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La transizione energetica e le nuove professioni: l’energy manager

Su un punto sono tutti d’accordo: la rivoluzione energetica, non si porta avanti senza nuove figure professionali. Non c’è dubbio, infatti che la transizione energetica stia cambiando profondamente anche il mondo del lavoro creando nuovi ruoli, nuovi metodi di formazione, nuove competenze. E non si tratta di un settore secondario. Secondo i numeri riportati dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nel 2023 il settore energetico impiega infatti quasi 67 milioni di persone, con i lavoratori impiegati nell’energia pulita (35 milioni) che superano quelli del settore dei combustibili fossili (32 milioni). Non solo. Nei prossimi anni è prevista la creazione di altri 14 milioni di nuovi posti di lavoro legati all’energia pulita dove poter ricollocare coloro che escono dai settori energetici in crisi.

L’energy manager: figura obbligatoria

Ma ancora oggi, con un mercato che rende altalenanti i prezzi a causa dei conflitti e la mancanza di cooperazione, le aziende pubbliche e private hanno davvero capito la necessità di creare nuove competenze e figure professionali? Per rispondere a questa domanda nei giorni scorsi a Roma c’è stato un confronto tra i rappresentanti dei grandi gruppi industriali di produzione, consulenza e consumo di energia con esperti del settore, docenti universitari soprattutto. Un incontro organizzato dal Consorzio universitario Humanitas e l’università San Raffaele (con la partecipazione di Acciaierie d’Italia, Acciaierie Venete ed Essenergy) che con l’occasione hanno presentato il master di II livello in Energy Manager, considerata proprio questa una delle figure professionali più ricercate nel nostro Paese sia nelle aziende pubbliche che private. Entrambi i settori obbligati per legge da aprile 2024 ad assumere un energy manager.

Fisco verde

Energia rinnovabile, al via gli incentivi per i Gruppi di autoconsumo

14 Gennaio 2025

Zanchini: “La crisi energetica ci ha colto in ritardo”

Eppure, ascoltando gli interventi del convegno ci sono ancora troppe amministrazioni pubbliche e grandi industrie private (il settore che registra più consumi con il 45%) a non aver nominato un energy manager. Un dato rilevate perché vanno ricordati gli obiettivi nazionali e europei sempre più stringenti: entro il mese di ottobre di quest’anno il nostro Paese dovrà recepire la direttive Ue che prevede per tutte le amministrazioni l’obbligo del 3% annuo di riqualificazione energetica di tutto il patrimonio pubblico, insieme ad un obiettivo i riduzione dei consumi dell’1,9. Una sfida.

I target di sostenibilità? Il successo dipende dalle città

04 Dicembre 2024

Edoardo Zanchini, direttore dell’Ufficio clima di Roma Capitale (la città ha approvato la prima Strategia di Adattamento Climatico) ha raccontato, senza mezzi termini, il ritardo con cui le amministrazioni hanno compreso l’entità della crisi energetica, soprattutto quella legata al conflitto Russia-Ucraina negli anni 2022-2023. “L’aumento dei prezzi dell’energia ha fatto letteralmente saltare i bilanci, perché non eravamo preparati a ridurre sia i costi che i consumi – ha spiegato Zanchini – anche noi a Roma scontiamo questo ritardo e ora stiamo correndo verso la riqualificazione energetica della città. Questo significa ridurre non solo i costi, ma anche l’inquinamento. Abbiamo bisogno di analisi continue dei dati, di stilare strategie, abbiamo bisogno di figure professionali che supportino il lavoro degli amministratori per farci capire dove possiamo intervenire e in che modo”. Dal pubblico al privato il caro energia, il passaggio alle rinnovabili e il monitoraggio delle emissioni sono temi comuni.

Il caso delle acciaierie: la sfida delle rinnovabili

Un’immagine all’interno delle Acciaierie d’Italia 

L’ingegner Gianmaria Zanni si occupa da 25 anni di energia per le Acciaiere Beltrame spa di Verona che produce laminati. L’industria dell’acciaio è energivora per definizione visto l’80% dell’acciaio italiano, ossia circa 20 milioni su 24 tonnellate è prodotto da forni elettrici. “La siderurgia è il settore produttivo che più di ogni altro ha bisogno di un energy management, diventato settore strategico in un momento storico così delicato – ha confermato Zanni – complici le crisi economiche, la necessità di recuperare competitività in un contesto di costi energetici sempre più volatili e di contenere le emissioni inquinanti. In realtà il settore siderurgico ha percepito che bisognava investire in efficienza energetica tra il 2022 e il 2013 perché un cambiamento avrebbe portato ad una maggiore competitività. Da quel momento, non ci siamo più fermati ed è partita una strategia continua sull’energia: ristrutturando le aree di inefficienza degli impianti, non solo i forni ma anche i sistemi ausiliarii. Nel futuro? Oggi l’energy manager deve occuparsi di rinnovabili, con un approccio particolare al mercato nazionale”. E forse non è un caso che proprio le Acciaierie Beltrame insieme ad un colosso del siderurgico, le Acciaerie Venete garantiranno il master per i futuri energy manager.

I produttori: “Anche per noi gli orizzonti sono diversi”

Chi si occupa di energia oggi, lavora dunque in un contesto ricco di sfide continue. Anche per i grandi gruppi industriali che l’energia la producono. “Oggi gli orizzonti sono cambiati sia per noi che per i consumatori, diventati parte attiva sul mercato dell’energia – spiega Carlo Giordano responsabile energy management settore elettricità Edison spa – ad esempio, sempre più clienti sono anche produttori: consumano, ma nello stesso tempo immettono energia in rete. Cosa che fino a qualche anno fa non avveniva. Per questo motivo, dobbiamo ripensare strategie sul lungo periodo, e ciò significa comprendere cosa potrebbe accadere sui mercati nei prossimi anni. Il prezzo dell’energia per l’Italia è infatti estremamente volatile perché molto influenzato dal contesto internazionale. Bisogna cambiare visione e aprire questo mondo all’esterno. Ad esempio verso figure professionali che niente hanno a che fare con l’elettrico. Ecco anche loro potrebbero aiutarci a dare una nuova visione del mondo e del futuro per l’energia”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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