La lotta ai diplomifici dà i suoi primi risultati. A sostenerlo, numeri alla mano, è il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Nelle tre regioni meridionali dove il fenomeno è più accentuato – Campania, Sicilia e Calabria – sono state revocate in tutto 71 parità scolastiche ad altrettanti indirizzi di studio. “La lotta contro i diplomifici sta iniziando a dare i suoi primi frutti concreti” commenta il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, “il nostro impegno – continua – è per una scuola seria, contrassegnata dal merito e dalla legalità”. Ma la situazione si presenta a macchia di leopardo. Se il termometro che misura il rilascio dei diplomi facili è costituito dagli studenti che le paritarie presentano alla maturità come candidati esterni e dagli stessi maturandi interni che affollano le quinte classi, in alcune regioni si registrano drastici cali e in altre regioni incrementi. I primi (i cosiddetti privatisti), coloro che non hanno seguito neppure un giorno di lezione in classe e sperano di superare le prove con una preparazione fai da te, rappresentano un vero business per le scuole private: non costano quasi nulla e pagano profumatamente per esami di idoneità che consentono loro di recuperare più anni in un battibaleno e presentarsi al cospetto della commissione esaminatrice.
La lotta in numeri
I numeri, con qualche anomalia, danno ragione al ministro Valditara. Quest’anno, i privatisti delle scuole paritarie sono letteralmente crollati in Sicilia, meno 28%, e in Friuli-Venezia Giulia, meno 26%. Subiscono un vistoso calo in Abruzzo, meno 18%, e vengono ridimensionati del 10% in Calabria. Ma aumentano dell’11% in Campania, del 9% in Lombardia, del 13% in Toscana. E a livello nazionale si chiude con un risicato calo dell’1,3%.
Nelle statali, a livello nazionale, i privatisti calano del 7% per via delle nuove regole relative alle attività di Pcto, ore obbligatorie per accedere alla maturità. Anche se il calo dei privatisti presenta un andamento strutturale almeno da un decennio: nel 2015, erano quasi 18mila, nel 2022 calano a 16mila e 800 per diventare poco più di 13mila quest’anno. Stessa situazione a macchia di leopardo anche sui candidati interni delle paritarie: calano vistosamente in Sicilia (meno 37%), in Puglia (meno 11%) e in Calabria (meno 17%). Ma crescono del 17% in Toscana e dell’11% in Emilia-Romagna. Facendo registrare una contrazione complessiva del 3,5%.
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22 Giugno 2025
Diplomifici
Per avere un’idea di cosa hanno trovato gli ispettori durante i controlli che hanno prodotto la revoca della parità scolastica, basta dare un’occhiata ad alcuni decreti della regione Sicilia. Al Pitagora di Agrigento (revoca della parità per l’indirizzo Istituto tecnico tecnologico – Costruzioni, Ambiente e Territorio – e per l’indirizzo tecnico economico – Amministrazione, Finanza e Marketing) non è chiaro quanto venissero pagati i docenti e la scuola non ha saputo dimostrare di avere versato i contributi agli stessi. Ma non solo. Aule sovraffollate, scarsa sicurezza degli ambienti e lezioni online, modalità assolutamente vietata a scuola. E docenti privi di abilitazione all’insegnamento, quando le graduatorie provinciali traboccano di spiranti pronti all’assunzione. Al punto da fare scrivere nero su bianco agli ispettori che la “scuola ha erogato una offerta didattica irrispettosa degli ordinamenti degli studi”. Gravi irregolarità anche al Margherita di Palermo, dove è stata cancellata l’autorizzazione per l’indirizzo tecnico economico-Amministrazione, Finanza e Marketing. Pochissimi alunni frequentanti durante le visite ispettive. E ancora docenti non abilitati e lezioni da remoto. Ma è la gestione dei registri personali degli insegnanti e dei verbali che viene stigmatizzata. Nessuna “prova tangibile – si legge nel decreto di revoca – di verbali degli organi collegiali che risultino protocollati e custoditi”. E “gravi carenze che impediscono la tracciabilità dell’azione didattica” nei registri degli insegnanti. C’è poi la partita degli esami di idoneità, quelli che servono per saltare più anni scolastici con un solo esame. Troppi, secondo gli ispettori, per l’ammissione alla classe quinta.
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21 Giugno 2025
Le nuove regole
Ma la stretta vera e propria scatterà dal prossimo mese di settembre, quando entreranno in vigore le disposizioni del recente decreto-legge 45/2025, convertito definitivamente in legge lo scorso 3 giugno. Stop ai salti di tre e quattro anni in uno per i pluribocciati: si potrà tentare l’esame di idoneità per recuperare al massimo due soli anni. E in questi casi gli esami si svolgeranno in presenza di una commissione guidata da un presidente esterno. Stop alla piramide rovesciata: la presenza all’interno dello stesso istituto di poche classi iniziali e una miriade di classi quinte per il medesimo indirizzo: da settembre, sarà ammessa una sola classe quinta in più (collaterale) per indirizzo rispetto alle quarte in funzione. E per tutti gli istituti paritari scatterà l’obbligo di adottare la pagella elettronica, il registro online e il protocollo informatico. Elementi che consentiranno di controllare l’azione didattica e amministrativa in tempo reale.
Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml