18 Ottobre 2025

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consigliato per te

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    Crisi del clima: “L’IA può essere una soluzione se ci poniamo le giuste domande”

    Se la principale emergenza mondiale che abbiamo di fronte è la crisi del clima, può l’intelligenza artificiale essere una soluzione per risolverla? Oppure, per via dei suoi enormi consumi di elettricità ed acqua per raffreddare i server, rischia di trasformarsi in una ulteriore criticità?
    È la domanda che, alla Dolomites Conference di Venezia organizzata dal think tank Vision, si sono posti diversi fra scienziati, esperti e policy makers in vista del futuro. LEGGI TUTTO

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    In Sicilia i volontari antincendio salvano i boschi dai piromani: “Uniamoci per proteggere la terra”

    Nella Sicilia nord-occidentale, là dove il paesaggio si apre tra colline e vigne, sorge fiero il Monte Bonifato, massiccio calcareo che domina la città di Alcamo. Sulla sua sommità, vive un bosco fitto e rigoglioso di conifere, latifoglie, lecci, roverelle, dove si aggirano volpi, conigli selvatici, ricci, ma anche tordi, poiane e picchi rossi. Nel 1984 il territorio, ampio 314 ettari, è diventato una riserva naturale, affidata alla Provincia di Trapani.

    Biodiversità

    Incendi e crisi climatica stanno decimando le libellule

    a cura della redazione di Green&Blue

    12 Settembre 2025

    Una lunga storia di fiamme e distruzione
    Una zona, questa, nota per la vulnerabilità agli incendi, spesso di origine dolosa. Un rogo divampato nel 2012 ha distrutto gran parte della cima della montagna, mentre nell’estate del 2015 le fiamme hanno reso necessario l’intervento di vigili del fuoco, corpo forestale ed elicotteri. Per arginare il fenomeno, nel 2016 le istituzioni hanno affidato la manutenzione del bosco agli agenti di vigilanza: nonostante alcuni interventi, la situazione non è migliorata. Così varie associazioni, tra cui il presidio locale di Libera, hanno chiesto a gran voce interventi rapidi nel timore di ulteriori disastri: preoccupazioni che si sono rivelate fondate, visto che gli incendi si sono ripetuti negli anni seguenti distruggendo la vegetazione.

    Il successo dell’azione collettiva dal basso
    Di fronte all’inerzia degli enti, gli abitanti della zona si sono organizzati in autonomia per proteggere il territorio. Nell’estate del 2024 è nata un’esperienza di sorveglianza popolare antincendio, promossa dal collettivo ambientalista Muschio ribelle. La mobilitazione ha avuto come base operativa l’ex ostello della Funtanazza, in seguito sgomberato dalla Provincia. Con buona volontà e attrezzature di base, i volontari hanno assicurato una presenza quotidiana nei mesi più caldi e asciutti, fungendo da sentinelle contro possibili piromani. Un impegno che ha dato i suoi frutti: per la prima volta dopo molto tempo, nessun rogo ha colpito il bosco.

    Riuso

    Los Angeles, la nuova vita del legno dopo gli incendi

    di Paolo Travisi

    11 Settembre 2025

    Nell’estate del 2025 l’opera è proseguita, grazie a 28 volontari provenienti da Alcamo, dai Comuni vicini, come Castellammare del Golfo, Calatafimi, Trapani-Erice, e perfino da altre regioni. Concentrandosi sui giorni più critici, nei quali soffia il vento di scirocco, i cittadini hanno effettuato turni di perlustrazione per un totale di 10 giornate di allerta e circa 58 ore di presenza. Muniti di giubbotti ad alta visibilità, binocoli, cellulari, blocchetti di carta per annotare numeri di targa o movimenti anomali, si sono rivelati un utile deterrente: anche quest’anno, infatti, nessun incendio è stato appiccato nelle aree sorvegliate.

    L’appello agli enti locali
    L’iniziativa popolare ha sensibilizzato gli enti preposti, anche se per quanto riguarda la collaborazione ufficiale permangono problemi.

    Biodiversità

    Così i castori possono aiutare a mitigare gli incendi

    di Sandro Iannaccone

    08 Settembre 2025

    “Abbiamo denunciato, per esempio, la presenza di discariche abusive ai piedi del monte, che aumentano il rischio incendiario”, fa sapere Baldo Lucchese, esponente di Muschio ribelle. “Dopo avere promesso un intervento con i droni, l’amministrazione non vi ha dato seguito. Parallelamente, resta irrisolta la questione della gestione della Funtanazza, bene pubblico che rischia di essere nuovamente abbandonato, perdendo l’opportunità di farne un presidio permanente per la riserva. La speranza è che le istituzioni non ci percepiscano come una minaccia, ma come una risorsa da integrare nelle strategie di gestione del patrimonio ambientale”.

    In attesa che questa auspicata sinergia si concretizzi, gli attivisti lanciano il loro appello: “Uniamoci per proteggere e rigenerare la nostra terra. Possiamo essere le gocce che spengono gli incendi”. LEGGI TUTTO

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    Come coltivare l’osmanto profumato

    Apprezzato per il suo fascino unico, l’Osmanthus fragrans incanta con i suoi piccoli fiori delicati, color bianco crema, giallo tenue e arancio. Eleganti, riuniti in grappoli e profumatissimi, fanno la loro comparsa in autunno e, oltre che per il loro aspetto incantevole, sono noti per il loro profumo intenso e dolce.

    Questa straordinaria pianta ornamentale non si distingue solo per la bellezza e la sua fragranza, ma anche per la notevole resistenza. Può essere coltivata in giardini, terrazzi e balconi, abbellendo ogni spazio in cui si trova. Con cure adeguate e azioni mirate, l’Osmanthus fragrans cresce in modo rigoglioso, potendo contare su una fioritura abbondante.

