioni per riposare

    Le vacanze estive stanno per finire e la campanella presto tornare a suonare. In Italia la pausa estiva resta una delle più lunghe d’Europa – circa tredici settimane – ma non per questo gli studenti possono dirsi privilegiati. L’anno scolastico, infatti, offre poche interruzioni: due grandi blocchi, Natale e Pasqua, con pochissimi ponti in mezzo.
    Il super Natale
    Quest’anno, però, il calendario regala almeno un “super Natale”. Nella maggior parte delle regioni lo stop alle lezioni scatterà il 23 dicembre, con qualche eccezione (Emilia-Romagna, Toscana e Bolzano dal 24). Molti istituti, sfruttando l’autonomia scolastica e la possibilità di modulare i giorni, hanno scelto di anticipare al 22 per contenere anche i costi del riscaldamento. Tradotto: per milioni di studenti l’ultima campanella suonerà sabato 20 dicembre, o addirittura venerdì 19. Il rientro? Mercoledì 7 gennaio, dopo un’Epifania che quest’anno cade di martedì.
    Poche occasioni per staccare
    Sul fronte dei ponti, il 2025-2026 non sarà altrettanto generoso. Per Ognissanti niente ponte, il 1° novembre cade di sabato. Buone notizie per l’Immacolata: con l’8 dicembre che cade di lunedì (a Milano, però, Sant’Ambrogio si festeggerà di domenica). Arriviamo alla Pasqua: domenica 5 aprile, con vacanze lampo – dal 2 al 7 aprile – con un giorno in più solo a Trento.
    Buono il 1 maggio
    E se per il 25 aprile nessun ponte, perché cade di sabato, col 1° maggio si può attaccare il fine settimana perché la festa cade di venerdì. Il 2 giugno altro stop lungo, con il giorno della Repubblica che cadrà di martedì. Per la fine dell’anno scolastico bisognerà attendere giugno come sempre: le scuole chiuderanno tra il 6 e l’11, con la Lombardia che terminerà martedì 8.
    Rientri scaglionati
    Come da tradizione, i primi a tornare sui banchi saranno gli studenti della provincia di Bolzano, già da lunedì 8 settembre. Seguono Trento, Veneto, Piemonte e Valle d’Aosta il 10; il Friuli Venezia Giulia l’11; la Lombardia il 12. La gran parte delle regioni ha fissato l’inizio al 15 settembre (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria). Ultime Calabria e Puglia, martedì 16 settembre. LEGGI TUTTO