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Citazione di Cartesio, Platone e l’opera di Boccioni: le scelte culturali nel tema di matematica

Per la seconda prova della maturità, al liceo scientifico, il compito di matematica chiede di risolvere uno di due problemi esposti e rispondere a 4 domande di un questionario.

I problemi si sviluppano intorno a due studi di funzioni. Ognuno è introdotto comunque da una citazione: per il primo Cartesio (“la ragione non è nulla senza l’immaginazione”), per il secondo di Platone (“la bellezza è mescolare, in giuste proporzioni, il finito e l’infinito”). Mentre nei quesiti vengono citati Boccioni con l’opera futurista “Forme uniche della continuità nello spazio” del 1013 riportata sulla moneta da 20 centestimi e Cicerone con una frase tratta dal “De divinatione”.

Le commistioni tra cultura umanistica e logico-matematica continuano anche nei quesiti, dove sono diversi i riferimenti del primo mondo che fanno da spunto a quesiti del secondo: dall’opera futurista del Boccioni riportata anche sulla moneta dei 20 centesimi a un testo di Cicerone che fa riferimento alle predizioni degli indovini (e quindi al calcolo probabilistico), passando per gli anagrammi da enigmistica della parola ‘studiare’.

Infine una chiusura con una citazione del matematico David Hilbert che non richiede alcun tipo di esercizio, una sorta di firma e manifesto programmatico della traccia: “La matematica non conosce razze o confini geografici; per la matematica, il mondo culturale è una singola nazione”.

I quesiti, invece, sono 8 in totale e riguardano: la geometria euclidea, la geometria analitica nello spazio, analisi e funzioni a tratti; derivate e curve, studio di tangenti comuni, costruzione di una funzione polinominale, probabilità e ‘combinatoria’.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml


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