“Abbiamo un disperato bisogno di ridurre gli scarti nell’industria della birra. La maggior parte delle birre che beviamo sono composte da orzo, ma il problema è che non tutti i componenti dell’orzo possono essere fermentati in birre. Tutto ciò che rimane si trasforma in un problema per l’ambiente”. Lui è Franck Grossel (ebanista, designer) fondatore insieme a Christophe Pilcher (direttore marketing) di “Instead startup” che ha sviluppato un metodo per trasformare i residui di cereali derivanti dal processo di birrificazione in un materiale solido e modellabile, impiegato per produrre mobili: sedie, tavoli e sgabelli senza legno né prodotti sintetici.
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Tonnellate di scarti organici
“In Francia, solo nel 2024, sono stati consumati più di 2 miliardi di litri di birra. Questa produzione è responsabile di oltre 600 mila tonnellate di scarti che rappresentano un problema ecologico, economico e logistico per i produttori di birra”. Partendo dall’esame di questo problema, nel 2020 Grossel decide di unire la sua passione per la birra e la sua esperienza come ebanista per fondare Instead. Dopo aver avviato la startup nel nord della Francia, nel 2022 si trasferisce a Nantes dove conosce Christophe Pilcher, esperto in comunicazione, che dopo aver compreso l’impatto del progetto, diventa socio di Instead. “Abbiamo deciso di unire le nostre competenze, i nostri valori e la nostra visione imprenditoriale in un progetto d’impatto ambientale. Attualmente i residui dei cereali usati per produrre birra vengono scartati, compostati o smaltiti. Ecco perché nel 2022 ci siamo uniti per dare loro una nuova vita, rivoluzionando il modo in cui pensiamo al design e alla sostenibilità”.
Beer Agrofiber Laminated Timber
La startup ha impiegato più di 3 anni in ricerca e sviluppo per creare “Balt”, un composto compatto e resistente, che può essere tagliato e modellato per realizzare diversi tipi di arredi, in diverse tonalità. La produzione avviene su scala ridotta, con un approccio rigorosamente locale e a basse emissioni di carbonio.
Arredi dagli scarti della birra
Per fare la birra sono necessari quattro ingredienti: acqua, malto, lievito e luppolo. Tutto parte dal malto, una sostanza che si può ottenere dall’orzo e da altri cereali maturi. Dopo aver germinato e dopo aver macerato a dovere, il malto è finalmente pronto per la seconda fase, l’essiccazione e la torrefazione. L’orzo maltato viene così macinato e successivamente miscelato con acqua: in questa fase del processo, la cosiddetta ammostatura, il composto si trasforma in mosto, che viene fatto bollire a lungo in modo tale da farlo concentrare e da sterilizzarlo, eliminando di conseguenza tutti i possibili germi e batteri che potrebbero essersi formati al suo interno. A questo punto si aggiunge al suo interno una pianta rampicante: il luppolo, che conferisce alla bevanda il suo caratteristico sapore amarognolo.
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Zero sprechi
Gli scarti di malto prodotti in questo complesso processo di birrificazione sono numerosi. Nel progetto firmato Instead tutti gli scarti derivanti dalla fermentazione dei sottoprodotti della birra, vengono utilizzati per poterne poi ricavare un materiale innovativo utile per la realizzazione di arredi, come sedie, tavolini, sgabelli, vassoi, panche, top. Il materiale si ottiene unendo i residui del malto a residui di imballaggi alimentari, compressi a caldo in stampi di alluminio. La lavorazione avviene in un laboratorio a Nantes, con macchinari di seconda mano. A seconda della birra da cui provengono i cereali, il Balt assume colorazioni differenti: chiare, scure o ambrate. La sua estetica è simile al marmo organico e ogni pezzo è unico grazie ai motivi irregolari.
“Questo residuo solido che raccogliamo ed essicchiamo, lo trasformiamo in un materiale innovativo, 100% di origine biologica, 100% riciclato, impermeabile, termoformabile e riciclabile. Non è legno, ma può essere lavorato a tutti gli effetti come il legno”.
Il materiale è disponibile anche per i professionisti che desiderano progettare spazi e prodotti più rispettosi dell’ambiente anche a livello industriale. Oggi Instead ha una squadra composta da sei persone (e un cane) tutte guidate da una missione comune: realizzare mobili sostenibili e rispettosi dell’ambiente.