    Dove collocare l’osmanthus fragrans
    Chiamato anche osmanto profumato, l’osmanthus fragrans è originario di Cina e Giappone e appartiene alla famiglia delle Oleaceae. Questo arbusto sempreverde è noto in particolare per i suoi piccoli fiori molto profumati, la cui fragranza ricorda la vaniglia, ma evoca anche le note dell’albicocca e del gelsomino. Il nome stesso della pianta richiama questa caratteristica: osmanto deriva dal greco osmè, che significa odore, e anthos, che indica fiore.

    Ampiamente utilizzato per decorare parchi e giardini, presenta un portamento eretto e foglie verdi scure, lucide e dalla forma ovale. Può superare i 3 metri di altezza se coltivato in giardino e generalmente fiorisce durante l’autunno, tra settembre e novembre, anche se alcune varietà possono fiorire precocemente in primavera oppure avere una doppia fioritura.

    Coltivare l’Osmanthus fragrans è semplice, tenendo conto che si adatta a molteplici condizioni climatiche e terreni: grazie alla sua resistenza, l’arbusto richiede una bassa manutenzione, essendo alla portata sia di esperti di giardinaggio che di principianti.

    Prima di procedere con la semina, è fondamentale individuare il luogo più adatto in cui farlo crescere. L’Osmanto profumato preferisce il pieno Sole, che gli consente di fiorire in modo abbondante, pur tollerando anche la mezzombra. Quanto al terreno, richiede un substrato ben drenato, fertile e leggermente acido, dovendo aggiungere ghiaia o sabbia qualora sia troppo argilloso. La sua robustezza lo rende resistente, ma non tollera la salsedine, le temperature sotto lo zero e i venti freddi. Se coltivato all’aperto, in caso di clima rigido è necessario proteggerlo, ricorrendo ad esempio a uno strato di pacciamatura da porre alla sua base.

    Come coltivare l’Osmanthus fragrans
    Per coltivare l’Osmanthus in giardino bisogna considerare come il freddo intenso sia suo nemico e pertanto è consigliato procedere con la semina in piena terra nelle zone dal clima mite. I semi, avendo un guscio duro, vanno leggermente scarificati con un coltellino oppure della carta vetrata e poi lasciati in ammollo per 24 ore e successivamente conservati in frigo fino alla semina.

    In un terreno ben drenato, i semi vanno interrati a una profondità di 1-2 centimetri, coprendoli leggermente con la terra e lasciando tra ciascuno una distanza di 5-10 centimetri. Una volta cresciute, le piantine possono essere trapiantate a una distanza di 2-3 metri oppure, se si desidera realizzare una siepe, di 80 centimetri. L’Osmanthus fragrans può essere moltiplicato anche tramite talea e va trapianto preferibilmente in primavera. In caso di trapianto, occorre scavare una buca profonda e larga il doppio rispetto al vaso in cui si trova, ponendo sul fondo del fertilizzante a lenta cessione e procedendo poi con l’irrigazione.

    La coltivazione in vaso dell’Osmanto profumato è consigliata nelle zone con inverni molto freddi, visto che permette di spostare la pianta all’interno quando le temperature diventano rigide. Il vaso scelto deve avere una grandezza sufficiente che sia almeno 15-20 centimetri di diametro: per migliorare il drenaggio, sul fondo del recipiente si può collocare uno strato di biglie di argilla espansa. I semi vanno interrati a una profondità di 1-2 centimetri, mantenendo tra loro una distanza di 3-5 centimetri. Ogni 2-3 anni è necessario procedere con il rinvaso per garantire lo sviluppo corretto delle radici, ricorrendo a un contenitore più capiente.

    Cura dell’Osmanthus fragrans
    Oltre che apprezzato per la sua bellezza, l’osmanthus fragrans ha il pregio di non richiedere cure impegnative. Dal punto di vista delle irrigazioni, l’arbusto deve essere annaffiato in modo abbondante e costante, soprattutto in estate e primavera, se coltivato in vaso e in caso di piantine giovani. È sempre fondamentale evitare i ristagni idrici, responsabili dell’insorgere di malattie fungine e di danni alle radici. Durante l’inverno le irrigazioni possono essere ridotte.

    Dopo la fioritura si può procedere con la potatura, rimuovendo i rami malati, secchi e danneggiati, accorciando quelli irregolari e troppo lunghi e alleggerendo la chioma. La pianta va concimata in autunno o in primavera per stimolare il suo sviluppo.

    Consigli utili per la manutenzione dell’Osmanthus fragrans
    Pur essendo un arbusto molto resistente, l’Osmanthus fragrans presenta alcune criticità, che richiedono interventi immediati. Tra queste spiccano le foglie ingiallite o colpite da macchie brunastre, causate generalmente dalla ruggine, da trattare con prodotti specifici. L’ingiallimento delle foglie può essere dovuto anche da una carenza di ferro, responsabile inoltre della caduta precoce dei fiori. Quando il fusto appare indebolito, le foglie arricciate e le radici sofferenti si può sospettare di un drenaggio insufficiente, un terreno scarso di nutrienti e una carenza di calcio.

    Tra le altre problematiche che possono insorgere spicca il marciume radicale dettato dai ristagni idrici e responsabile di una crescita rallentata e della caduta delle foglie.

    La pianta è raramente colpita da afidi e cocciniglia, ma questo può accadere soprattutto se il clima è caldo e asciutto, chiedendo di intervenire prontamente con rimedi naturali come olio di lino, di neem e sapone molle o altri prodotti ad hoc. LEGGI TUTTO