Con il suo tronco spesso intrecciato, il suo fascino e la sua eleganza, la pachira impreziosisce ogni ambiente, donando subito un tocco esotico. Il suo nome scientifico è pachira aquatica ed è considerata sempre un regalo apprezzato, visto che è nota anche come pianta della fortuna o della ricchezza e albero del denaro: secondo alcune credenze dell’Estremo Oriente è di buon auspicio, rappresentando un catalizzatore per il denaro. A questo si aggiunge il fatto che purifica l’aria ed è molto semplice da curare. Nelle zone dal clima mite viene coltivata in giardino, mentre in quelle più fredde come pianta d’appartamento. Scopri come farla crescere rigogliosa e le azioni pratiche per mantenerla in salute.
Coltivazione in vaso e giardino della pachira
Pianta tropicale, che affonda le sue origini nelle zone palustri del Brasile e dell’America centrale, la pachira si distingue per il suo aspetto scenografico e il suo tronco magnifico che, secondo la tradizione, intrappola la fortuna. L’albero della ricchezza incanta con le sue caratteristiche foglie palmate, grandi e lucide, considerate simbolo di buon augurio. Oltre a essere molto decorativa è anche longeva, arrivando a durare anni se trattata con le giuste cure.
Appartenente alla famiglia delle Malvaceae, la pachira è un albero sempreverde che ricorda il baobab, con cui è imparentata, avendo in comune con lui il tronco spesso e le foglie lunghe. Scelta perfetta se si cercano piante di grandi dimensioni da appartamento, è coltivabile sia in vaso che in giardino. La sua semina va effettuata tra la primavera e l’inizio dell’estate, quando le temperature sono più miti.
Se coltivata in vaso, la pachira va posta in un recipiente di 10-15 centimetri di diametro, da sostituire una volta che le piantine giovani saranno cresciute. Il vaso deve essere dotato di fori di drenaggio e sul fondo deve essere posta dell’argilla espansa per evitare i ristagni d’acqua. I semi vanno posti a un centimetro di profondità in un terriccio drenante, alleggerendolo con ghiaia o sabbia se risulta troppo pesante. Ogni 2-3 anni è necessario occuparsi del rinvaso, ricorrendo a un recipiente più grande.
Per la coltivazione in giardino i semi vanno collocati a un centimetro di profondità, avendo bisogno di luce per germinare, mantenendo una distanza di 50-70 centimetri tra ciascuno. La germinazione avviene nell’arco di 2-4 settimane. La pachira può essere propagata anche tramite talea. Per questo metodo è necessario ricorrere a talee di 15 centimetri da far radicare in acqua: una volta sviluppate le radici, è necessario immergerle in un prodotto stimolante per poi trapiantarle.
Pachira e l’esposizione
Oltre a essere nota come pianta della ricchezza o della fortuna, la pachira è anche conosciuta come pianta delle monete, castagna d’acqua, noce d’India e noce di Saba. Per un crescere rigogliosa, la pianta va posta in un luogo con luce solare indiretta, evitando i raggi solari diretti, soprattutto nelle ore più calde della giornata, che potrebbero bruciare le sue foglie.
La pachira predilige climi miti, con temperature tra i 12 e i 24 gradi, un ambiente umido e un substrato drenato e ricco di sostanza organica. Negli interni va posta nei pressi di una finestra con luce diffusa, protetta da una tenda e lontano da fonti di calore e correnti d’aria. Bisogna evitare luoghi troppo bui, che ne ostacolano la crescita rallentandola e rendendola esile. La pianta è sensibile agli sbalzi di temperatura e alle correnti fredde.
Pachira e la sua cura
Nella cura della pachira, l’irrigazione non deve mai mancare. La pianta richiede annaffiature regolari e più frequenti in estate, riducendole in autunno e inverno. Pur amando l’umidità, è importante non irrigarla in modo eccessivo, per evitare il marciume radicale. La pachira non tollera un terreno troppo bagnato e può resistere per brevi periodi senza l’acqua, tenendo conto che i suoi tronchi la conservano. In caso di irrigazioni eccessive le sue radici potrebbero marcire.
Una volta al mese è necessario occuparsi della concimazione in primavera e in estate e ogni 2 mesi in autunno e inverno, ricorrendo a un concime liquido, diluito nell’acqua di irrigazione. La potatura non è necessaria, ma è consigliata se si coltiva la pachira come bonsai, eliminando le foglie e i rami secchi per facilitare lo sviluppo di nuovi germogli.
Problematiche della pachira
La manutenzione della pachira non è particolarmente impegnativa, richiedendo poche attenzioni, anche se possono emergere alcune problematiche. Questa meravigliosa pianta si distingue per la sua resistenza, ma può presentare criticità connesse alla sua cura e all’ambiente in cui si trova. I tronchi possono ammalarsi per colpa di funghi e batteri, spesso dovuti a irrigazioni eccessive e ristagni.
Un altro problema sono le foglie gialle e marroni, causate da shock dovuti a cambi di temperatura improvvisi, correnti d’aria, rinvaso ed esposizione a luce insufficiente. Le foglie secche sono dovute a un’umidità troppo bassa, mentre la caduta può dipendere da un eccesso o carenza idrica. Tronco molle e foglie raggrinzite sono sintomo di stress idrici o marciume radicale.
La pachira può essere attaccata da cocciniglia, ragnetto rosso e afidi, dovendo intervenire prontamente per rimuoverli con soluzioni naturali come l’olio di neem o il sapone molle, oppure con insetticidi specifici. Per mantenere la pianta sempre in salute è necessario irrigarla correttamente, garantirle luce indiretta e monitorare eventuali infestazioni o segni di stress. LEGGI TUTTO