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Cresce lo spreco alimentare. I surgelati possono essere un rimedio?

E’ una questione tutt’altro che banale, quella dello spreco di cibo. Anzi, il suo aumento è un fenomeno preoccupante. Solo nel 2025, in Italia c’è stata una crescita del 17,9% in un solo anno. Ogni settimana gettiamo nella pattumiera quasi 7 etti di cibo: per l’esattezza sono 667 grammi a persone, contro contro i 566 del 2024. I dati sono stati diffusi dall’indagine dell’Osservatorio internazionale Waste Watcher realizzata per conto dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati. Infatti, quello del cibo surgelato ha un peso nettamente minore per quanto riguarda lo spreco: ogni settimana, non sono neanche 15 grammi quelli che vengono buttati via, pari al 2,2% del totale in pattumiera. Questo lo evidenzia un’indagine italiana, mentre una grande azienda proprietaria di marchi molto noti del frozen food, evidenzia un altro aspetto interessante. E cioè che quasi la metà dei consumatori europei, il 47%, sceglie prodotti surgelati proprio con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare.

Il motivo è più di uno. I cibi surgelati si conservano per un lungo periodo di tempo, non richiedono l’uso di acqua per essere puliti, non hanno scarti perché il prodotto è già pronto all’uso, e sono più facili da dividere in porzioni. Tutti elementi che permettono al consumatore di ottimizzare il tempo di preparazione, ridurre quasi a zero lo scarto e sprecare anche meno risorse, come acqua ed energia, per la cottura. E se negli ultimi 5 anni, il ricorso al frozen food è salito, il suo spreco è rimasto stabile intorno al 2%; un dato molto positivo, che va a vantaggio di consumatori e famiglie, dell’industria alimentare del surgelato, ma soprattutto dell’ambiente, perché riducendo la quantità di rifiuti, si diminuisce l’impatto e si dà una mano alla sostenibilità. Quando buttiamo via del cibo, oltre a sprecare il prodotto stesso, abbiamo reso inutile tutte le risorse che hanno contribuito a portarci quel determinato alimento sulla tavola: l’impiego di persone per la manodopera, il trasporto e la logistica, il consumo di carburante, l’acqua, terra, gli imballaggi e altro ancora. Poi, quando alla fine del processo, il cibo che abbiamo gettato via finisce in discarica, si decompone e produce metano, un gas che contribuisce all’effetto serra. Nel biennio 2021-22, solo nel Regno Unito, i rifiuti alimentari sono stati responsabili di circa 18 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Il motivo per cui abbiamo portato l’esempio dell’isola inglese è perché è il Paese in testa alla classifica degli sprechi alimentari.

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Ma come abbiamo detto il fenomeno è tristemente globale. Per le ragioni appena dette, secondo il rapporto Frozen in Focus di Nomad Foods, quasi il 60% degli inglesi preferisce acquistare cibi surgelati per ridurre gli sprechi alimentari. E l’Italia? Noi italiani siamo secondi in classifica con il 50%, a seguire la Francia con il 49%, il 43% in Svezia e il 44% in Germania. Se il surgelato riduce lo spreco, però il processo è energivoro quindi le emissioni derivati da questi apparecchi industriali che devono rimanere sempre accesi. Da qui, in occasione di COP28 è stata lanciata la proposta di abbassare di 3 gradi, da -18° a -15°, la temperatura di surgelamento, garantendo un risparmio di energia di circa il 10%, senza variazioni significative per la maggior parte dei prodotti. Ma questa richiesta non convince tutti. Infatti, i prodotti surgelati vengono portati a -18° con un procedimento ultrarapido che blocca quelle attività enzimatiche, chimiche e microbiche che garantiscono il mantenimento di gran parte dei nutrienti importanti per l’organismo umano, senza alterare la consistenza dell’alimento. Una pratica ben diversa dal congelamento domestico con il freezer, che è appunto congelamento e non surgelamento; un processo, il primo, che invece modifica la struttura cellulare del cibo, perché avviene più lentamente ed a temperature più basse. Insomma, c’è da dire che il prodotto fresco è pur sempre preferibile per le caratteristiche intrinseche alla freschezza dell’alimento, a patto che venga consumato e non buttato via, ma il surgelato può essere una buona alternativa. Alternativa allo spreco alimentare crescente, con un valore in un certo senso educativo. Infatti, l’approvvigionamento di surgelati può essere anche un metodo per imparare a gestire le proprie scorte casalinghe. Può aiutarci a distribuire gli acquisti settimanali o mensili della spesa riducendo la quantità di cibo che diventa spazzatura.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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